Bambini

Ogni segreto è un prestito: conservalo con cura

Il giorno di Pasqua, un bambino è stato lasciato in segreto in un ospedale di Milano, e lo sono venuti a sapere subito tutti. Ma perché i segreti sono così preziosi e vanno tenuti stretti?
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15 aprile 2023 Aggiornato alle 08:00

Le bugie sono un furto e i segreti sono un prestito. Le bugie sono un furto di fiducia: chi dice una bugia ruba la fiducia degli altri, spesso nel suo solo interesse. I segreti invece sono un prestito di fiducia. Quando raccontiamo un segreto a qualcuno, gli affidiamo un pezzetto preziosissimo di noi perché lo conservi gelosamente finché non potrà essere rivelato. Un segreto non è un regalo, è solo un prestito.

Perché esistono i segreti? Perché ci sono delle cose - degli avvenimenti, dei pensieri, delle scelte - che la gente non è sempre pronta a capire e ad accettare. Ogni tanto vorremmo poter dire a gran voce il nostro segreto ma non lo facciamo, per paura che qualcuno ci faccia del male o per paura di rimanere soli. Un segreto è prezioso e potente, e va tenuto stretto e al sicuro. Fare una cosa di nascosto, quando ci protegge da un male, è una cosa giusta. Anzi, è un diritto.

In Italia, una cosa che si può fare di nascosto è partorire. Non si partorisce nascoste in una grotta o sotto una coperta. Si va in ospedale e si partorisce sul lettino, con i dottori e le dottoresse intorno. Chi decide di partorire di nascosto non dice il suo nome e, dopo il parto, affida il bebè all’ospedale in modo che una famiglia possa occuparsene e adottarlo.

Ci sono mille motivi che spingono una donna a partorire di nascosto e dare in adozione il bebè appena nato. Forse perché è sola, perché non ha una casa, perché è vittima di violenza e vuole proteggere il bambino, perché non se la sente. In Italia, oltre al parto segreto, c’è un’altra possibilità che si chiama “Culla per la Vita”. È una porticina al calduccio vicino a un ospedale dove una persona - la mamma o il papà, per esempio - può lasciare segretamente un bebè perché non ce la fa proprio a occuparsene. In Italia ce ne sono un po’ meno di 60.

Non devi pensare che succeda spesso: i genitori, anche quelli che devono rinunciare al loro piccolo, non sono degli sbadati che decidono una mattina di punto in bianco di dare via il loro bambino. Da quando sono state create le Culle per la Vita, i bebè lasciati lì si contano sulle dita di una mano. Sono però molto importanti perché permettono a dei genitori disperati di affidare un bambino alle cure di medici e assistenti che gli faranno avere una vita migliore. Come c’è scritto sul sito, è una “estrema possibilità”. Quanto sono belle le parole quando sono usate nel modo giusto.

Dover rinunciare a un bambino per un motivo o per un altro è molto vertiginoso. Non è per niente un gesto facile, ci vuole coraggio. E la gente, tanta gente, non si prende il tempo e il silenzio per capire. È per questo che il segreto è importante.

La settimana scorsa, nel giorno di Pasqua, un bambino è stato lasciato nella Culla per la Vita dell’ospedale Mangiagalli di Milano. È successo tutto nel modo giusto: il bambino è stato lasciato nella cullina, stava bene ed è stato subito accudito dal personale dell’ospedale. Poi, però, il direttore del reparto ha fatto una cosa che non doveva fare: ha svelato il segreto. Ha detto ai giornalisti che era arrivato un bambino nella Culla per la Vita, ha detto come si chiamava, quanto pesava, com’era vestito e ha letto la lettera molto privata che la mamma gli aveva lasciato. E i giornali, la tv e la radio hanno ripetuto tutto, per giorni e giorni.

Quando i segreti vengono spifferati, la gente si trasforma in lupo: tutti si abbuffano dei pezzetti di informazione e dicono, parlano, giudicano selvaggiamente. E noi, ormai, viviamo in un mondo dove le parole viaggiano lontanissimo e hanno il potere di stanarti e farti male dovunque tu sia.

La ragazza che ha affidato il suo bambino alla Culla per la Vita, per un motivo che non conosciamo ma che dev’essere sicuramente serio abbastanza, non dev’essere in ottima forma. Innanzitutto perché il suo gesto è molto importante e le ha sicuramente richiesto molto coraggio, e poi perché starà senz’altro leggendo i giornali, ascoltando la radio, guardando la tv e tutti parlano solo di lei, come se la conoscessero, mentre nessuno sa niente.

E questo bambino, che sarà presto adottato da una famiglia che potrà accoglierlo con gioia, un giorno crescerà. Quando sarà un adulto, nel 2041, se lo vorrà o ne sentirà il bisogno, potrà cercare delle informazioni sulle sue origini. Per colpa del segreto spiattellato, troverà chili di articoli e di servizi tv che hanno parlato della sua nascita. Scoprirà che nel 2023 i giornali, la radio, la tv si sono accaniti sulla sua mamma e su di lui per giorni, cercando di svelare un segreto che non gli apparteneva. Sono pronta a scommettere che non sarà un bel momento.

Gli adulti - i medici, i giornalisti, i politici - devono capire che i segreti non sono un capriccio. Sono uno scudo. E che lo devono rispettare. Se ricevi un segreto e sai che, rivelandolo, potresti fare male a chi te lo ha affidato, tienilo stretto e al calduccio. I segreti sono come i bambini nelle Culle per la Vita: non sono abbandonati, sono affidati a chi ne può avere cura.

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