Milano omaggia Guy Bourdin

Negli spazi di ARMANI/SILOS a Milano, approda uno dei più grandi fotografi di moda del secolo scorso: Guy Bourdin.
Parigino di nascita, impara il mestiere del fotografo durante il servizio militare a Dakar. Una volta tornato nella capitale francese, Bourdin fa il suo ingresso nel mondo artistico sotto l’ala protettrice di Man Ray.
Fotografie in bianco e nero si alternano a scatti a colori: il più delle volte, l’oggetto pubblicizzato non è palese. Chi guarda deve entrare nella foto, leggerla, cercare di capire.
Una fotografia divertente, provocatoria, ricca di riferimenti espliciti, che si tratti di Edward Hopper o Alfred Hitchcock. Il cinema, infatti, è diventato negli anni elemento centrale della sua ricerca, con tratti ispirati a “trame misteriose”.
La mostra milanese cade nel 70° anniversario della sua prima mostra fotografica con lo pseudonimo di Edwin Hallan, a Parigi. Sin dall’inizio, i suoi servizi sono stati pubblicati su Vogue Paris ma il successo è arrivato alla fine degli anni 60’, quando ha iniziato a collaborare con lo stilista di calzature Charles Jourdan, curando le sue campagne pubblicitarie per circa 15 anni.
Nel corso della sua carriera, ha lavorato anche per Chanel, Issey Miyake, Emanuel Ungaro, Gianni Versace, così come per marchi extra-moda quali Pentax o Loewe.
I suoi scatti sono famosi per essere inquietanti, sensuali, talvolta stranianti e riescono, ancora oggi, dopo oltre 3 decenni dalla sua morte, ad ammaliare e quasi stordire lo spettatore.