Ambiente

Hydrogen Valleys Italia: 54 progetti per 724 milioni

Oltre ai fondi pubblici, il settore dell’idrogeno verde potrà beneficiare di 3,6 miliardi previsti dal Pnrr. La costruzione di impianti industriali permetterà di produrne ogni anno 7.000 tonnellate
Credit: Kommers
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6 luglio 2023 Aggiornato alle 17:00

L’Unione Europea accelera sulla decarbonizzazione: una delle strategie perseguite è la European Hydrogen Valleys Partnership focalizzata sulle tecnologie delle celle a combustibili e dell’idrogeno (Fch) e sullo sviluppo dell’idrogeno verde: «Fornendo mezzi di stoccaggio, l’idrogeno risolve, in combinazione con altre tecnologie come le batterie, lo squilibrio tra domanda e offerta di energia, evitando così lo spreco di energia e facilitando l’integrazione delle energie rinnovabili all’interno della rete energetica ».

Anche l’Italia sta implementando questa strategia energetica-industriale e il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha deciso di incentivare lo sviluppo delle Hydrogen Valleys italiane, con l’approvazione di 54 progetti presentati da 19 Regioni e da 2 Province Autonome per un investimento pari a circa 724 milioni di euro.

Oltre a questi fondi pubblici, si aggiungeranno i 3,64 miliardi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per incentivare lo sviluppo del settore, fra cui i distretti locali di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso i fondi «sono ingenti e serviranno a sostenere la creazione di una filiera italiana dell’idrogeno», mentre il Governo lavorerà sulle condizioni burocratiche e normative per accelerare gli investimenti dei privati.

La costruzione dei nuovi impianti industriali permetterà di produrre annualmente 7.000 tonnellate di idrogeno verde proveniente da fonti rinnovabili, grazie all’installazione di una serie di elettrolizzatori con potenza pari a 124,5 megawatt. Quest’ultimi saranno alimentati con energia rinnovabile prelevata dalla rete o fornita da impianti e la potenza di questi sarà di 264,5 MW, grazie principalmente al fotovoltaico.

La strategia delineata dal Governo è stata salutata con soddisfazione dall’Associazione Italiana Idrogeno (H2IT) che, durante l’Italian Hydrogen Summit, ha sottolineato che la filiera privata è pronta per accelerare lo sviluppo di queste tecnologie. Infatti la seconda edizione dell’Osservatorio H2IT ha rilevato che il 65% delle aziende del settore ha registrato nel 2022 un aumento degli investimenti sull’idrogeno e la maggior parte, circa il 70%, proviene da risorse interne delle stesse aziende.

Secondo Alberto Dossi, presidente di H2IT , questo è solo il primo passo: «La filiera idrogeno è giovane, ma sta già raggiungendo traguardi importanti: finora, l’innovazione è nata dall’azione delle singole imprese o dalla collaborazione tra di esse, ma adesso tutto il comparto chiede a gran voce una strategia nazionale che accompagni tutte le realtà in questo percorso. La filiera vuole veder nascere una Strategia Nazionale sull’Idrogeno, che dichiari l’ambizione del Paese di svolgere un ruolo di rilievo, che dimostri che il settore sarà supportato da politiche e risorse adeguate, necessarie e imprescindibili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Per un profondo sviluppo che metta a frutto tutto il potenziale della filiera serve un piano completo che copra tutte le fasi di sviluppo non solo nel breve, ma anche nel medio e lungo termine. Questa strategia deve coinvolgere attivamente aziende, istituzioni e territori, che dovranno lavorare insieme per facilitare l’implementazione dei progetti idrogeno su tutto il territorio nazionale e garantire all’Italia un ruolo di rilievo nella costruzione di questo nuovo mercato».

Un altro punto sollevato dagli imprenditori riguarda la certezza delle regole, dato che per il 78% delle società la mancanza di norme stabili è un elemento di criticità, insieme al prezzo dell’energia.

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