Ambiente

Energia: le Piccole e medie imprese vogliono le rinnovabili

Beyond Fossil Fuels evidenzia come più del 50% delle Pmi Ue ha sofferto per i rincari delle risorse fossili. Per il 77% delle aziende italiane la transizione è prioritaria ma servono semplificazioni amministrative
Credit: Jaeyoon Jeong
Tempo di lettura 3 min lettura
13 luglio 2023 Aggiornato alle 13:00

L’impatto della crisi energetica che ha investito l’Europa negli ultimi anni ha scosso economicamente il settore delle Piccole e medie imprese, investito dal rincaro delle bollette e dagli effetti inflattivi su tutta la filiera. Di fronte a questo stravolgimento macroeconomico, le Pmi europee considerano la dipendenza dalle risorse fossili una delle cause principali di questi aumenti.

Questo è il quadro che emerge dal nuovo report Renewable Energy as a Path to Resilience pubblicato Beyond Fossil Fuels, coalizione di organizzazioni che lavora per accelerare la transizione ecologica grazie all’eliminazione dei combustibili fossili. Secondo lo studio, più del 50% delle Piccole e medie imprese europee ha subito effetti negativi a causa del rincaro dei prezzi del petrolio, del carbone e del gas naturale. In particolare, quest’ultima risorsa ha conosciuto un’impennata dei prezzi a causa delle tensioni generate dall’invasione dell’Ucraina e il blocco delle forniture russe.

La ricerca è stata condotta da YouGov tramite una serie di sondaggi in 6 Nazioni europee (Italia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Polonia e Repubblica Ceca), mettendo al centro il mondo delle Pmi che in Ue conta su più 30 milioni di aziende con oltre il 60% dei posti di lavoro coperti.

Rispetto alla media europea, la stragrande maggioranza delle imprese italiane (76,6%) ha lamentato un impatto notevole a causa della crisi in corso, con ricadute sulla produzione e vendita dei loro prodotti, fra aumento dei prezzi dei beni e dei servizi. Questa combinazione di fattori negativi ha fatto diminuire i profitti aziendali e la produttività, tanto che il 77% degli intervistati ha affermato di aver attuato una serie di misure emergenziali e notevoli sacrifici per evitare il licenziamento del personale.

Il 62% delle Pmi italiane ha giudicato in maniera negativa la dipendenza dell’Italia dalle risorse fossili, cosa che le sta spingendo verso l’implementazione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Per il 77% delle imprese la transizione ecologica può diventare una priorità, a patto di ottenere una semplificazione amministrativa e burocratica in grado di garantire degli incentivi utili per rinnovare il tessuto industriale.

Secondo Luca Iacoboni, responsabile relazioni esterne e strategia per la decarbonizzazione del think tank ambientalista ECCO, il Belpaese deve compiere ulteriori passi per realizzare una transizione rapida ed efficace: «L’Italia è stata colpita duramente dalla crisi dell’energia. Una delle cause di un impatto così accentuato è stata l’enorme dipendenza dal gas fossile. Tre quarti delle Pmi italiane hanno dovuto affrontare un enorme aumento dei costi, con conseguenze di vasta portata per la loro competitività e anche per i clienti finali. Questo segmento di economia, così importante per l’Italia, considera oggi le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica come i pilastri fondamentali per accrescere la loro competitività e garantirsi un futuro economicamente sostenibile. La revisione del Piano Nazionale per l’Energia e il Clima (Pniec), attualmente in corso in tutta Europa e anche in Italia, sarà la cartina di tornasole per comprendere se l’Italia vuole continuare a dipendere dalle importazioni di fossili o, al contrario, ricercare la sicurezza energetica con tecnologie più competitive, sostenibili e vantaggiose per i propri comparti produttivi».

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