Economia

Lavoro, usura e abusivismo: l’Italia ha perso 33,6 miliardi

Secondo Confcommercio, nel 2022 circa 1 impresa su 10 ha percepito un calo nei livelli di sicurezza, soprattutto al Sud (16%). A rischio quasi 270.000 posti di lavoro
Credit: Chris Henry
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31 marzo 2023 Aggiornato alle 11:30

Usura e abusivismo sono in aumento nel nostro Paese, complici soprattutto la crisi pandemica, la guerra e l’inflazione. È quanto è emerso dall’indagine relativa all’usura e ai fenomeni illegali condotta da Confcommercio, presentata in occasione della decima edizione di Legalità, ci piace!.

Circa 1 impresa su 10 percepisce un calo dei livelli di sicurezza nel 2022, più sentito nel Sud del Paese con una percentuale del 16%. Usura e abusivismo risultano essere i fenomeni illegali che hanno registrato una crescita maggiore (25,9% e 21,3%), tanto che 1 imprenditore su 4 ne avverte la crescita. Anche in questo caso, la tendenza è più marcata al Meridione (31,3%); segue il Nord-Ovest (28,9%) e Roma (28,9%). In Italia sono 31.000 le piccole imprese e gli esercizi pubblici a rischio usura. In aumento anche coloro che hanno sentito parlare di usura e racket nell’ultimo anno: 21,4% (nel 2021 la percentuale era di 20,9%).

Un fenomeno che molti imprenditori non sanno come gestire. Secondo l’indagine di Confcommercio, infatti, circa il 30% degli imprenditori non saprebbe come affrontare il problema e a chi rivolgersi. Il 59,4% sporgerebbe denuncia, il 40,2% si rivolgerebbe alle Forze dell’ordine, mentre il 5,3% non farebbe nulla.

Tutto ciò ha, ovviamente, delle ripercussioni economiche. Prima di tutto, moltissime imprese hanno speso cifre estremamente elevate per aumentare i sistemi di sicurezza: l’82% degli imprenditori ha dichiarato di aver investito in questi sistemi, in particolare in videosorveglianza e allarmi antifurto, e di non poterne fare a meno.

Inoltre, secondo quanto calcolato da Confcommercio, tutti questi fenomeni illegali hanno portato a una perdita del fatturato: nel 2022 di ben 23,7 miliardi di euro, per totale di 33,6 miliardi se si aggiungono i costi per la difesa e assicurazione. A rischio anche quasi 270.000 posti di lavoro regolare.

In particolare, a livello economico pesa moltissimo anche il fenomeno dell’abusivismo e della contraffazione, soprattutto al Sud, che penalizza circa 6 imprese su 10 (65,1%) a causa della concorrenza e della conseguente riduzione dei ricavi; solo il 15,1% ritiene di non essere danneggiato. L’abusivismo commerciale costa all’Italia 9,1 miliardi di euro, quello nella ristorazione 5,4 miliardi.

La fiducia nelle istituzioni, comunque, negli ultimi anni risulta in crescita: il 37,8% ritiene che le Forze dell’ordine siano quelle maggiormente vicine ai soggetti vittime di criminalità, ma c’è un dato da non sottovalutare. Il 18% non ripone fiducia in alcun tipo di istituzione, si sente solo e abbandonato.

Ed è su questo punto che il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, si focalizza: «Agli imprenditori di tutta Italia diciamo, da 10 anni a questa parte, non siete soli. Non siete soli oggi. E non siete soli mai». Anche Matteo Piantedosi, Ministro degli Interni, ha voluto ricordare che il primo passo da fare per sconfiggere questo fenomeno consiste nella denuncia; è poi fondamentale e necessario riporre la fiducia nelle istituzioni e nelle Forze dell’ordine che, sicuramente, sta crescendo ma «serve più sensibilizzazione e formazione».

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