Economia

Amazon dice stop allo smart working

Per i dipendenti del colosso statunitense, saranno obbligatori 3 giorni a settimana in ufficio. A maggio, 30.000 lavoratori avevano firmato una petizione per chiedere politiche più “soft”
Credit: The Wall Street Journal
Tempo di lettura 3 min lettura
15 settembre 2023 Aggiornato alle 13:00

L’amministratore delegato di Amazon, Andy Jassy, ha dichiarato guerra allo smart working. Con un ultimatum diffuso ai suoi dipendenti dopo una riunione nei giorni scorsi, il numero uno dell’azienda statunitense ha avvisato il suo personale: chi non torna in ufficio per almeno 3 giorni alla settimana, può lasciare l’azienda.

Una chiamata che sembra quasi una sentenza, che non ammette scuse o altre possibilità. O si gradisce la nuova politica o si cambia lavoro. Una sferzata allo smart working, molto apprezzato dai dipendenti del colosso americano e della maggior parte delle multinazionali tech mondiali.

Il Ceo di Amazon è sembrato parecchio irritato e frustrato per il fatto che alcuni dipendenti si rifiutino di venire in ufficio alcuni giorni a settimana: «È passato il tempo in cui essere in disaccordo  - ha detto -  Se non potete impegnarvi a venire in ufficio per 3 giorni alla settimana, probabilmente Amazon non funzionerà più per voi».

Non è servita a nulla nemmeno la raccolta firme organizzata da oltre 30.000 dipendenti nel tentativo di chiedere politiche più morbide. La petizione, partita subito dopo le nuove regole entrate in vigore a maggio, recitava: “Il mandato RTO (ritorno in ufficio) di Amazon, imposto dall’alto e uguale per tutti, mina il futuro diversificato e accessibile di cui vogliamo far parte”.

Jassy ha nettamente dato un taglio alle politiche precedenti dell’azienda, che consentivano ai singoli team di decidere chi doveva presentarsi in ufficio e chi poteva tranquillamente lavorare da casa. Come riportato da Insider, dal mese scorso l’azienda ha istituito una politica secondo la quale qualsiasi dipendente che non rispetta le linee aziendali sarà costretto alle dimissioni volontarie.

Proprio a testimonianza della linea dura intrapresa dal manager, alcuni dipendenti americani hanno rivelato che Amazon ha realizzato un sistema che traccia il tempo passato dai dipendenti negli uffici delle varie sedi, con penalità previste per chi non trascorre una quantità tempo sufficiente.

Dall’inizio dell’anno, il colosso delle consegne si è già trovato a fare i conti con una serie di scioperi promossi da vari comitati in difesa dei lavoratori, tra cui Amazon Employees for Climate Justice e Athena Coalition, 2 gruppi che da anni criticano l’operato della multinazionale.

Ma l’azienda non è l’unico gigante tech che ha adottato politiche per ridurre progressivamente il lavoro da casa: anche Google e Meta hanno ordinato al personale di tornare alla propria scrivania per la maggior parte della settimana lavorativa. Entrambe le società hanno richiesto ai dipendenti di presentarsi in sede almeno 3 giorni alla settimana.

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