Futuro

Carne coltivata, arriva il grasso riprodotto in laboratorio

Grazie a leganti come alginato di sodio e l’enzima mTG, un team di ricercatori statunitensi ha prodotto un tessuto adiposo con una consistenza e una composizione simili ai grassi naturali degli animali
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Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
27 aprile 2023 Aggiornato alle 18:00

Mentre il Governo italiano continua a discutere di carne cosiddetta “sintetica”, che tecnicamente non esiste, continuano i progressi della carne coltivata in laboratorio a partire dalle cellule animali, anche questa ancora lontana dall’arrivare sulle nostre tavole, per conferirle un sapore e una consistenza simili a quelle ottenute tramite la macellazione.

La maggior parte di questi prodotti in fase di sviluppo, infatti, si presenta sotto forma di una miscela non strutturata di cellule, come bocconcini o polpette di pollo. Manca insomma la consistenza fornita da fibre muscolari, tessuto connettivo e grasso.

Ora un team di ricercatori statunitensi ha prodotto con successo tessuto adiposo in laboratorio che possiede una consistenza e una composizione simili ai grassi naturali degli animali.

I risultati della ricerca, condotta dal Dipartimento di ingegneria biomedica del Tissue Engineering Resource Center presso la Tufts University, Massachusetts, e dal Dipartimento di ingegneria biologica del Mit (Massachusetts Institute of Technology), sono stati pubblicati all’inizio del mese sul sito dell’organizzazione no profit eLife.

In natura i vasi sanguigni e i capillari forniscono ossigeno e sostanze nutritive in tutto il tessuto. I ricercatori non sono ancora in grado di replicare quella rete vascolare su larga scala nel tessuto coltivato in laboratorio, quindi possono solo far crescere muscoli o grasso fino a pochi millimetri.

Per aggirare questa limitazione, gli scienziati hanno coltivato cellule adipose di topi e maiali prima in uno strato bidimensionale piatto, quindi hanno raccolto quelle cellule e le hanno aggregate in una massa tridimensionale con leganti come l’alginato di sodio e l’enzima della transglutaminasi microbica (mTG), entrambi già utilizzati in alcuni alimenti.

«Il nostro obiettivo era sviluppare un metodo relativamente semplice per produrre grasso sfuso. Poiché il tessuto adiposo è costituito prevalentemente da cellule con pochi altri componenti strutturali, abbiamo pensato che l’aggregazione delle cellule dopo la crescita sarebbe stata sufficiente per riprodurre il gusto, la nutrizione e il profilo di consistenza del grasso animale naturale», ha spiegato John Yuen Jr, primo autore dello studio.

«Questo metodo di aggregazione di cellule adipose coltivate con agenti leganti può essere tradotto in una produzione su larga scala di tessuto adiposo coltivato nei bioreattori, un ostacolo chiave nello sviluppo di carne coltivata», ha commentato David Kaplan, autore dello studio e direttore del Tufts University Center for Cellular Architecture (Tucca).

«Continuiamo a guardare ogni aspetto della produzione di carne coltivata – ha concluso – con l’obiettivo di consentire la produzione di massa di carne che abbia l’aspetto, il sapore e sembri a tutti gli effetti una cosa reale».

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