Futuro

I droni di Amazon rimangono a terra

Il programma di consegna di Amazon, dopo 10 anni e miliardi di dollari di investimenti, non è ancora stato avviato. Perché? Lo rivela Bloomberg
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
12 aprile 2022 Aggiornato alle 13:00

Era il 2013 quando Jeff Bezos disse che una flotta di droni, da lì a cinque anni, avrebbe popolato i cieli e spedito pacchi agli acquirenti in 30 minuti. È passato un decennio e del servizio di consegne volante di Amazon, Prime Air, non c’è traccia. Non nei termini previsti. Un’indagine dell’agenzia di stampa internazionale Bloomberg ha rivelato gli aspetti problematici del servizio, non ancora partito: tecnologia, turnover dei dipendenti e potenziali problemi di sicurezza.

A maggio 2021 si è verificato un incidente dopo che un drone aveva perso una delle sue eliche, ma non era stata avviata alcuna indagine perché l’azienda aveva ripulito la scena del fatto prima dell’arrivo della Federal Aviation Administration, a cui spetta la decisione di approvare o meno le consegne di droni commerciali. Ma Amazon ha negato, spiegando di aver seguito gli ordini ricevuti dal National Transportation Safety Board – l’agenzia investigativa indipendente del Governo degli Stati Uniti che indaga ed emette rapporti in merito agli incidenti che coinvolgono anche aeroplani - per spostare il drone.

Il mese successivo è stata la volta del secondo incidente, più grave, che ha spinto le autorità di regolamentazione federali a mettere in dubbio l’aeronavigabilità dei droni, ovvero l’insieme di requisiti che, se soddisfatti, consentono di operare un aeromobile in sicurezza: in quel caso, nel passaggio dal decollo verticale al volo dritto, si era spento il motore e l’apparecchio era andato fuori controllo, provocando un incendio di circa 25 acri, ovvero una decina di ettari.

I test di prova, che per la maggior parte finiscono con lo schianto dei piccoli velivoli, metterebbero anche in pericolo il personale: nonostante questo, l’azienda ha previsto di aumentarli nei prossimi mesi, perché «nessuno è mai stato ferito a seguito di questi voli e ogni test viene eseguito nel rispetto di tutte le normative applicabili» ha detto a Bloomberg il portavoce di Amazon Av Zammit. E poi «disponiamo di un sistema di segnalazione ben noto a tutti i membri del nostro team e li incoraggiamo a segnalare eventuali suggerimenti e preoccupazioni», ha riferito ancora Zammit al quotidiano The Verge. Ma un ex assistente di volo ha raccontato a Bloomberg che a volte l’azienda eseguiva test senza un team di volo completo e con «attrezzature inadeguate».

Dai 2.500 voli di prova (mancati) dello scorso anno, Amazon vorrebbe raggiungere quota 12.000 nel 2022, anche se fino a fine febbraio l’agenzia di stampa ne ha contati solo 200. Nei piani dell’azienda c’è anche l’apertura di nuove sedi di test di volo in Texas e in California.

La Federal Aviation Administration per ora sta permettendo alle compagnie di condurre voli di prova in aree sempre più popolate purché non rappresentino rischi significativi per la sicurezza. Poiché la previsione è che le consegne di determinati prodotti in 30 minuti – farmaci, prodotti per l’infanzia, snack - diventino la normalità, molti rivenditori online sono attratti dalla possibilità di sostituire i corrieri umani: sono loro uno dei maggiori costi dell’e-commerce.

I droni potrebbero spostarsi fino a 11 km da una stazione di consegna, trasportando pacchi che pesano poco più di 2 kg in 30 minuti dal magazzino alla sede di consegna. Amazon risente della pressione crescente dei rivali come Google Wing di Alphabet Inc., che ha accelerato il proprio programma di test sui droni, o Walmart Inc. e United Parcel Service, in fase di sviluppo. Per questo, nel 2019, ha presentato una riprogettazione del suo Prime Air: può volare in verticale come un elicottero e avanzare dritto, diventando un velivolo ibrido che si muove come un aereo. Ma aveva anche promesso il lancio delle consegne entro quello stesso anno.

Come spiega Bloomberg, neanche i più critici mettono in dubbio il potenziale della consegna coi droni, ma le preoccupazioni non mancano. Certo è che dopo 2 miliardi di investimenti e il proliferarsi di incidenti, i dipendenti hanno iniziato ad accusare il colpo: alcuni hanno lasciato l’azienda, altri si sono spostati di reparto. Nel 2021, secondo Bloomberg, se ne sono andate circa 200 persone, più del doppio dell’anno precedente.

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