Interiorizzazione: cosa significa?
Le persone cresciute in una società omofobica, eterosessista e discriminatoria, possono apprendere idee negative sull’omosessualità e sulle identità di genere non binarie.
Questo accade non solo alle persone eterocisgender ma anche alle persone Lgbtqai+, in particolare quelle cresciute in ambienti fortemente religiosi o conservatori, che attraverso un processo di interiorizzazione possono essere portati a pensare che l’eterosessualità sia la norma e il “modo corretto di essere”, sviluppando quelle che vengono chiamate “omofobia interiorizzata” o “oppressione interiorizzata”.
Queste possono manifestarsi in vari modi, tra cui:
· negazione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere;
· tentativi di alterare o cambiare l’orientamento sessuale, a volte sposando qualcuno dell’altro sesso per ottenere l’approvazione sociale o nella speranza di “essere curato”;
· bassa autostima, immagine corporea negativa;
· disprezzo per i membri più aperti o evidenti della comunità Lgbtqai+;
· disprezzo per coloro che si trovano nelle prime fasi del processo di coming out;
· negazione del fatto che l’omofobia, l’eterosessismo, la bifobia o il sessismo siano gravi problemi sociali;
· disprezzo per coloro che non sono come noi o disprezzo per coloro che sembrano come noi;
· proiezione del pregiudizio su un altro gruppo target;
· vergogna o depressione; difesa; rabbia o amarezza;
· assenza di scuola o abbandono scolastico. Inoltre, assenteismo sul posto di lavoro o riduzione della produttività;
· automonitoraggio continuo dei propri comportamenti, manierismi, convinzioni e idee;
· pratiche sessuali non sicure e altri comportamenti distruttivi di assunzione di rischi, incluso il rischio di Hiv e altre malattie sessualmente trasmissibili.