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Teatro, Alice Gagno: «La mia Monica Vitti fuori dal tempo»

Vietato sporgersi dentro omaggia l’attrice icona della comicità italiana che ha lottato per l’emancipazione femminile nel mondo dello spettacolo. Alice Gagno, co-autrice e interprete dell’opera, ne parla a La Svolta
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1 ottobre 2023 Aggiornato alle 11:00

E se Monica Vitti fosse chiamata a tenere un ultimo incontro con il pubblico per parlare di donne? Sembra essere questo il pretesto narrativo di Vietato sporgersi dentro, in scena il 5 e 7 ottobre alle 20:30 e il 6 e 8 ottobre alle 18:00 allo WOW Spazio Fumetto di Milano.

Un delicato omaggio alla grande attrice, scomparsa il 2 febbraio 2022, che ha lavorato per l’emancipazione del ruolo femminile nel mondo dello spettacolo, diventando l’unica donna dei “colonnelli” della commedia italiana.

La Svolta ha avuto l’occasione di intervistare Alice Gagno, co-autrice e interprete dello spettacolo, per esplorarne i personaggi, le scelte autoriali e interpretative.

Da dove nasce l’idea di questo spettacolo?

L’idea nasce dalla mia volontà di rendere omaggio alla mia attrice preferita. E quando dico attrice preferita, dico sul serio. Ho una collezione di tutti i suoi film, libri e locandine. Ho guardato tutto il materiale reperibile e ho avuto la fortuna di conoscere sua nipote, figlia di suo fratello Giorgio. Per questo spettacolo sono partita da E siccome lei di Eleonora Marangoni (Feltrinelli) da cui ho tratto ispirazione e preso alcuni monologhi, sviluppando poi lo spettacolo per intero con Alessandra Casella.

Perché lo avete intitolato Vietato sporgersi dentro?

Il titolo ha un significato prezioso ed è esso stesso un omaggio in sé. Ma lo svelo all’interno dello spettacolo, perciò rimane un segreto!

Perché c’è bisogno di ricordare ancora e sempre Monica Vitti?

Perché è un pezzo importantissimo di storia del cinema italiano e purtroppo devo ammettere che non è conosciuta abbastanza, come meriterebbe. Bisogna andare a scoprire quanto ci ha lasciato in eredità, parlo per noi attrici ma non solo. È la prima attrice italiana ad avere avuto un ruolo da protagonista in film comici ed è riconosciuta come l’unico colonnello donna della commedia all’italiana.

Per parlare di donne al pubblico tu e Alessandra Casella, co-autrice e regista dello spettacolo, avete deciso di “utilizzare” le donne interpretate da Monica Vitti nel corso della sua carriera, alternate a confessioni intime del suo vissuto. Quanto è stato facile o difficile interpretare quella che oggi è ritenuta tra le più grandi attrici del panorama cinematografico italiano?

Per me Monica Vitti è inarrivabile e di questo ne sono assolutamente consapevole. Ed è con questa consapevolezza, e un po’ di timore reverenziale, che mi sono delicatamente avvicinata alla sua figura. Volutamente la mia Monica non è un’imitazione, bensì una mia personalissima visione di una Monica Vitti fuori dal tempo.

Nel corso dello spettacolo interpreti Assunta, protagonista de La ragazza con la pistola, così come personaggi drammatici del calibro di “Teresa la ladra” o la Giuliana di Ti ho sposato per allegria. Qual è il segreto per passare dal registro comico a quello drammatico, rimanendo sempre credibili?

A mio avviso non ci sono segreti in questo mestiere, ma lavoro. Allenamento, prove, studio e dedizione. Metodi differenti che possono aiutarti a incanalare le emozioni nella maniera più adatta al personaggio. La verità è il punto a cui si deve aspirare, sempre, che sia un registro comico o drammatico.

L’ultima donna presentata nel corso dello spettacolo è Giorgia de Gli ordini sono ordini, una giornalista apparentemente indipendente, forte e femminista ma che poi pian piano si rivela insicura e frustrata. Quanto c’è di moderno, di oggi, nella spinta al femminismo di questo personaggio se proiettato nel contesto teatrale e lavorativo in generale?

Questo personaggio, rivisitato rispetto all’originale del film, è attuale in quanto ancora oggi esistono donne intrappolate in situazioni da cui vorrebbero scappare ma non riescono. La difficoltà di questa donna viene espressa in chiave comica, ironica e sarcastica, in perfetto stile Monica Vitti.

Come è stato accolto questo spettacolo dal pubblico e qual è il momento o la battuta che, dal tuo punto di vista, rimane il/la più apprezzato/a nelle sale?

Questo spettacolo non è solamente diretto a chi conosce Monica Vitti, perché in primis sono donne che si raccontano. Detto ciò, il pubblico che la conosce, rivive i suoi ricordi e scopre qualcosa di nuovo su Monica Vitti. Molti a fine spettacolo hanno detto, anche commossi, “mi è venuta voglia di rivedere i suoi film”, oppure chi non la conosceva “mi è venuta la curiosità di guardare un suo film” e questo è un traguardo importante per me.

Se potessi incontrare Monica Vitti, cosa le diresti, oggi?

Avendo visto tutti i suoi film, le sue interviste, letto i suoi libri, è come se la percepissi una mia amica. Perciò, le direi “Posso venire a giocare a carte da te stasera?” e so che mi divertirei un mondo.

Se Monica Vitti potesse vedere il tuo spettacolo, cosa pensi che direbbe?

È una domanda che mi sono fatta spesso e mi piace pensare che in qualche modo lei sia contenta di essere ricordata. Sicuramente si farebbe delle belle risate! E perché no, magari mi darebbe qualche “dritta”, da egregia attrice, regista e insegnante quale era.

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