Aziende: solo il 20% promuove davvero la comunità Lgbtq+
Come sta la comunità Lgbtq+ sul luogo di lavoro? Il nuovo report Diversity at Work, alla sua seconda edizione, risponde a questa domanda analizzando la situazione in Italia e in Europa. Il sondaggio, condotto nel 2022 dall’agenzia per il lavoro ManpowerGroup, ha raccolto oltre 5.000 risposte riguardo l’approccio all’inclusione delle aziende e l’esperienza personale degli intervistati. Obiettivo: promuovere una cultura del lavoro equa e attenta alla diversità.
Il Pride Month (che si celebra a giugno) e l’European Diversity Month, (promosso dalla Commussione europea nel mese di maggio) sono dedicati alla comunità arcobaleno e alla diversità: Bruxelles, in particolare, si impegna a promuovere luoghi di lavoro diversificati e società inclusive, riaccendendo i riflettori su questo tema.
Il rapporto di Manpower mostra che, nel 2022, la situazione è migliorata per la comunità Lgbtq+ in Italia, soprattutto in termini di visibilità e potere decisionale: le persone, secondo il sondaggio, sembrano essere più coraggiose e aperte alla condivisione. In particolare, le generazioni più giovani dimostrano maggiore attenzione per la diversità.
Sul luogo di lavoro, quasi il 60% delle persone Lgbtq+ intervistate in Italia (50% in Europa) ha reso pubblico il proprio orientamento anche sul posto di lavoro. Un riscontro più alto di 16,32 punti rispetto al 2021. Si tratta di più di 1 persona su 2.
Inoltre, la stragrande maggioranza crede che un ambiente di lavoro diversificato porti a maggiore produttività e innovazione, generando nuove idee. Si tratta di 9 persone su 10 in Italia: un riscontro più alto di 3 punti rispetto al 2021. A livello europeo il rapporto scende a 8 su 10.
Per quanto riguarda la scelta del lavoro, il 53% delle persone Lgbtq+ alla ricerca di un’occupazione sceglie aziende che implementino attivamente politiche sulla diversità: una crescita di 5 punti rispetto al 2021. A livello europeo sono solo il 39%. La scelta di un ambiente simile aiuta le persone appartenenti alla comunità arcobaleno a essere più produttive, libere e sicure di sé quando dichiarano il proprio orientamento sul posto di lavoro: è così per il 58% degli intervistati. A livello europeo vale per il 58%.
Non tutti sono propensi a fare coming out sul posto di lavoro, però: chi occupa posizioni junior, per esempio, è più riluttante. Solo il 59,15% di loro sarebbe pronto a farlo (31% a livello europeo), rispetto al 70% di chi ricopre una posizione senior. Secondo il sondaggio la situazione è in peggioramento rispetto al 2021. I dati sulla violenza verbale e sulle discriminazioni, dopotutto, mostrano trend statici o negativi. Ma, nonostante questo, la comunità Lgbtq+ oggi mostra maggiore sicurezza e le persone appaiono anche più sensibili e consapevoli verso le discriminazioni.
Ad aver subito violenza verbale sul posto di lavoro a causa della propria identità di genere o del proprio orientamento sessuale è il 14% degli intervistati in Italia (30% in Europa). Nel 58% dei casi è stata perpetrata da un superiore. Per le stesse ragioni, il 23% delle persone Lgbtq+ intervistate in Italia e in Europa ritiene di essere stato vittima di discriminazioni durante il processo di selezione e di assunzione. Un dato allineato a quello del 2021. Si tratta di una tendenza confermata dai professionisti intervistati che hanno dichiarato di aver assistito a comportamenti discriminatori contro individui Lgbtq+ sul posto di lavoro: si tratta del 32% (30% in Europa). Ben 4,5 punti in più rispetto al 2021. E non si tratta di un fenomeno legato esclusivamente all’Europa e all’Italia: secondo il Center of American Progress nel 2022 ha toccato il 50% degli intervistati, ma la percentuale è esplosa al 70% per le persone transgender.
Anno dopo anno le aziende si impegnano a creare un ambiente accogliente per i membri della comunità arcobaleno: i dati mostrano che a crescere sono anche la visibilità e il supporto collettivo nei loro confronti. Tra i settori che si impegnano di più a promuovere più inclusività sul posto di lavoro troviamo in cima quelle che si occupano di vendita al dettaglio, di logistica e trasporti. In Europa sono in testa le aziende IT.
Coloro che, in Italia, non solo hanno fatto coming out, ma sono anche disponibili a supportare i colleghi, sono in crescita di 24 punti rispetto al 2021 (43%). Per quanto riguarda le aziende, crescono al 34% quelle italiane che supportano pubblicamente le persone Lgbtq+ (+16 punti rispetto al 2021), attraverso comunicazioni esterne. Inoltre, molte prevedono formazione del personale (35%) oppure la creazione di gruppi di supporto (19%) per sostenere la comunità arcobaleno.
Ma, conclude il rapporto, c’è ancora molto da fare: secondo i professionisti intervistati, sia italiani che europei, i progetti che promuovono davvero la diversità Lgbtq+ solo nel 20% delle aziende. Una crescita di 1 punto percentuale rispetto al 2021, ma non abbastanza cospicua per parlare di cambiamento.