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Cosa prevede il decreto Siccità

Dagli impianti di desalinizzazione alla sperimentazione delle tecniche di evoluzione assistita (Tea). Ti spieghiamo le principali modifiche approvate al provvedimento adottato per contrastare la crisi idrica
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12 giugno 2023 Aggiornato alle 13:00

Dall’introduzione della sperimentazione delle tecniche di evoluzione assistita (Tea) al potenziamento e all’adeguamento delle infrastrutture idriche, passando per alcune novità che riguardano la cabina di regia.

Sono queste alcune delle modifiche introdotte al cosiddetto “decreto Siccità” durante l’iter di conversione in Parlamento. Venerdì 9 giugno il provvedimento è stato approvato definitivamente dall’aula della Camera con 153 voti favorevoli, 73 contrari e 10 astenuti. Il testo messo a punto dal Governo per contrastare l’emergenza idrica è stato modificato in più parti durante l’esame in prima lettura al Senato, con diversi emendamenti approvati dalle commissioni Ambiente e Industria.

Le modifiche

Innanzitutto arrivano delle novità sulla cabina di regia per la crisi idrica prevista dal decreto. Oltre che dai Ministeri competenti l’organismo sarà composto anche dal presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome o da un presidente di Regione o Provincia autonoma da lui delegato. Tra le altre cose la cabina di regia dovrà poi occuparsi degli interventi funzionali al potenziamento della capacità idrica “suscettibili di esecuzione tramite forme di partenariato pubblico privato”, anche se non ancora inseriti nella programmazione triennale dei lavori pubblici.

Come dicevamo, è stata introdotta la sperimentazione delle Tea in campo agricolo.

L’ emendamento approvato in Senato – presentato dal presidente della commissione Industria Luca De Carlo (FdI) - prevede “l’autorizzazione all’emissione deliberata nell’ambiente di organismi prodotti con tecniche di editing genomico mediante mutagenesi sito-diretta o di cisgenesi a fini sperimentali e scientifici”, soggetta, fino al 31 dicembre 2024, a una specifica disciplina contenuta nel decreto.

L’obiettivo della sperimentazione è quello di consentire attività di ricerca nei “siti sperimentali autorizzati”, a sostegno di produzioni vegetali “in grado di rispondere in maniera adeguata a condizioni di scarsità idrica e in presenza di stress ambientali e biotici di particolare intensità”. Tutto questo nelle more dell’adozione, da parte dell’Unione europea, di una “disciplina organica in materia”.

Con una modifica approvata al provvedimento viene poi previsto il ricorso a forme di partenariato pubblico privato - come a esempio la “finanza di progetto” - per la realizzazione di impianti di desalinizzazione.

Un’altra novità riguarda l’installazione di impianti solari fotovoltaici collocati in modalità flottante. Per gli impianti che si trovano “sullo specchio d’acqua di invasi e di bacini idrici su aree pubbliche o demaniali”, compresi gli invasi idrici nelle cave dismesse o in esercizio, o installati a copertura dei canali di irrigazione, la “relativa istanza di concessione” è pubblicata sul sito istituzionale dell’ente concedente “ai fini della presentazione delle eventuali istanze concorrenti per un termine di trenta giorni”.

Con una modifica approvata dalle commissioni di Palazzo Madama si prevede che le sperimentazioni del deflusso ecologico dei corpi idrici possano essere “rimodulate” nel rispetto di quanto previsto dalla normativa europea e dal codice dell’ambiente, “tenuto conto dell’urgenza di fronteggiare le gravi conseguenze dovute ai fenomeni di siccità prolungata e agli impatti in termini di scarsità idrica”.

Infine, va segnalato un intervento che riguarda la continuità della produzione di energia elettrica. Infatti tra il 20 giugno e il 15 settembre sarà autorizzato l’esercizio temporaneo di singole centrali termoelettriche di potenza termica superiore ai 300 megawatt, per un numero di ore di funzionamento non superiore a 500 per ciascuna centrale, “nel rispetto dei limiti prestabiliti”.

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