Futuro

AI generativa: opportunità o rischio per la privacy?

La nuova sfida delle Big Tech è rendere l’intelligenza artificiale sempre più presente nella nostra quotidianità. Partendo dalle nostre case
Credit: Icons8 Team
Tempo di lettura 4 min lettura
25 settembre 2023 Aggiornato alle 16:00

La paura per molti è quella che una volta rodata e applicata, l’intelligenza artificiale possa essere un modello sostitutivo per l’attività umana. L’uomo sostituito ancora una volta da una macchina e da sofisticate tecnologie di ultima generazione.

Ora l’ambito potrebbe non essere più solo quello lavorativo: l’intelligenza artificiale infatti è sempre più “domestica”. Vediamo come.

Intelligenza artificiale generativa

Per cominciare è giusto fare una panoramica più generica su qual è il concetto di intelligenza artificiale, che esiste ormai da cinquant’anni. Secondo la definizione data dal Parlamento europeo, consiste nell’abilità di una macchina di mostrare capacità umane come il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività.

L’AI permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere problemi e agire verso un obiettivo specifico.

I sistemi di AI sono capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia.

C’è poi un’evoluzione dell’intelligenza artificiale, l’AI generativa, in grado di creare nuovi contenuti e idee, come conversazioni, storie, immagini, video e musica.

Anche in questo caso come in tutta l’intelligenza artificiale, ci si basa su modelli di machine learning, modelli di grandi dimensioni che vengono preaddestrati su enormi quantità di dati.

L’AI generativa viene utilizzata anche per migliorare la qualità delle immagini digitali, modificare video, o costruire rapidamente prototipi per la produzione.

L’intelligenza artificiale generativa può aiutare a reinventare la maggior parte delle esperienze cliente e delle applicazioni, creare nuove applicazioni mai viste prima e aiutare i clienti a raggiungere nuovi livelli di produttività.

L’AI generativa potrebbe determinare un aumento del 7% del Pil globale, secondo Goldman Sachs e incrementare in dieci anni la crescita della produttività di 1,5 punti percentuali.

A casa con l’AI?

Per la realizzazione concreta della cosiddetta smart home è necessario sempre di più avere dispositivi tecnologicamente avanzati, meglio se dotati di intelligenza artificiale generativa.

In questo senso da anni Amazon si sta impegnando per studiare e sviluppare un percorso che possa accompagnare lo sviluppo dell’AI e farlo convivere con la quotidianità umana. Nelle intenzioni del colosso di Seattle il percorso di evoluzione della smart home è giunto a un primo obiettivo di creare case più intuitive già con l’ingresso di Alexa nel 2014, che oggi viene utilizzata dagli utenti centinaia di milioni di volte su base settimanale.

Nell’ultima presentazione delle novità Amazon, dove l’attenzione alla sostenibilità ambientale è sempre presente, si punta ora sull’intelligenza artificiale generativa nella funzionalità dell’assistente vocale Alexa.

Con uno step tecnologico questa l’interazione diventa più intuitiva al pari di un maggiordomo virtuale, che potrà compiere un’azione senza doverla richiedere esplicitamente con una maggiore abilità di comprendere i comandi.

I modelli di linguaggio di grandi dimensioni permettono di combinare più richieste in una sola e di impostare una routine usando la voce, senza programmazione nell’app.

Azioni che, grazie all’intelligenza artificiale generativa, si attiveranno automaticamente con «Alexa, let’s chat» che ora «potrà avere anche delle opinioni» afferma Dave Limp, vicepresidente senior di Amazon Devices and Services.

In questa nuova sfida delle Big Tech gli assistenti vocali renderanno l’AI generativa più accessibile, entreranno in contatto con l’ambiente che li circonda. Alexa a esempio consentirà di “leggere” il linguaggio del corpo per capire da dove arriva l’interazione.

L’utente in questo modo inevitabilmente dovrà sacrificare o quantomeno rivedere il concetto di privacy, visto che si entrerà più a fondo nelle vita quotidiana e nella mente degli utenti.

Gusti, preferenze e dati biometrici alimenteranno un’intelligenza artificiale sempre più personalizzata destinata, in un futuro, a prendere anche decisioni al posto dell’uomo, agendo autonomamente per svolgere azioni e raggiungere obiettivi. Come sempre la palla ora passa (ancora) all’uomo e alle sue scelte.

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