Diritti

Medaglia d’oro alla salute mentale

Essere campioni non è semplice, e non mi riferisco alle abilità fisiche. La vera vittoria è mettere sé stessi al primo posto. Ora, anche il mondo della ginnastica ritmica l’ha capito
Credit: Dario Avila
Tempo di lettura 4 min lettura
5 novembre 2022 Aggiornato alle 06:30

Le testimonianze di Nina Corradini e Anna Basta, ex azzurre della ginnastica ritmica, hanno acceso una luce sul fenomeno delle violenze psicologiche e dei maltrattamenti che giovani ragazze e ragazzi subiscono nel mondo dello sport, dando a tantissime altre persone la forza di raccontare quello che era accaduto loro in passato.

La procura di Brescia ha aperto un’inchiesta a seguito della denuncia pubblica delle ginnaste - che hanno rivelato gli insulti e le enormi pressioni mentali subite da una allenatrice della Federginnastica (Fgi) quando si allenavano all’Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio - su decisione del Presidente della Fgi Gerardo Tecchi. Il commissario sarà il vicepresidente vicario Valter Peroni. Inoltre, è stato disposto un ufficiale di servizio che una volta a settimana andrà a verificare la situazione delle ragazze. Infine, sono stati stanziati 120.000 euro complessivi per il progetto di salvaguardia degli atleti.

Questi non sono i primi episodi: negli ultimi anni molte atlete erano uscite allo scoperto con testimonianze, libri e denunce. Come raccontato da loro stesse nelle interviste a Repubblica: “Soltanto una, dopo averci pesato ogni giorno in mutande davanti a tutte, ci umiliava e gridava se avevamo un etto in più rispetto al suo standard.”

Corradini ha raccontato come queste pressioni psicologiche le abbiano causato la nascita di un disturbo alimentare. Sul proprio profilo Instagram, Anna Basta ha dovuto persino replicare a commenti degli utenti che accusavano le loro famiglie di disattenzione verso le loro vite: “Vivevamo 11 mesi all’anno in ritiro a Desio. I genitori li vedevamo, se tutto andava bene, una volta al mese e, avendoli così lontano, ci siamo sempre sentite responsabili di non farli preoccupare, perché sapevamo che sarebbe stato troppo difficile affrontare a distanza quello che stavamo affrontando noi in quel momento”.

“I miei mi hanno sempre detto - continua la ginnasta - «Anna se stai male torna a casa, non ci interessa niente delle medaglie o dei mondiali». Io ho sempre risposto di voler rimanere e sono andata avanti così per 3 anni. Dopo 3 anni, ho deciso io di andarmene. Una volta tornata a casa le persone si sono realmente rese conto delle mie condizioni che da lontano purtroppo non potevano capire”.

Basta ha anche aperto una rubrica social, Non siete soli, per sensibilizzare i giovani sull’argomento e sul disturbo del comportamento alimentare. Lei stessa ha rivelato di essere persino arrivata a pensare al suicidio e, anche per questo motivo, di avere deciso con l’amica Nina di “non stare più zitte”.

L’associazione ChangeTheGame, fondata da Daniela Simonetti, raccoglie dal 2018 testimonianze di abusi e violenze nel mondo dello sport italiano, fornendo assistenza gratuita per contrastare la violenza sessuale e gli abusi su donne e minori nello sport.

Come affermato da Simonetti: «I problemi sono sotto gli occhi di tutti da tanto tempo». Una madre aveva denunciato, riporta Ansa, all’associazione le vessazioni subite dalla figlia 13enne: “Leggo con sgomento le denunce che in questi giorni si stanno susseguendo legate al mondo della ginnastica ritmica e artistica - scrive la madre all’associazione - ragazze che hanno deciso di aprirsi e parlare, raccontando la loro storia. Una storia comune ad altre bambine”. Proprio come la sua.

“A soli 13 anni - prosegue - mia figlia ha sperimentato l’abuso emotivo, il bullismo e l’isolamento da parte della sua istruttrice, riuscendo a parlarne solo dopo mesi con me. Umiliazioni e mortificazioni pubbliche, di fronte a tutte le compagne, allo scopo di demolirne l’autostima, a tal punto da farla smettere. Un cambio di atteggiamento repentino e traumatizzante da parte dell’allenatrice che è passata dall’incoraggiarla al dileggiarla, schernirla e isolarla”.

Le testimonianze nel mondo della ginnastica ritmica di alto livello sono purtroppo solamente la punta dell’iceberg di un ecosistema poco sano, che difficilmente verrà cambiato dalle stesse figure che erano già a conoscenza delle dinamiche.

Immaginare un mondo in cui le persone possano raggiungere i propri obiettivi in un clima più sano è possibile e doveroso. Bisogna fare tutto il possibile per sostenere, in ogni sede, chi si impegna per cambiare questi paradigmi tossici, perché è stancante vedere le istituzioni, le persone, stupite di problemi che ci sono da sempre. La potenza di Nina Corradini e Anna Basta è il punto di partenza, ma il traguardo verrà tagliato solo in un modo: non lasciandole sole, dimenticando la loro battaglia quando l’argomento non sarà più di tendenza.

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