Diritti

Una tavola da skateboard per rompere gli stereotipi

Imilla Skate, il collettivo di donne boliviane che “surfano” con i vestiti tradizionali, lancia un messaggio di inclusione attraverso lo sport
Una skater del collettivo boliviano ImillaSkate (FotoArena)
Una skater del collettivo boliviano ImillaSkate (FotoArena)
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17 febbraio 2022 Aggiornato alle 12:06

Lo skateboard come simbolo di resistenza. È questo il mantra di ImillaSkate, un collettivo di donne fondato nel 2018 a Cochabamba, in Bolivia. La loro particolarità? Solcare con le tavole le strade della terza città più grande del Paese indossando gli abiti tradizionali indigeni.

Le “polleras” boliviane, gonne voluminose comunemente associate alle donne indigene, sono state per decenni simbolo di unicità ma anche oggetto di discriminazione. L’abbigliamento originario della conquista spagnola del 16° secolo, fu imposto alla popolazione autoctona, ma nei secoli successivi divenne parte dell’identità locale - più della metà della popolazione della Bolivia è di origine indigena. In passato i nativi americani erano socialmente esclusi: non potevano accedere ai trasporti pubblici e alle aree comuni; i riconoscimenti nella società sono stati concessi con l’elezione del primo presidente indigeno del Paese, Evo Morales.

Come segno distintivo, le skater di Imilla, tradotto con “giovane ragazza” in Aymara e Quecha, le due lingue più parlate in Bolivia, indossano proprio le polleras “come un grido di inclusione”. Per Dani Santiváñez, 26 anni, rispolverare gli abiti che un tempo appartenevano a zie e nonne, sembrava l’unico modo per reclamare le origini: «Non siamo diverse, abbiamo tutte origini indigene».

Ma attenzione a scambiarle per donne da abiti antichi: le polleras non vengono infatti indossate tutti i giorni, ma solo con lo skateboard. Al ginocchio e abbinate alle sneakers, le polleras si sono adattate ai tempi e sono diventate un simbolo di protesta. Le Imilla, che si allenano per competere nei tornei locali, usano le loro tavole come un veicolo per dare voce alle donne e trasmettere messaggi di inclusione e accettazione della diversità.

«Non si tratta solo di indossare le polleras, ma di migliorare nello sport, fare nuovi trick. Abbiamo iniziato come semplici skateboarder, con il tempo abbiamo avuto l’idea di vestirci come cholitas perché ci identifica: oggi è una fusione di entrambe le cose. Lo skateboard per me rappresenta il progresso nella mia vita», afferma Deysi Tacuri Lòpez, 27 anni, una delle giovani di ImillaSkate.

Uno dei luoghi preferiti dalle ragazze per esercitarsi sullo skateboard è una piccola discesa situata a Quillacollo, sulla strada che porta all’Ecotourism Park di Pairumani, alla periferia di Cochabamba. «Qui abbiamo un’ampia varietà di piante e alberi, ecco perché Cochabamba si chiama Ciudad Jardín, che si traduce come Garden City», commenta Dani, una delle fondatrici del collettivo femminista. Anche se in questi anni le ragazze hanno iniziato a incontrarsi all’Ollantay Park dove è anche nata la Ollantay House Skate School. «È il primo parco dedicato interamente allo skateboard», conclude Dani.