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L’AI rileva il cancro al seno meglio delle radiografie

Uno studio pubblicato su Lancet Oncology e condotto su 80.000 donne mostra che, se utilizzata nello screening mammografico, può scovare fino al 20% in più dei tumori e dimezzare il carico di lavoro dei medici
Credit: Klaus Nielsen
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
3 agosto 2023 Aggiornato alle 11:00

Il cancro al seno è il più diffuso a livello globale: conta più di 2,3 milioni di donne che lo sviluppano ogni anno. Secondo lOrganizzazione Mondiale della Sanità è la prima o la seconda causa di morte per cancro femminile in 173 Paesi su 183 (95%).

In Italia il 20% delle donne colpite da tumore del seno ha meno di 40 anni. Ora uno studio dimostra che utilizzare l’intelligenza artificiale per scovarlo nelle radiografie è sicuro, può migliorare la prognosi e ridurre la mortalità individuando la malattia in una fase precoce e più curabile.

La ricerca, condotta in Svezia da un team quasi interamente al femminile, è stata pubblicata su Lancet Oncology e ha coinvolto 80.033 donne. I risultati che, va detto, sono preliminari, suggeriscono che lo screening con l’intelligenza artificiale sia pari a quello di due radiologi che lavorano insieme, non aumenta i falsi positivi e quasi dimezza il carico di lavoro.

Ricerche precedenti avevano già esaminato se l’intelligenza artificiale possa diagnosticare con precisione il cancro al seno nelle mammografie, ma sono stati condotti valutando le scansioni che erano già state esaminate dai medici.

Quello di Kristina Lång, Viktoria Josefsson, Anna-Maria Larsson, Stefan Larsson, Charlotte Högberg e Hanna Sartor è il primo studio randomizzato ad aver esaminato l’utilizzo dell’IA per aiutare a leggere le mammografie e uno dei primi ad analizzare l’IA nel campo della radiologia.

Il team ha seguito migliaia di donne svedesi, età media 54 anni, che si sono sottoposte a mammografia tra aprile 2021 e luglio 2022. Confrontando gli screening condotti esclusivamente dai radiologi con quelli valutati dall’IA e successivamente dall’interpretazione di uno o due radiologi, è emerso che 244 pazienti (28%) richiamate dallo screening con supporto dell’IA sono risultate affette da tumore rispetto alle 203 (25%) richiamate dallo screening standard.

Grazie al supporto dell’IA sono stati individuati 41 tumori in più, di cui 19 invasivi e 22 in situ. Il tasso di falsi positivi - i casi in cui una scansione viene erroneamente diagnosticata come anormale - è stato dell’1,5% in entrambi i gruppi.

Inoltre, il carico di lavoro dei radiologi è stato ridotto del 44% e, nonostante lo studio non abbia misurato esattamente il tempo risparmiato grazie all’intelligenza artificiale, ha calcolato che se i radiologi leggessero circa 50 mammografie all’ora, un singolo radiologo supportato dall’IA impiegherebbe dai 4 ai 6 mesi in meno rispetto a due radiologi da soli per leggere circa 40.000 esami di screening. I risultati definitivi di questo studio, che valutano se l’IA può ridurre il numero di tumori di intervallo, ovvero i casi rilevati tra uno screening e l’altro, che spesso sfuggono allo screening tradizionale, e se l’uso di questa tecnologia sia giustificato, non sono attesi prima di diversi anni.

L’autrice principale, la dott.ssa Lång, della Lund University in Svezia, ha dichiarato che «questi promettenti risultati intermedi sulla sicurezza dovrebbero essere utilizzati per orientare nuovi studi e valutazioni basate su programmi per affrontare la marcata carenza di radiologi in molti Paesi, ma non sono sufficienti da soli a confermare che l’IA è pronta per essere implementata nello screening mammografico».

Quel che c’è da capire ancora sono «le implicazioni sugli esiti per le pazienti», ma anche «il rapporto costo-efficacia della tecnologia», ha aggiunto Lång. Potenzialmente, secondo la ricercatrice, il sistema supportato dall’IA «potrebbe eliminare la necessità di una doppia lettura della maggior parte delle mammografie, alleggerendo la pressione sui carichi di lavoro e consentendo ai radiologi di concentrarsi su diagnosi più avanzate, riducendo al contempo i tempi di attesa per i pazienti».

A maggio 2023 Högberg, Larsson e Lång hanno indagato anche il parere dei radiologi svedesi sull’integrazione dell’IA nello screening mammografico: è emerso che, su un campione ridotto di una cinquantina di medici, la maggioranza si è rivelata ampiamente favorevole (80,8%), ma ci sono incertezze significative che devono essere affrontate, in particolare per quanto riguarda i rischi e le responsabilità.

I risultati hanno posto l’accento sull’importanza di comprendere le sfide specifiche dell’attore e del contesto per un’implementazione responsabile dell’IA nell’assistenza sanitaria. Nel frattempo, spiega Politico, l’Ue sta pianificando una regolamentazione rigorosa sull’uso dell’intelligenza artificiale e l’Agenzia europea per i medicinali sta lavorando alla valutazione dei rischi e dei benefici della tecnologia per lo sviluppo dei farmaci.

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di Costanza Giannelli 4 min lettura