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Grazie ad alcuni test effettuati sui topi, il dipartimento di genetica di Harvard ha scoperto che l’invecchiamento è un processo reversibile. Al contrario di quanto si pensi
Credit: Mart Production
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1 febbraio 2023 Aggiornato alle 19:30

Siamo esseri umani e in quanto tali appariamo costretti a essere ingabbiati nella spirale del tempo, invecchiando inevitabilmente. O forse no? Secondo lo studio del dipartimento di genetica di Harvard, guidato dal biologo David Sinclair e pubblicato sulla rivista scientifica Cell, l’invecchiamento è reversibile.

Il mondo della scienza ha studiato a lungo il processo che porterebbe all’invecchiamento degli individui: un accumulo di specifiche mutazioni che nel tempo causano danni al dna. Le cellule del corpo umano vengono sostanzialmente compromesse nel tempo, conducendolo infine alla morte. Ma nel corso degli anni le prospettive degli studiosi sono cambiate.

L’epigenoma

La struttura del dna è composta da un percorso sinuoso e filamentoso a cui si lega un sistema formato da numerosi composti chimici, chiamato epigenoma. Questo dà luogo a meccanismi che permettono all’organismo di leggere correttamente le informazioni che fanno funzionare il nostro corpo, attivando o disattivando i geni.

Nel corso del tempo, però, tramite semplici azioni giornaliere, come la respirazione o l’esposizione ai raggi Uv - complici fattori esterni come inquinamento, fumo, o carenza di sonno - queste informazioni vengono perse e l’epigenoma non è più in grado di leggerle. Di conseguenza il dna si altera pesantemente e si invecchia.

L’attività del team di ricerca e la scoperta

I ricercatori - per confermare l’ipotesi dell’invecchiamento a causa della carenza di informazioni a disposizione dell’epigenoma - hanno analizzato alcuni roditori, aumentando il numero di rotture del dna in laboratorio per rendere il processo più veloce. I risultati ottenuti parlano chiaro: nei topi con dna alterato il processo di invecchiamento avveniva decisamente prima rispetto ai topi trattati in normali condizioni.

Una volta constatato ciò, gli scienziati si sono spinti oltre, per verificare se questo processo potesse essere reversibile tramite alcune manipolazioni dell’epigenoma. È stata somministrata ai topi una terapia genica nota come Osk (composta da un trio di geni) e, incredibilmente, ha funzionato: è riuscita a ripristinare completamente il processo di invecchiamento dei roditori, trainandoli nuovamente verso la giovinezza.

È un ripristino definito “permanente” ma non è ancora chiaro il motivo per cui la terapia genica abbia potuto invertire l’invecchiamento. Avanza adesso l’ipotesi secondo la quale le cellule dei mammiferi mantengano una sorta di copia di backup al loro interno.

Il potenziale e le prospettive future

La scoperta emerge dopo 13 anni di studio ed è avvenuta in collaborazione con la Carnegie Mellon University, la Keio University di Tokyo, l’ospedale Brigham and Women’s di Boston e numerosi altri istituti. Può essere considerata come il punto di partenza per qualcosa di rivoluzionario: manipolare l’epigenoma potrebbe bloccare e invertire l’invecchiamento, ingannando il tempo come un nastro che si riavvolge.

Ma vanno considerate tutte le cautele del caso e non è ancora possibile traslare la scoperta all’homo sapiens. Tuttavia, il potenziale dello studio è grandioso. La comunità scientifica sta ora testando l’esperimento sui primati, per replicare la terapia genica. E chissà, magari in un futuro nemmeno così tanto remoto, per poter ingannare il tempo scovando la famigerata pozione dell’eterna giovinezza anche per gli esseri umani.

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