Ambiente

L’alleanza “green” dei petrolieri che non tiene conto delle emissioni più impattanti

In vista della Cop28 prende forma la Global Decarbonization Alliance fra le aziende dell’Oil & Gas. Promesse di emissioni nette zero per il 2050, ma non per quelle “esterne”, oggi considerate le più negative
Credit: Nathan Watson
Tempo di lettura 4 min lettura
8 maggio 2023 Aggiornato alle 17:00

Mancano ancora diversi mesi alla Cop28 di Dubai, conferenza delle Parti sul clima che quest’anno sarà presieduta, non senza polemiche, dal sultano Al Jaber, petroliere impegnato anche nel campo delle rinnovabili.

Sugli Emirati del greggio ricadranno di conseguenza gli occhi del mondo per comprendere se realmente, vista l’urgenza di affrontare la crisi del clima, si impegneranno e come nel decarbonizzare.

A tal proposito - racconta il Financial Times che spiega di aver visionato una nota - sarebbe pronto il lancio della Global Decarbonization Alliance, una grande iniziativa definita “faro” per far sì che le aziende dell’Oil & Gas fissino obiettivi per raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050.

Sebbene l’iniziativa abbia uno scopo importante, il come verrà portata avanti non convince - ancor prima della sua esecuzione - gli esperti: l’alleanza punta infatti a impegnarsi per ridurre le emissioni note come scope 1 e 2 del GHG Protocol, protocollo sui gas serra, ovvero le emissioni dirette delle aziende (come bruciare i combustibili fossili) e indirette (come quelle per l’elettricità usata degli impianti) ma non le emissioni scope 3, quelle “esterne” e considerate le più impattanti.

Se infatti è possibile che per le emissioni dirette e indirette (1 e 2) le multinazionali del petrolio e del gas possano davvero fare molto nel tentativo di ridimensionare i propri danni, discorso diverso è per le emissioni relative all’uso di terzi dei prodotti da loro venduti. Queste, le emissioni “scope 3”, sono ritenute le più impattanti: secondo lo UN Global Compact questa categoria rappresenta circa il 70% delle emissioni di cui un’azienda è responsabile e possono anche andare dal 65% al 95% delle emissioni di cui un soggetto è responsabile a seconda dei casi. Per cui, sottolinea il Ft, l’accordo della Global Decarbonization Alliance andrebbe a tralasciare l’impegno più importante, ovvero quello per ridurre le emissioni di tipo 3.

«È difficile vedere molta decarbonizzazione nella Global Decarbonization Alliance», ha detto al Ft Thomas Hale, direttore del gruppo di ricerca indipendente Net Zero Tracker, aggiungendo che qualsiasi iniziativa Cop “credibile” per petrolio e gas dovrebbe affrontare le emissioni di ambito 3.

«Gli Emirati Arabi Uniti come produttori di petrolio e gas hanno una grande opportunità di essere la forza trasformativa per riunire l’intero settore nel prendere sul serio questa sfida», ha precisato.

A breve dovrebbero tenersi altri incontri privati tra i vertici delle multinazionali dell’Oil & Gas negli Emirati Arabi Uniti che avranno proprio lo scopo di discutere di questa alleanza. Per ora si sa soltanto che Samir Elshihabi, capo della transizione energetica Cop28, ha inviato una lettera a diversi partner proprio per parlare dell’impegno a raggiungere emissioni nette zero (scope 1 e 2) ma con pochi riferimenti a quelle più “gravi”, ovvero quelle di ambito 3, anche se potrebbero essere lanciati nuovi piani in futuro che ambiscono a ridurre proprio queste emissioni di gas serra.

Con la nuova alleanza, le compagnie petrolifere e del gas dovrebbero comunque impegnarsi a misurare, verificare e riferire in maniera trasparente i loro progressi nel ridurre le emissioni provenienti dal fossile, mondo che vuole continuare a esistere a lungo (come ha fatto capire più volte il sultano Al Jaber) ma diventare “più verde” puntando su tecnologie per la cattura e lo stoccaggio del carbonio.

Su tutti questi impegni, dalla alleanza alle tempistiche fino ai costi, i contorni sono oggi ancora poco chiari, così come quello decisivo se il petrostato si impegnerà o meno per le emissioni di tipo 3, una questione fondamentale per la battaglia alla crisi climatica.

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