Ambiente

Trasporto di animali vivi: è tempo di dire basta

Gli esemplari diretti ai macelli viaggiano in condizioni atroci, tra sofferenze indicibili e diritti negati. Bisogna tutelarli: la pratica va interrotta subito
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26 aprile 2023 Aggiornato alle 06:30

La tratta degli animali vivi continua a provocare sofferenza. A dimostrarlo ci sono le immagini che abbiamo diffuso come Animal Equality, raccolte a fine marzo da Animal Welfare Foundation ed Enpa, che raccontano il viaggio fatto di sovraffollamento e assenza di cure essenziali per migliaia di agnelli. Molti di loro non erano neppure svezzati e viaggiavano sulle strade italiane senza potersi alimentare, dopo essere stati strappati alle loro madri a poche ore di vita.

Ogni giorno questa storia si ripete e condanna 1 miliardo e mezzo di animali a essere trasportati per ore, a volte giorni, su strada, rotaia e via mare in tutta Europa e dall’Europa verso Paesi terzi, nella maggior parte dei casi diretti ai macelli, dove la loro fine sarà ancora più crudele. In Italia accade lo stesso, ma il Governo non sembra avere le idee chiare a questo proposito.

Nonostante le tante violazioni delle norme sul benessere animale riscontrate negli anni di attività in cui il nostro team investigativo ha denunciato camion sospetti alle autorità (nel corso dell’ultima inchiesta, il valore delle multe ha raggiunto i 20.000 euro), di recente la viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, ha espresso la propria solidarietà a favore di questa pratica, anziché riconoscere le problematiche terribili che comporta.

Pochi giorni fa, però, il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida ha detto che le norme europee vanno cambiate, perché hanno mostrato gravi lacune nella tutela del benessere degli animali. Tuttavia lo stesso Ministro, in occasione del Consiglio Agricoltura e Pesca dell’Unione europea, ha appoggiato una nota presentata dal Portogallo che chiede di “continuare a facilitare il commercio intracomunitario e l’esportazione di animali vivi, senza concentrarsi su misure volte a vietare o limitare alcuni tipi di trasporto”.

Qual è, quindi, davvero la posizione del Governo in merito a un’ingiustizia che si consuma senza tregua a danno di milioni di esseri senzienti sfruttati a scopo alimentare? I ministri competenti dovrebbero assumere una posizione chiara una volta per tutte e porre fine a una pratica obsoleta, inutile e soprattutto fonte di gravi sofferenze per gli animali coinvolti, vietando per sempre il loro trasporto.

Galline, maiali, cavalli, mucche, pecore, vitelli e agnelli sono solo alcuni degli animali che subiscono viaggi insostenibili durante i quali sono costretti a calpestarsi a vicenda, vittime di fame, sete, temperature estreme ma non solo. Sistemi di abbeveraggio fuori uso, animali con le zampe spezzate o agonizzanti e mezzi di trasporto non a norma rappresentano la normalità.

Gli interventi delle autorità, poi, lo dimostrano chiaramente: le sanzioni e i controlli non bastano, questa pratica va abolita. E a richiedere un cambio di passo è anche l’Ue. Mentre l’Efsa Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha detto che gli animali sfruttati a scopo alimentare che viaggiano via mare e sulle strade europee soffrono in modo atroce e inutilmente, le immagini diffuse nell’ultimo periodo mostrano ancora una volta il fallimento di un sistema produttivo che continua incurante a sfruttare animali trattati come merci.

Di fronte a questa situazione insostenibile e dannosa, la politica italiana deve agire, anche a costo di scontentare un’industria potente come quella alimentare.

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