Ambiente

La dura vita dell’orso polare

Oggi uno dei più grandi carnivori della Terra viene celebrato in tutto il mondo. Eppure, secondo il WWF e l’associazione Royal Society, la sua sopravvivenza è sempre più a rischio. A causa della perdita di biodiversità genetica e della mancanza di cibo
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
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27 febbraio 2022 Aggiornato alle 08:00

Oggi in tutto il mondo viene celebrato uno dei più grandi carnivori terrestri del Pianeta. Il suo nome scientifico è “Ursus maritimus” e, attualmente, rientra tra le specie a rischio di estinzione (è classificato con il grado di minaccia “vulnerabile”). La crisi climatica, infatti, sta distruggendo l’Artico, suo habitat naturale, mettendo in serio rischio la vita dell’animale. Stiamo parlando dell’orso polare di cui, secondo gli ultimi dati riportati dal WWF, rimangono circa 26 mila esemplari nelle regioni artiche.

Uno studio, pubblicato a settembre dall’associazione scientifica Royal Society, ha rilevato che lo scioglimento del ghiaccio e della calotta artica ha provocato l’aumento della consanguineità tra gli orsi polari. Lo studio è stato condotto alle isole Svalbard, l’arcipelago norvegese del Mare di Barents. «Abbiamo testato gli impatti genetici della scomparsa del ghiaccio marino sull’orso polare, campionati in due decenni (1995-2016) - si legge nello studio - I nostri risultati hanno rivelato una perdita del 3-10% della diversità genetica durante il periodo di ricerca».

Questa consanguineità, a lungo andare, potrebbe portare a una prole sterile e a una difficoltà di resistenza alle malattie. Lo ha spiegato Simo Maduna (uno degli autori della ricerca) alla ABC News, definendo i risultati «allarmanti».

Già nel 2020, in uno studio pubblicato su Nature Climate Change, era stato posto il problema di una possibile estinzione precoce degli orsi polari ma, in questo caso, l’attenzione dei ricercatori si era focalizzata sulla mancanza di cibo. Secondo i risultati, lo scioglimento dei ghiacci costringerà l’animale ad affrontare viaggi sempre più lunghi in mare per procurarsi il cibo. In questa prospettiva, si è ipotizzato che la sopravvivenza degli orsi polari venga messa a rischio entro il 2100.

Tra le organizzazioni che si occupano esclusivamente della difesa della specie e del suo habitat naturale, vi è la Polar Bears International, composta da un team di ambientalisti e scienziati. «Tenere al sicuro mamme e cuccioli, affrontando anche il problema del riscaldamento climatico, è una parte fondamentale del nostro lavoro» si legge sul sito dell’organizzazione.

In occasione della giornata mondiale, la PBI sta raccogliendo fondi per sviluppare un nuovo strumento che permetta di mappare le tane degli orsi, al fine di garantire la protezione dell’area e la sicurezza delle madri e dei cuccioli.

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