Ambiente

Una roulette russa per il futuro di Jj4

Le sorti dell’orsa, che lo scorso 5 aprile ha ucciso il runner Andrea Papi, oggi restano in mano al Tar. Ecco tutte le possibili opzioni
Credit: Keystone
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19 aprile 2023 Aggiornato alle 16:10

La roulette russa sul futuro dell’orsa Jj4 è oggi in mano a un tribunale del riesame. I proiettili, nell’ordine delle probabilità al momento, sono questi: un dardo pieno di curaro per ucciderla con eutanasia, il trasferimento all’estero in una struttura dedicata ma senza ulteriori spese da parte della Provincia autonoma di Trento e infine la permanenza prolungata, senza data certa, nella struttura recintata del centro faunistico del Casteller dove è rinchiusa ora.

L’unica pallottola che manca nel caricatore, nonostante una marea di appelli e petizioni, è quella della libertà. Troppo pericoloso rilasciare un orso che ha aggredito in passato e ucciso di recente, anche se è chiaro per tutti che non c’è alcuna “colpa” o intenzionalità da parte dell’animale noto anche come “Gaia” nella tragica morte del runner Andrea Papi, ucciso dal plantigrado il 5 aprile nella zona della malga di Grom.

Al Tar di Trento è affidato al momento il difficile verdetto che il tribunale amministrativo dovrà sciogliere l’11 maggio quando si riunirà la Camera di Consiglio.

Al momento, dopo la sua cattura avvenuta ieri e in cui sono stati coinvolti anche i tre cuccioli di sedici mesi che però sono liberi, il futuro dell’orso è incanalato in un complesso dedalo di posizioni, rimbalzi di scelte e responsabilità, con parte dell’opinione pubblica che tira da un lato e molti dei residenti trentini dall’altro.

Di fatto, l’orsa come gli altri oltre 100 esemplari che sono presenti nell’arco alpino per cui potrebbero essere prese decisioni di trasferimento, sono responsabilità dello Stato e non della Provincia di Trento che non può decidere di uccidere senza autorizzazione del Ministero dell’Ambiente.

Il Ministero, come ha fatto sapere il ministro Gilberto Pichetto Fratin, basandosi su quello che è il parere (ma non documenti ufficiali) dell’Ispra sostiene che si può procedere con il protocollo Pacobace autorizzando la rimozione dell’animale per motivi di sicurezza pubblica.

«Come ministro dell’Ambiente mi trovo ad aver istituito un tavolo che riguarda non tanto Jj4 ma più complessivamente l’eventuale eccedenza di numero di orsi e per quanto riguarda Jj4 c’è la magistratura e da parte mia il braccio operativo del Ministero dell’Ambiente è l’Ispra. Quindi la valutazione del ministro si basa su quella dell’Ispra che in questo momento al tavolo a Trento ha espresso parere favorevole all’abbattimento», ha detto in maniera netta Fratin.

Ad impedire l’abbattimento c’è però il ricorso al Tar portato avanti dalla Lav, lega anti vivisezione che in più occasioni si è opposta alle uccisioni e che ora, in attesa delle decisioni del Tribunale per l’11 maggio, invoca il trasferimento: la proposta, dato che gli animalisti considerano il recinto del Casteller come “un lager, un ergastolo” è quella di portare l’orsa in due luoghi e centri che hanno dato l’ok: il Gnadenhof für Bären, in Germania e Al Ma’wa for Nature and Wildlife, in Giordania, entrambe aree in grado di ospitare i plantigradi.

Se anche il trasferimento fosse approvato, cosa al momento difficile, si potrebbero aprire precedenti sullo spostamento degli animali in strutture estere, azioni che hanno costi elevati da sostenere. Ma si tratta comunque di “trasferimenti” che, anche nella sua volontà di abbattere l’animale considerato pericoloso per l’uomo, andranno valutati, vista l’idea del presidente della provincia Maurizio Fugatti di risolvere la questione orsi.

Al suo lato Fugatti, oltre a molti residenti del Trentino, coloro che vivono in prima persona la complessa convivenza con i predatori, conta oltre 160 sindaci di piccoli comuni e una larga parte dell’opinione pubblica locale.

Il resto d’Italia che non convive con lo stesso problema - se non nel parco di Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise dove nella vicinanza con gli orsi marsicani (minori per numero) finora non si sono registrati episodi drammatici per l’uomo - chiede invece a gran voce la “liberazione” dell’orso o per lo meno la protezione sua e dei cuccioli.

Sui social e in rete si susseguono gli appelli per la sua salvaguardia: in poche ore quasi in 30.000 hanno firmato la petizione “Salviamo l’orso!” su Change.org, gruppi come Biodiversità italiane hanno lanciato un appello per il suo trasferimento o altri ancora puntano sulla campagna #StopCasteller e chiedono con l’hastagh #fugattidimettiti un passo indietro del presidente della Provincia.

In questa Italia divisa fra chi ragiona di pancia, chi per empatia, chi per rabbia dato che vive nei territori a rischio o chi ancora si basa su questioni politiche, l’aspetto più interessante dovrebbe essere la valutazione da parte di esperti e scienziati. Mentre in molti concordano che i cuccioli, già svezzati, se la caveranno da soli, anche fra gli esperti sul domani di Jj4 c’è divisione.

Da quelli dell’Ispra, che hanno dato parere positivo a un abbattimento, ai veterinari che per esempio oggi si sono espressi chiedendo di non uccidere l’animale.

“Si sollecitano i colleghi professionisti addetti a vario titolo, e iscritti presso l’Ordine della provincia di Trento, di non assumere alcuna iniziativa che possa provocare la morte del soggetto per eutanasia, se non in precedenza concordata con il presente Ordine”, scrive in una nota l’Ordine dei veterinari della Provincia autonoma.

Nel documento dell’Ordine viene precisato che, “a tutela e garanzia delle figure professionali della categoria dei medici veterinari della provincia, e contrariamente a quanto lasciato intendere in occasione della conferenza dal presidente Fugatti, non vi è stato alcun confronto né con il presente Ordine né con altri professionisti veterinari delegati in materia, e pertanto non può esserci stata alcuna condivisione sul parere espresso dal governatore”.

Ricordando che l’animale sta bene, spiegano che “lo stato di salute dell’esemplare Jj4 non giustifica l’intervento eutanasico nell’urgenza, così come prospettato in conferenza, ma richiede una analisi complessiva della gestione dei plantigradi presenti sul territorio provinciale. Non si rilevano al momento pericoli verso la popolazione in quanto Jj4 risulta catturata e custodita. L’orso risulta specie protetta tutelata con legge dello Stato”, scrivono gli esperti.

Dichiarazioni che rimarcano come anche fra gli addetti ai lavori esistono posizioni e opinioni differenti in una Italia che - solo dopo il primo caso di attacco letale - sembra essersi svegliata prendendo coscienza che nelle nostre montagne sempre più abbandonate, dove avanzano i boschi e dove il progetto Life Ursus ha permesso la ripopolazione dei plantigradi, c’è una convivenza i cui equilibri richiedono interesse, monitoraggio, prevenzione e informazioni costanti, sui rischi e non solo, per la popolazione.

L’altra pallottola che andrebbe aggiunta alla rivoltella è infatti proprio questa: in attesa di capire cosa verrà deciso l’11 maggio, l’unico colpo da sparare sarebbe quello a salve, ma che faccia rumore, per una corsa rapida nell’affrontare finalmente in maniera seria, costruttiva e strutturata, la necessità di migliorare la convivenza sullo stesso territorio, che è uso di entrambi, di umani e animali selvatici.

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