Futuro

La taurina è un elisir di lunga vita?

Un recente studio ha scoperto che nei topi un incremento di taurina, che nell’organismo diminuisce naturalmente con l’età, rallenterebbe il processo di invecchiamento. Non mancano però alcune controindicazioni
Tempo di lettura 3 min lettura
24 giugno 2023 Aggiornato alle 17:00

Uno studio, pubblicato a giugno 2023 su Science, a firma di oltre 50 autori delle università più prestigiose del mondo, identifica la carenza di taurina come acceleratore dell’invecchiamento e la sua integrazione come una sorta di elisir di lunga vita, anche se molti aspetti sono ancora da verificare.

Alcuni ricercatori di Harvard già lo scorso gennaio avevano scoperto che l’invecchiamento sarebbe reversibile, e questo nuovo studio ha compiuto un passo ulteriore, individuando l’elemento capace di aumentare salute e longevità.

La taurina è un amminoacido contenuto in moltissime bevande energetiche. Quasi assente nelle piante, costituisce fino allo 0,1% del peso corporeo degli animali. Nelle persone adulte pare che la sua integrazione migliori molte malattie collegate all’invecchiamento come quelle metaboliche e infiammatorie, anche se sull’argomento mancano ancora studi clinici dettagliati.

Parminder Singh, tra i firmatari della ricerca, insieme ai suoi colleghi ha dimostrato che il declino della taurina è una caratteristica dell’invecchiamento in diverse specie con una riduzione di circa l’80% nell’arco della vita.

Contemporaneamente però, durante lo studio ha anche riscontrato come la somministrazione dell’amminoacido sui topi abbia portato a miglioramenti della forza, della coordinazione e della memoria, oltre che all’attenuazione di molteplici segni distintivi dell’invecchiamento.

Come avvenga nel dettaglio il processo non è ancora chiaro, ma negli anziani la diminuzione dell’80% della quantità di taurina è da ricondurre a una perdita di capacità di sintesi endogena, che avviene principalmente nel fegato. Anche nei topi la diminuzione della produzione epatica di taurina diminuisca con l’età.

Questione fondamentale è anche la relazione tra la longevità e la restrizione calorica: lo studio dimostra che l’integrazione di taurina non influisce sull’assunzione di cibo ma causa comunque una diminuzione del peso corporeo indicando un deficit calorico. Il fabbisogno energetico nei topo trattati con taurina è risultato infatti maggiore e il tempo di transito intestinale accelerato, anche se non è chiaro se l’assorbimento dei nutrienti fosse diminuito.

Un effetto già noto dell’amminoacido è l’aumento della capacità antiossidante che i ricercatori hanno messo in relazione con una diminuzione del danno ossidativo al Dna, e con una maggiore resistenza allo stress ossidativo.

Tuttavia, la taurina è una medaglia dalla doppia faccia. I rischi potenziali del suo incremento meritano di essere considerati attentamente perché mancano ancora studi sull’uomo di grandi dimensioni e a lungo termine.

Ad esempio, non si sa se possa avere effetti indesiderati sulla memoria o, più in generale, sui neurotrasmettitori.

Leggi anche
Benessere
di Antonio Pellegrino 4 min lettura