Diritti

La polizia britannica è sotto accusa

Un rapporto condanna la Met per la sua cultura razzista, sessista e omofoba. Un’altra indagine rivela che più di 1.500 agenti sono stati accusati di reati violenti contro donne e ragazze
Credit: James Eades
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
17 marzo 2023 Aggiornato alle 15:00

Il 3 marzo 2021 la trentatreenne Sarah Everard è stata rapita e uccisa a Londra mentre stava tornando a casa. Per il suo omicidio, circa sei mesi dopo, è stato condannato all’ergastolo l’ufficiale della Met, la polizia metropolitana britannica, Wayne Couzens.

In tribunale ha ammesso il rapimento, lo stupro e l’uccisione della donna, spiegando che la scelta della vittima è stata casuale, ma la violenza era stata premeditata diversi giorni prima dell’attacco.

Da allora, la Met ha commissionato un rapporto che ha esaminato le carenze della più grande forza di polizia del Regno Unito, a cui Couzens apparteneva: è emerso che è piena di razzismo, sessismo e omofobia, e non è riuscita a cambiare nonostante numerose sollecitazioni.

Il rapporto Casey, dal nome di Louise Casey, incaricata dall’allora commissaria della Metropolitan Police Cressida Dick di condurre l’indagine, dovrebbe essere pubblicato martedì prossimo.

Secondo quanto riferito dal Guardian, metterà sotto accusa la polizia metropolitana, che è stata difesa dal vice Primo ministro e Segretario di Stato per la Giustizia Dominic Raab: «La stragrande maggioranza degli agenti di polizia all’interno della Met e altrove svolge il proprio lavoro in modo professionale, serve il Paese molto bene, ma abbiamo chiaramente un problema», ha detto alla radio britannica Lbc.

Alcuni esponenti del Governo e della polizia, già a conoscenza dei suoi contenuti, li hanno definiti “orribili” e “atroci”. Dall’indagine emerge che la Met non ha affrontato le problematiche che affliggono da tempo il corpo di polizia e i cittadini, nonostante decenni di avvertimenti presenti in numerosi rapporti ufficiali.

Secondo il documento di 300 pagine, che sarebbe stato inviato ai vertici della Met e al Governo, i più gravi disastri recenti della Met, tra cui il caso Couzens e quello dello stupratore seriale David Carrick, un altro ufficiale in servizio, non sono stati casi isolati, ma sintomatici delle gravi e profonde mancanze della polizia.

Il team di Casey ha inviato delle lettere alle figure criticate nel rapporto, tra cui Cressida Dick, per permettere loro di rispondere prima della pubblicazione: il rapporto contesterebbe la sua leadership dal 2017 al 2022, quando i problemi della Met sono aumentati. Nel febbraio dello scorso anno Dick è stata estromessa dal suo incarico di commissaria.

Il rapporto segue la prima serie di risultati di Casey, pubblicati nell’ottobre 2022, si sono concentrati esclusivamente sul sistema disciplinare della Met: secondo quanto emerso, numerose lamentele di agenti e personale sui loro colleghi non sono state prese sul serio e sono finite nel dimenticatoio. Inoltre, gli agenti sospettati di gravi reati, tra cui aggressioni sessuali e abusi domestici, non hanno subito alcuna condanna, così come centinaia di agenti razzisti, misogini e corrotti sono stati lasciati nei loro reparti. Mark Rowley, il nuovo commissario, ha giurato di cambiare questa situazione e ha già promesso delle riforme.

Solo pochi giorni fa i dati del National Police Chiefs’ Council, l’organo che coordina le forze dell’ordine nel Regno Unito e rappresenta gli ufficiali di polizia britannici, hanno rivelato che 1.539 agenti di polizia sono stati accusati di reati violenti contro le donne in un periodo di sei mesi, e meno dell’1% è stato licenziato. Delle 1.483 accuse segnalate tra ottobre 2021 e aprile 2022, 1.177 riguardano casi di presunta violenza perpetrata dalla polizia, comprese molestie sessuali e aggressioni.

Il 55% dei casi riguarda questioni di condotta, solitamente sollevate da colleghi interni alle forze dell’ordine, mentre i restanti 524 casi provengono dai cittadini. Di questi, quasi due terzi riguardano l’uso della forza, come ammanettamento o arresto, mentre il 9% comportamenti molesti, il 6% aggressione e il 5% abuso di posizione a scopo sessuale. Per quanto riguarda le denunce di condotta, il 48% concerne comportamenti disdicevoli compiuti al di fuori dell’orario di lavoro, il 19% violenza sessuale, il 13% molestie sessuali e il 6% abuso di posizione a scopo sessuale. “Laddove i casi erano stati chiusi, il 70% delle denunce di condotta e il 91% delle denunce si sono concluse con una decisione che non richiedeva alcuna azione”, spiega il rapporto.

«Penso che la fiducia delle donne e delle ragazze nei confronti della polizia… sia andata persa», ha dichiarato alla Bbc la vice capo della polizia Maggie Blyth commentando questa prima valutazione nazionale delle prestazioni della polizia. I dati risalgono a un anno fa, quindi secondo Blyth non riflettono i risultati del lavoro svolto negli ultimi 18 mesi per identificare illeciti, rafforzare le indagini sulla cattiva condotta e inasprire le sanzioni. Ma «rafforzano l’urgenza e l’importanza della nostra attuale missione per sradicare gli aggressori e i corrotti dalla polizia».

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