Bambini

Usa: i bambini non sanno leggere. Educatori e genitori protestano

Un metodo di insegnamento che mette da parte lo studio della fonetica ha reso i piccoli americani pessimi lettori. Il movimento per la Scienza della lettura vuole convincere Stati e scuole a cambiare i programmi
Credit: MART PRODUCTION.
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20 aprile 2023 Aggiornato alle 16:15

Immaginiamo l’orgoglio di un genitore che vede suo figlio prendere in mano un libro e leggere le sue prime parole in modo fluido e senza intoppi. Ecco: negli Stati Uniti, dove moltissimi bambini hanno difficoltà di lettura, è sempre più raro. Quasi 1 bimbo americano su 3 non è capace di superare un test di livello base secondo i parametri del principale esame nazionale. E i risultati sono ancora peggiori per i minori neri e nativi americani: il 50% continua ad avere capacità di lettura al di sotto del livello base nelle classi corrispondenti alla nostra terza media.

Benché il problema è noto da tempo, solo di recente si è strutturato un vero e proprio movimento di proteste riguardo l’insegnamento della lettura nelle scuole, che riunisce genitori di bambini dislessici e incapaci di leggere, attivisti per i diritti civili, educatori e politici di diversi schieramenti che vogliono cambiare il sistema. Come riportato dal New York Times, le critiche colpiscono tutti quelli che sono ritenuti responsabili di come i bambini (non) imparano a leggere: i distretti scolastici, gli editori di testi didattici, i guru dei metodi di apprendimento della lettura e i college dove si formano i futuri insegnanti.

Le ricerche scientifiche dimostrano che la maggior parte dei bambini ha bisogno di metodi di insegnamento fonetico per imparare a leggere, che consentono di capire come le parole siano costituite da elementi o unità foniche e che c’è corrispondenza tra queste stesse unità e le loro rappresentazioni grafiche o grafemi. I moti di proteste, sotto lo slogan “la scienza della lettura”, vogliono appunto promuovere l’adozione di queste tecniche nei piani di studio degli istituti americani, dove per anni sono state soppiantate da metodi alternativi.

La storia raccontata nel podcast Sold a Story, a ottobre 2022, ha amplificato le voci di chi da anni protestava contro il sistema educativo. La giornalista di American Public Media Emily Hanford ha spiegato nella serie in più episodi come famosi esperti di scienze dell’educazione hanno fatto sì che un’intera generazione di studenti non imparasse a leggere a causa di un metodo che gli scienziati cognitivi avevano definito errato già diversi decenni prima. Il podcast ha raggiunto quasi 5 milioni di download.

La principale ideatrice delle teorie contestate è Lucy Calkins, professoressa del Teachers College, Columbia University, oggi una delle persone più influenti nell’ambito dell’istruzione elementare americana. I suoi ammiratori considerano i suoi libri come bibbie e le strategie di lettura da lei promosse sono state a lungo dominanti nella gran parte degli istituti scolastici del Paese.

Al centro del programma di lettura del Teachers College, che si basa sulla cosiddetta “Balanced” literacy, c’è l’idea che i bambini possano imparare a leggere in modo naturale tramite l’ascolto in classe di testi di letteratura per l’infanzia letti dall’insegnante, e dedicando diverse ore alla pratica (in solitaria) a casa. L’attenzione non è tanto su come scandire le parole che formano il testo scritto, quanto sulla comprensione delle storie, dei personaggi e della trama. Un approccio spesso utilizzato in questi corsi è quello che stimola i bambini a indovinare le parole dalle immagini o dal contesto associato (Three-cueing).

Con l’aumentare degli studi scientifici a supporto della fonetica e del più ampio concetto di “scienza della lettura”, persino Lucy Calkins lo scorso anno ha deciso di riscrivere il suo programma di studio, introducendo ogni giorno alcune ore dedicate in classe all’insegnamento strutturato di queste tecniche. Secondo il Nyt, l’accademica avrebbe, comunque, dichiarato che: «Ridurre l’insegnamento della lettura a nient’altro che la fonetica significa fraintendere cos’è la lettura e cos’è l’apprendimento».

Negli anni passati le istituzioni non hanno fatto abbastanza per cambiare i programmi di lettura nelle scuole. Un primo intervento (fallito) era stato messo in atto durante la presidenza di George W. Bush con l’approvazione nel 2001 dell’iniziativa Reading First, pensata per promuovere i metodi educativi supportati dalla comunità scientifica nelle scuole finanziate dal progetto.

Negli ultimi 10 anni, più della metà degli Stati ha approvato leggi per incoraggiare la scienza della lettura nelle scuole come strategia raccomandata a livello nazionale. Gli ultimi interventi di questo tipo sono stati fatti in California e in Georgia. Ma senza alcun obbligo di utilizzare questo metodo, gli istituti sono rimasti liberi di scegliere singolarmente il proprio programma.

Solo pochi Stati, come l’Arkansas e la Louisiana, hanno introdotto il divieto per le scuole di usare programmi basati sul Three-cueing. In questa direzione vuole andare anche il Governatore dell’Ohio, Mike DeWine, che ha presentato una proposta di legge il mese scorso per vietare l’utilizzo nelle scuole di qualsiasi metodo diverso dalla scienza della lettura.

Sotto la forte pressione delle proteste in corso, diversi distretti scolastici in tutto il Paese stanno archiviando i loro vecchi programmi di lettura per lasciare spazio alla fonetica. Persino nella città di New York, dove nel 2019 quasi la metà delle scuole elementari pubbliche usava il metodo creato da Lucy Calkins, qualcosa sta cambiando: all’inizio di quest’anno, il dipartimento dell’istruzione della città ha imposto alle scuole di integrare con un programma di fonetica il piano di insegnamento della lettura nelle classi di bambini dai 5 agli 8 anni, supportando gli insegnanti anche con corsi di formazione specifici.

Ci vorrà tempo perché le scuole si adeguino a programmi di studio più completi ed efficaci. Innanzitutto, non c’è ancora un piano di studi consolidato a livello accademico per insegnare la scienza della lettura e i vecchi libri di testo dovranno essere sostituiti con manuali adeguati. Insieme alla fonetica, bisognerà dare importanza anche allo sviluppo di un buon vocabolario e di conoscenze riguardo i contesti di fondo per una vera comprensione del testo. Oltre a ciò, bisogna tenere conto che negli scarsi risultati scolastici ha sempre un peso il contesto sociale di provenienza e che alcuni studenti hanno bisogni educativi che richiedono un’attenzione diversa.

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