Ambiente

Orsi: Mase e ambientalisti cercano insieme una soluzione

Il tavolo tecnico, voluto dal Ministero dell’Ambiente e accolto positivamente dalle associazioni, mira a trovare nuove strategie per la complessa convivenza fra umani e animali selvatici
Credit: Adam Willoughby-Knox
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27 aprile 2023 Aggiornato alle 21:00

La complessa questione della convivenza uomo-orso, dopo i tragici fatti legati all’uccisione di Andrea Papi da parte dell’orsa Jj4, passa ora per la fase del confronto. Non un fatto scontato: finora tra prese di posizione differenti di istituzioni, ambientalisti e Governo era apparso decisamente improbabile strutturare un dialogo sul futuro dei plantigradi dell’arco alpino, oggi arrivati a oltre 100 esemplari complessi da gestire.

Per questo al Mase, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si è tenuto ieri un tavolo tecnico tra ministero e associazioni ambientaliste e animaliste nella speranza di dare il via a un piano strategico per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici.

Nell’audizione sono state coinvolte diverse associazioni di protezione animale e, durante la riunione, gli esperti del ministero si sono resi disponibili per lo studio di un piano che, sulla base delle necessarie valutazioni scientifiche, possa aiutare a migliorare la convivenza fra umani e animali selvatici. Allo stesso tempo le associazioni si sono impegnate a far pervenire in breve tempo i contributi tecnici che saranno poi presi in considerazione nell’elaborazione della strategia.

Si tratta di un primo passo importante. «La task force del Mase, in accordo con le indicazioni fornite dalle associazioni, si è resa disponibile all’elaborazione di un piano strategico che definisca la gestione dei plantigradi, e in generale, la convivenza con gli animali selvatici, attraverso le necessarie valutazioni scientifiche, e in conformità al quadro normativo vigente, che riconosce all’orso una forma di protezione particolare in base alla direttiva Habitat», ha spiegato il ministro Gilberto Pichetto Fratin aggiungendo che «saranno avviate le idonee interlocuzioni, anche diplomatiche, volte a vagliare un eventuale ricollocamento di plantigradi.

Durante le riunioni del Tavolo è emersa anche la richiesta di dotare gli operatori di pubblica sicurezza, così come avviene in altri Paesi, di dispositivi di difesa quali gli spray antiaggressione a principio attivo naturale; su quest’ultimo aspetto, il Ministero dell’Interno e Ispra hanno espresso parere favorevole per quanto di competenza limitatamente al personale con compiti di sorveglianza territoriale in aree di presenza dell’orso bruno. Abbiamo avviato in tal senso un confronto per l’adozione del prescritto Regolamento».

In generale, le associazioni che si sono sedute al tavolo hanno espresso parere positivo su questo primo incontro e sulla volontà comune di dar vita a un piano strategico.

Enpa per esempio ribadisce il suo no all’uccisione e al trasferimento in massa degli orsi e chiede più sforzi per concentrarsi su corridoi faunistici, dispersione delle femmine, controllo delle nascite attraverso la vasectomia degli orsi più grandi, identificazione degli orsi, e realizzazione di un grande santuario al posto del Casteller, così come l’attuazione di metodi dissuasivi e di strategie di prevenzione e informazione.

Per la Lav, Lega antivivisezione, che grazie al ricorso al Tar ha evitato una fine peggiore per Jj4, le proposte concrete portate al tavolo “possono essere applicate fin da subito sul territorio provinciale, fra cui quelle che la Provincia avrebbe dovuto realizzare da tempo e che invece ha tenuto in un cassetto, con l’obiettivo di prevenire quanto più possibile gli incidenti fra orsi e cittadini” spiegano ribadendo l’importanza di progetti di comunicazione per il territorio.

Oipa, invece, che si dice soddisfatta dell’incontro, spiega che “è ora di voltare pagina, e auspichiamo che questo incontro sia solo il primo nell’ambito di un’interlocuzione necessaria che rappresenti gli interessi degli animali selvatici. Finora il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, troppo preso a compiacere una minoranza che rappresenta il suo bacino elettorale, sembra essersi mosso con estrema disattenzione. Il risultato è stata un’inefficiente armonizzazione delle istanze della comunità con il compito di tutela della fauna che è in capo a qualsiasi amministratore”.

Per Leidaa, la Lega italiana per la Difesa degli Animali di Michela Vittoria Brambilla, “abbattimento e trasferimento di massa degli orsi non sono soluzioni. È un bene che il Ministero dell’Ambiente intervenga a gamba tesa. La gestione dei plantigradi dev’essere sottratta alla politica locale e riconsegnata agli esperti con la regia del Ministero, che deve dare linee di indirizzo precise, e con un ruolo più incisivo dell’Ispra”.

Positivo anche il giudizio di Legambiente che sostiene come il Ministero “ha accolto con positività l’appello che avevamo lanciato a inizio aprile per l’istituzione di un tavolo di confronto aperto anche ad associazioni e altre realtà per discutere insieme sulla gestione dell’orso e la convivenza con l’uomo. La gestione dell’orso e degli animali selvatici sulle Alpi deve essere affrontata come una questione nazionale e con un approccio scientifico. Abbiamo chiesto anche l’attuazione del Pacobace in tutte le sue parti a partire dall’attuazione delle campagne di informazione e comunicazione su cui poco è stato fatto soprattutto nella provincia di Trento”.

Infine il Wwf ricorda che “sulla vicenda degli orsi in Trentino nei giorni scorsi avevamo auspicato un ruolo maggiormente proattivo da parte del ministero dell’ambiente e accogliamo quindi in modo positivo la riunione. Ora si tratta di dare seguito al confronto avviatosi e rafforzare la volontà delle istituzioni di lavorare per la sicurezza di persone e orsi”.

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