Ambiente

Amazon vuole spedire i tuoi ordini senza scatola

Il colosso dell’e-commerce ha ridotto il quantitativo di imballaggi nel tentativo di abbassare i costi e contenere il proprio impatto ambientale. Ma c’è chi teme un aumento di furti
Credit: Maarten van den Heuvel
Tempo di lettura 4 min lettura
11 settembre 2023 Aggiornato alle 11:00

L’articolo arriverà in un imballaggio che ne rivela il contenuto. Per la spedizione in imballaggio Amazon spuntare la casella in basso”: in fase di acquisto, sempre più prodotti del marketplace più grande e riconoscibile al mondo saranno accompagnati da questo avviso, che chiede espressamente al consumatore se intende ricevere il suo ordine all’interno delle iconiche scatole di cartone brandizzate oppure soltanto nella confezione originale disegnata dal produttore.

Nell’ultimo anno il colosso dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos ha rinnovato la sua rete logistica, cosa che gli ha consentito di effettuare consegne più rapide ed efficienti: l’eliminazione o la riduzione degli imballaggi è stato uno dei passaggi obbligati per mantenere il proprio dominio, riducendo i costi e allo stesso tempo avvicinandosi agli obiettivi relativi alla riduzione proprio impatto ambientale. «Secondo i nostri dirigenti senior questo diventerà un fattore sempre più importante», afferma Pat Lindner, assunto lo scorso anno da Amazon come primo vicepresidente del packaging e dell’innovazione.

Circa l’11% degli articoli che l’azienda consegna arriva senza imballaggio aggiuntivo, l’obiettivo è quello di alzare questa percentuale: il cambiamento rappresenta la prossima frontiera nella revisione dei processi di consegna da parte del gigante della tecnologia, e l’Amministratore delegato Andy Jessy si augura che possa attirare i clienti che sono scoraggiati dal volume di scatole a marchio Amazon che ricevono e gettano via ogni settimana.

L’azienda non ha infatti nascosto di aver apportato queste modifiche alla filiera delle consegne anche a causa del feedback negativo riscontrato nei sondaggi sottoposti ai consumatori sull’esperienza di acquisto.

La decisione porta con sé una serie di implicazioni logistiche ma anche psicologiche: Amazon deve ora aiutare i suoi fornitori a creare imballaggi sufficientemente robusti da poter essere spediti da soli senza involucri aggiuntivi, ma deve anche tener conto delle esigenze dei clienti che potrebbero provare imbarazzo a farsi spedire alcuni prodotti in bella vista.

Visti i suoi milioni di prodotti e le infinite combinazioni a disposizione dei clienti, il sistema utilizza algoritmi di apprendimento automatico per determinare l’opzione di imballaggio più efficiente per ciascun ordine.

Ad esempio gli oggetti che potrebbero essere pericolosi, come quelli con spigoli appuntiti, non sono inclusi nel programma, così come gli oggetti da collezione o intimi, come i prodotti per il benessere sessuale.

Grazie alla sua enorme influenza economica e politica, l’azienda sta comunque riuscendo a convincere i suoi partner – anche attraverso incentivi – a migliorare gli imballaggi originali così che possano sopravvivere senza danni alle spedizioni.

Per Amazon l’iniziativa è la naturale evoluzione dopo gli sforzi per la velocizzazione delle spedizioni: nell’ultimo anno le consegne rapide sono raddoppiate negli Stati Uniti, grazie a un nuovo modello regionalizzato che ha permesso di ridurre drasticamente la distanza percorsa da ogni prodotto.

Oggi questa è scesa del 15% rispetto allo scorso anno, e ogni pacco effettua il 12% di “passaggi di mano” in meno dai centri logistici ai clienti. Stando a quanto riporta Axios, la società fondata da Jeff Bezos starebbe inoltre pensando di delegare a piccole imprese locali degli Stati Uniti, come fiorai, bar, negozi di abbigliamento e così via, la copertura del cosiddetto “ultimo miglio”. L’iniziativa, confermata dai portavoce di Amazon stessa, si chiama Hub Delivery, e punta a creare una rete di 2.500 piccole aziende entro la fine di quest’anno.

L’altro lato della medaglia della nuova policy sugli imballaggi – manifestato dalle preoccupazioni di alcuni consumatori – è che questo cambiamento possa portare a un aumento dei furti di prodotti spediti.

Nel 2022, circa 260 milioni di pacchi sono stati rubati, con un aumento di circa 50 milioni rispetto all’anno precedente. Potendo conoscere esattamente il contenuto delle scatole, più persone sarebbero portate a assumersi il rischio, senza temere di rubare a scatola chiusa e trovarsi, a esempio, con un set di viti e bulloni.

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