Diritti

Psicologo di base: il quadro delle Regioni italiane

Il Consiglio regionale pugliese ha dato l’ok per la sua istituzione; in passato, anche Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria e Veneto ci hanno provato. Non esiste, infatti, una legge che disciplini la materia
Credit: Mathieu Stern
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30 maggio 2023 Aggiornato alle 12:30

In Puglia, il Consiglio regionale ha di recente dato il via libera all’istituzione dello psicologo di base. A occuparsi di erogare il servizio a giovani e adulti sarà il Sistema sanitario regionale attraverso le Asl del territorio, che potranno assumere liberi professionisti a rapporto convenzionale con un budget di 450.000 euro per il 2024 e 1 milione e mezzo ogni anno dal 2024 in poi. L’obiettivo è intercettare con anticipo e diminuire il peso crescente dei disturbi psicologici della popolazione e promuoverne il benessere psicologico.

“Una legge giusta - ha detto la prima firmataria Loredana Capone, Presidente del Consiglio regionale - che riconosce a tutte e tutti, indipendentemente dal fatto che possano permetterselo o no, il diritto sacrosanto a prendersi cura della salute mentale propria o di chi gli sta accanto”. Un diritto che, secondo l’ultimo sondaggio condotto da BiDiMedia risponde all’esigenza di supporto psicologico di almeno 1 pugliese su 3, ovvero il numero di cittadini maggiorenni che almeno una volta nel corso della propria vita hanno usufruito di un colloquio o un intervento da parte di uno psicologo. Il dato cresce fino al 38% tra le donne e al 46% tra gli under 45.

Lo psicologo di base, secondo il testo di legge, è chiamato a fornire un primo livello di assistenza psicologica ai cittadini “di qualità, accessibile, efficace, conveniente e integrato con gli altri servizi sanitari” assicurando “una rapida presa in carico del paziente”. A monitorare il nuovo servizio, è prevista l’istituzione di un Osservatorio regionale, che si occuperà di programmare e coordinare le attività.

Già nel 2020 la Puglia era stata tra le prime Regioni ad adottare una legge per l’istituzione dello psicologo di famiglia (o delle cure primarie), un professionista pensato per affiancare il medico di medicina generale e il medico di base. Dopo una sperimentazione nel corso del 2018, la Regione aveva scelto di portare avanti il progetto coinvolgendo, inizialmente per l’arco di 1 anno, 9 psicologi di famiglia nelle Asl pugliesi: “Un numero obbligato - spiegava il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Puglia Vincenzo Gesualdo - in base al budget disponibile, sceso da 2 milioni e mezzo a 700.000 euro”. Tuttavia, nel 2021 il Governo ha impugnato la legge regionale per “invasione della competenza esclusiva statale riguardante l’ordinamento civile” e la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il provvedimento pugliese.

Al contrario, la legge regionale del 2020 che istituisce lo psicologo di base in Campania è stata riconosciuta legittima dai giudici della Corte ed è tuttora in vigore. La Puglia, dunque, non è sola nella sua recente iniziativa e altre Regioni si stanno muovendo verso l’istituzione di questa figura.

Nei primi mesi del 2021, la consigliera della Regione Lazio Sara Battisti ha promosso una proposta di legge contenente le “Norme per la sperimentazione dello psicologo delle cure primarie”. Il ddl prevede la sperimentazione dello psicologo di base al fianco del medico di base, segnalando i casi in cui sia necessario un intervento psicologico o psicoterapeutico.

A inizio 2022, poi, la Giunta regionale della Lombardia ha votato a favore della mozione che propone l’introduzione dello psicologo delle cure primarie, con una prima sperimentazione all’interno delle Case della Comunità, mentre il Consiglio Comunale di Torino ha invitato alcuni mesi fa il sindaco a chiedere alla Regione Piemonte l’istituzione e il finanziamento della figura dello psicologo di base. Anche in Umbria e Veneto, inoltre, sono state attivate delle sperimentazioni pluriennali di questo tipo di servizio.

Di introdurre lo psicologo di base in Italia si parla da anni, ma a oggi non esiste una legge nazionale che disciplini questa figura professionale. Tra le proposte presentate in Parlamento riguardo il tema, ci sono il disegno di legge firmato dalla senatrice Paola Boldrini, che nel 2020 ha chiesto l’istituzione dello “psicologo di cure primarie”, e la più recente proposta di legge presentata dal vicepresidente della commissione Affari Sociali Luciano Ciocchetti. Quest’ultima vuole introdurre nelle Asl il servizio di psicologia di assistenza primaria attraverso la creazione di un sistema di cooperazione tra medici di medicina generale, specialisti e pediatri di libera scelta.

Intanto, i servizi di salute mentale sono sempre più richiesti. Secondo il Rapporto Salute mentale 2022, che riporta i dati disponibili più recenti relativi al 2021, in Italia quasi 800.000 persone hanno usufruito dei servizi di salute mentale del Sistema sanitario nazionale, 50.399 in più rispetto al 2020 (quasi il 7% in più). A crescere è anche il numero di chi è entrato in contatto per la prima volta con i Dipartimenti di Salute Mentale del territorio: 289.871 nel 2021 contro le 253.164 dell’anno precedente.

Come fa notare il documento, all’aumento dei pazienti è corrisposto un incremento delle prestazioni erogate di 800.000 euro e una crescita del personale del 3,3%, al netto però di una continua diminuzione di strutture e servizi a disposizione dei cittadini.

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