Futuro

Tutti vogliono l’intelligenza artificiale

Microsoft ha annunciato nuovi investimenti in OpenAI, la società madre del popolarissimo ChatGPT. La rivale Google, intanto, per essere all’altezza della sfida ha richiamato alla base i cofondatori Page e Brin
Credit: OpenAI
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
31 gennaio 2023 Aggiornato alle 13:00

Il 2023, secondo diversi analisti, sarà l’anno dell’intelligenza artificiale. Anzi lo è già. Che si tratti di una bolla o di una rivoluzione – o di quella che al momento appare più una rivoluzione dentro una bolla –, il mese di gennaio è già pieno di rumors e notizie sulle «magnifiche sorti e progressive» dell’AI.

Microsoft ha annunciato un nuovo round di investimenti – il terzo dopo quelli del 2019 e 2021 – in OpenAI, la società madre di ChatGPT, il bot di conversazione (o chatbot) che in 5 giorni ha raggiunto il milione di utenti candidandosi a diventare “the next big thing” nel campo dell’intelligenza generativa.

«Abbiamo formato la nostra partnership con OpenAI intorno all’ambizione condivisa di far progredire responsabilmente la ricerca AI all’avanguardia e di democratizzare l’AI come nuova piattaforma tecnologica», ha affermato Satya Nadella, Presidente e Ceo di Microsoft.

I dettagli sull’operazione non sono stati resi noti, ma secondo le indiscrezioni fornite da Bloomberg si tratterebbe di un finanziamento pluriennale del valore di 10 miliardi di dollari. Risorse che andranno a potenziare la piattaforma cloud Azure di Microsoft migliorandone la capacità di supercalcolo.

«Queste innovazioni hanno catturato l’immaginazione e introdotto l’intelligenza artificiale su larga scala come una potente piattaforma tecnologica per uso generale che riteniamo creerà un impatto trasformativo della grandezza del personal computer, di Internet, dei dispositivi mobili e del cloud», ha aggiunto Microsoft.

Intanto la rivale Google è già passata alle contromisure. Demis Hassabis, ceo di DeepMind, la società AI della holding Alphabet, ha dichiarato al Time che entro l’anno potrebbe uscire una versione beta privata di Sparrow, l’anti ChatGPT, ma invita alla prudenza per valutare le implicazioni sociali dell’intelligenza artificiale.

Per essere all’altezza della sfida, Google ha richiamato a Mountain View i cofondatori della società Larry Page e Sergey Brin. A dimostrazione che per combattere l’intelligenza artificiale, almeno per ora, la materia grigia dell’uomo serve ancora.

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