Ambiente

Siamo stati bravi a smarcarci dal gas russo

Il report di Ecco rileva, nell’ultimo inverno, una diminuzione della domanda di gas del 20% e anche le previsioni per fine anno sembrano incoraggianti. Ora dobbiamo investire su decarbonizzazione e rinnovabili
Credit: Ompe.org
Tempo di lettura 4 min lettura
5 aprile 2023 Aggiornato alle 08:00

Fuori dal tunnel della dipendenza dal gas russo in poco più di un anno. L’Italia ha dimostrato di essere in grado di uscire dallo stretto legame con la Russia per l’approvvigionamento energetico grazie a una serie di fattori, dall’aumento delle rinnovabili alle temperature più miti, dai sacrifici per risparmiare in bolletta sino all’efficienza energetica nei consumi.Nell’ultimo inverno (periodo settembre-febbraio) la domanda di gas in Italia è infatti calata del 20% rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti.

A raccontarci questo importante calo della domanda è un nuovo report del think tank sul clima Ecco.

In generale nell’intero 2022 la riduzione della domanda è stata del 9,8% rispetto al 2021 e il calo annuo è in linea con quello europeo (-13%, 330 miliardi di metri cubi nel 2022, a fronte dei 380 del 2021). Di conseguenza, stimano gli esperti, “il risparmio ha permesso al mercato europeo di riequilibrare domanda e offerta di gas, portando i prezzi a 40-50 euro/MWh rispetto a valori sempre superiori ai 100 euro nel 2022”.

Come spiega Matteo Leonardi, co-fondatore e direttore esecutivo, Politiche nazionali di Ecco, «la crisi del gas si è progressivamente riassorbita grazie a risparmi, efficienza e rinnovabili. La domanda di gas è scesa del 20% nel periodo invernale, riportando il mercato in equilibrio. Gli stoccaggi escono dall’inverno ancora ben forniti (57%) e questo rappresenta la maggiore garanzia contro il rischio di nuove crisi dei prezzi».

Nel dettaglio nel settore civile i consumi hanno registrato un calo del 21% e anche a livello di impatti sulla bolletta si sono registrati valori importanti. Per esempio a Milano una famiglia tipo «ha visto ridursi i rincari in bolletta del 5% per effetto delle temperature più calde, del 15% grazie alle azioni di risparmio individuali e del 27% grazie ai sostegni economici del Governo» anche se «le misure di risparmio non hanno rappresentato un costo per le casse dello Stato, contrariamente ai sussidi generalizzati che hanno determinato aggravi per circa 40 miliardi».

Guardando al settore industriale la riduzione dei consumi è stata invece del 20%, mentre in quello termoelettrico la domanda di gas è scesa del 16% anche perché favorita da un calo dei consumi elettrici (-1,5% nel 2022 rispetto al 2021) e dallo lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

«La capacità di risparmio attivata dall’Italia è stata anche maggiore di quanto stimato (15%) dalla Commissione europea nel Piano approntato per affrontare la crisi energetica - spiega Francesca Bellisai, policy advisor di Ecco - un virtuosismo che permette alla Commissione di alzare l’asticella del quadro di obiettivi strutturali di sicurezza energetica e decarbonizzazione, chiedendo uno sviluppo delle rinnovabili del 42,5% a livello europeo al 2030, un incremento dell’efficienza del 11,7% sul consumo finale di energia e una ristrutturazione in chiave di efficienza stimata in circa il 25-30% degli edifici al 2033».

Anche le previsioni per smarcarci dal gas russo nel prossimo inverno sono buone e secondo Ecco è necessario sfruttare l’occasione per impegnarsi maggiormente nella decarbonizzazione e lo sviluppo delle energie pulite, ma anche - al contrario di quanto fa il Governo con il Piano Mattei - ponendo le basi per minori consegne dall’Algeria di gas.Per riuscirci bisogna però «sostituire le politiche di sussidio al consumo con politiche di consolidamento dei risparmi e promozione dell’efficienza» e «sviluppare un piano per l’efficienza energetica e le rinnovabili nel settore industriale che contenga misure per il finanziamento degli interventi tramite l’utilizzo delle risorse del Pnrr e REPowerEU, e attraverso il ruolo di CDP e Sace».

Altra chiave è «assicurare l’installazione delle rinnovabili attraverso un completamento del processo di semplificazione delle procedure autorizzative. Oltre ad accelerare la realizzazione delle infrastrutture abilitanti: accumuli, reti e flessibilità della domanda» e la «revisione della fiscalità e la parafiscalità delle tariffe in funzione di obiettivi di salvaguardia dei consumatori senza rinunciare agli obiettivi di sicurezza e decarbonizzazione dei sistemi energetici».

Leggi anche
Luce e gas
di Francesco Carrubba 4 min lettura
Abitazioni green
di Giacomo Talignani 3 min lettura