Culture

Carla Lonzi: il femminismo che rilegge il passato e realizza il presente

La casa editrice La Tartaruga da settembre 2023 ripubblicherà tutte le opere dell’autrice, partendo da Sputiamo su Hegel
Carla Lonzi dall'Archivio Carla Lonzi  
Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
Carla Lonzi dall'Archivio Carla Lonzi Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea

Abbiamo dovuto attendere il 2023 per ritrovare in libreria il pensiero di Carla Lonzi. Le sue opere nel mondo femminista sono sempre state tramandate attraverso le vecchie edizioni o gli archivi storici delle Case delle donne, mentre l’assenza dei testi nelle librerie suggeriva un mancato riconoscimento del mondo dell’editoria a questa pensatrice fondamentale del femminismo, in un mondo dominato dal pensiero maschile. Una lacuna che finalmente sta per essere colmata.

Sputiamo su Hegel - La donna clitoridea e la donna vaginale

L’incipit di Sputiamo su Hegel ne descrive bene i tratti salienti: “Questi scritti, sia quelli firmati da me che quelli firmati collettivamente, segnano le tappe della mia presa di coscienza dalla primavera del ‘70 ai primi del ‘72, stimolata dalla scoperta dell’esistenza del femminismo nel mondo e dai rapporti con le donne di Rivolta Femminile”.

Un testo fondamentale che, per la prima volta, affermava non l’uguaglianza formale tra uomini e donne ma il femminismo della differenza, un pensiero che continuò a strutturarsi, nel 1987 nella ricerca e nelle pratiche all’interno della comunità filosofica femminista Diotima secondo la quale «Il pensiero della differenza sessuale, edito dalla casa editrice La Tartaruga guidata da Laura Lepetit, considerava la differenza sessuale come l’orientamento di un pensiero patito soprattutto da donne. La passione della differenza sessuale era ed è qualcosa che provoca le donne a farsi soggette di pensiero, quindi attira al pensiero autonomo, al medesimo tempo è un vero e proprio patire perché nella divisione sessuale dei ruoli simbolici le donne si sono trovate strette e a disagio e hanno espresso questa loro sofferenza in molti modi».

Il femminismo di Lonzi come liberazione dalla sottomissione maschile

Il pensiero di Carla Lonzi, dunque, parte dalla presa di coscienza della condizione di subordinazione delle donne per ripensare le teorie e le pratiche di liberazione femministe: «prendendo coscienza dei condizionamenti culturali, di quelli che non sappiamo, non immaginiamo neppure di avere, potremmo scoprire qualcosa di essenziale, qualcosa che cambia tutto, il senso di noi, dei rapporti, della vita. Via via che si andava al fondo dell’oppressione, il senso di liberazione diventava più interiore. Per questo la presa di coscienza è l’unica via, altrimenti si rischia di lottare per una liberazione che poi si rivela esteriore, apparente, per una strada illusoria” e ancora “non salterà il mondo se l’uomo non avrà più l’equilibrio psicologico basato sulla nostra sottomissione».

All’interno dei suoi testi si trovano riflessioni che decostruiscono le tesi psicoanalitiche di Freud, del marxismo e del pensiero hegeliano, indicando i diversi percorsi di emancipazione delle donne: «nessuno a priori è condizionato al punto di non potersi liberare, nessuno a priori sarà così non condizionato da essere libero. Noi donne non siamo condizionate in modo irrimediabile, solo che non esiste nei secoli un’esperienza di liberazione espressa da noi».

Attraverso lo scritto del 1971 La donna clitoridea e la donna vaginale, l’autrice partendo dalle definizioni della fisiologia della sessualità femminile parla della donna vaginale e della donna clitoridea, definendo simbolicamente la prima una donna soggiogata dal patriarcato e la seconda liberata dalla sua oppressione.

La scelta di pubblicare l’opera di Carla Lonzi a cura della filosofa Annarosa Buttarelli, annunciata su Twitter dalla scrittrice, giornalista e curatrice della casa editrice La Tartaruga Claudia Durastanti, è importante per capire la genealogia dei movimenti femministi in Italia; memori delle sue parole: «non esiste la meta, esiste il presente. Noi siamo il passato oscuro del mondo, noi realizziamo il presente».

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