Bambini

Bambini Usa: le differenze etniche sono capaci di uccidere?

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, i minori delle tribù indiane d’America muoiono 1,4 volte di più rispetto ai bianchi per “infortuni accidentali”. Tra le cause principali: le strade poco sicure
Credit: Daniele Fran
Tempo di lettura 4 min lettura
4 marzo 2023 Aggiornato alle 11:00

Secondo il Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), negli Stati Uniti solo nel 2019, più di 7.000 bambini e ragazzi di età inferiore ai 19 anni (circa 20 al giorno) sono morti a causa di infortuni di natura accidentale. Nel 2020, la violenza armata è stata la principale causa di decesso tra i minori, insieme a sinistri stradali e violenza fisica; seguono annegamento, soffocamento e autolesionismo.

Dati di per sé già allarmanti, che peggiorano in contesti socialmente fragili. Come riporta Usa Today, a livello nazionale i bambini e gli adolescenti neri e delle comunità indigene che muoiono per infortuni accidentali sono molti di più rispetto ai coetanei bianchi, che vivono in aree urbane e con fasce di reddito medio-alte.

Nonostante una diminuzione complessiva delle morti tra il 2010 e il 2019, i dati del Cdc dimostrano tutt’oggi che i bambini delle tribù degli indiani d’America muoiono con una frequenza 3,5 volte superiore rispetto a quella dei bambini asiatici americani e 1,4 volte a quella delle loro controparti bianche. Se poi si va più nel dettaglio, i decessi da lesioni causate da incidenti automobilistici negli anni sono aumentati del 9% tra i bimbi neri, mentre sono diminuiti del 24% tra i loro coetanei bianchi.

Un dato, quest’ultimo, che secondo Keshia Pollack Porter, Presidente del Dipartimento di politica e gestione sanitaria presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora e specializzata nella prevenzione degli infortuni pediatrici e delle disuguaglianze, è da ricercare nella costruzione delle arterie stradali troppo vicine alle scuole e nelle abitazioni dove le comunità nere vivono: «Quando si vive in un ambiente dove scuole e case sono ubicate vicino alla strada, in cui il traffico è molto intenso e non c’è modo di attraversare la strada in modo sicuro, naturalmente il rischio per i più piccoli di essere investiti aumenta».

Una realtà molto simile si riscontra anche nelle comunità indigene del Paese, dove le strade, a causa di finanziamenti insufficienti da parte del Governo, sono spesso poco sicure e, soprattutto in condizioni meteorologiche estreme, diventano lo sfondo di numerosi incidenti stradali che sono, anche qui, una delle cause principali di morte.

Il dottor Donald Warne, medico di famiglia appartenente alla tribù Oglala Lakota a Pine Ridge, in South Dakota, e co-direttore del Johns Hopkins Center for Indigenous Health (Baltimora), ha definito questi infortuni come una «condizione cronica per i giovani indigeni». «Questo fenomeno non sembra ricevere la stessa attenzione delle malattie cardiache e del cancro - ha spiegato Warne a Usa Today - In comunità così rurali come le nostre, molto spesso abbiamo veicoli vecchi che non hanno le tecnologie di sicurezza più innovative, come gli airbag o i seggiolini per i bambini a esempio».

Un altro dato rilevante è l’alto tasso di suicidio giovanile nelle comunità degli indiani d’America, risultato di una mancanza di possibilità di accesso alle cure per la salute mentale per queste popolazioni: «Trovare una soluzione ai vari traumi psicologici ed emotivi sono alla base di molte delle nostre sfide, come quella di ridurre le morti per lesioni perfettamente curabili - continua Warne - In un ambiente rurale, con strade mal messe, pochi servizi medici e nessun centro traumatologico locale, non fanno che aumentare le disparità sociali».

Ma come è possibile affrontare il problema? Il fenomeno è diventato così rilevante (e grave) che ha portato alla creazione di un programma di prevenzione che aiuta a studiare e ad analizzare il problema più da vicino e in maniera più scientifica. La Dottoressa Sadiqa Kendi, con il finanziamento del Johns Hopkins Bloomberg American Health Initiative, ha avviato MassPier, un programma di revisione, unico nel suo genere, incentrato sul controllo dell’equità per gli infortuni pediatrici nel Massachusetts.

L’obiettivo principale è tenere traccia delle diseguaglianze, raccogliere dati sull’etnia dei pazienti e sulla loro età e dare così consigli mirati per cancellare le disparità, partendo dall’analisi degli incidenti non mortali che portano a visite o ricoveri in pronto Soccorso: «Le morti dei bimbi rappresentano la punta dell’iceberg – afferma Kendi - esaminare le varie ospedalizzazioni amplia davvero la tua visione e ti aiuta a pensare di più a come combattere il problema della disparità sociale in questo delicato fenomeno».

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