Ambiente

Austria: l’enorme frana causata dalla crisi del clima

Il monte Fluchthorn si è “abbassato” di 100 metri: fango e detriti sono scesi a valle per quasi 2 chilometri. Per gli esperti, la colpa sarebbe delle alte temperature e del disgelo del permafrost
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15 giugno 2023 Aggiornato alle 14:00

Impressionato dal distacco, il capo del soccorso alpino locale a Galtür ha detto che almeno “cento metri dalla cima son venuti giù”.

A inizio settimana si è verificata una pesantissima frana - per fortuna senza morti e feriti - in Austria: a essere interessato il monte Fluchthorn nel Gruppo del Silvretta.

Qui un enorme quantità di rocce e detriti, convogliate in fiumi di fango, è scesa verso valle per almeno 2 chilometri e si stima che si siano staccati oltre 1 milione di metri cubi di roccia.

Si tratta di uno dei primi episodi così rilevanti in alta montagna, in Europa, alla vigilia dell’estate e secondo alcuni esperti potrebbe essere collegato al surriscaldamento e lo scioglimento del permafrost.

Proprio il disgelo della parte storica ghiacciata della montagna potrebbe aver provocato la frana che ha cambiato la configurazione del monte nel comune tirolese di Galtür (Austria), tra la regione del Tirolo e del Vorarlberg (Cantone svizzero dei Grigioni).

Come spiegato dagli esperti di soccorso alpino la frana ha spazzato via almeno 100 metri di terreno verticale e i detriti sono finiti lungo tutto il ghiacciaio sottostante in direzione del rifugio Jamtal.

Si stima che prima dello smottamento la vetta sud fosse la più alta della montagna, ora invece risulterebbe quella centrale (3.397 metri).

Come ha ribadito Patrick Schöpfer, membro del soccorso alpino, lo scioglimento della neve potrebbe essere stato dovuto alle temperature record di caldo degli ultimi tempi.

La zona è stata per ora dichiarata come pericolosa e gli appassionati di arrampicata sono stati avvertiti di evitare di transitare nell’area. Alcuni video hanno ripreso l’impressionante colata di detriti e le condizioni successive della montagna, dove è andata distrutta anche la croce in cima.

I danni possibili sono stati stimati intorno a 1 milione di euro. Inoltre alcuni geologi locali hanno riferito all’agenzia di stampa austriaca Apa che la caduta massi era prevista da tempo proprio per via dello scioglimento dei ghiacciai e del permafrost a causa della crisi climatica.

Solo il mese scorso il villaggio svizzero di Brienz era stato evacuato dopo che i suoi 50 residenti erano stati avvertiti di condizioni simili a quelle austriache riguardanti le enormi formazioni rocciose di due milioni di metri cubi che sovrastano la comunità.

Ora, dopo il crollo austriaco, diversi alpinisti stanno esprimendo preoccupazione per una delle vette più popolari delle Alpi dell’Algovia: l’Hochvogel in condizioni simili, anche se il pericolo di crollo non sembra imminente. Più in generale diverse zone montuose delle Alpi, così come delle Dolomiti, sono oggi osservate speciali per il pericolo di frane: nella maggior parte dei casi a preoccupare gli esperti sono proprio gli effetti della crisi climatica e l’innalzamento delle temperature.

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