Ambiente

Viaggio nella Milano Circolare

Il 10 e l’11 febbraio l’evento organizzato nell’ambito del Piano Aria Clima ha riunito progetti dedicati a moda e design circolari. Per trasformare scarti e rifiuti urbani in risorsa
Credit: base.milano.it
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
13 febbraio 2023 Aggiornato alle 19:00

La città che riduce, recupera, ricicla”. Lo slogan è quello di Milano Circolare, l’evento gratuito organizzato dal Comune di Milano che si è svolto il 9 e 10 febbraio nella cornice del centro culturale BASE, nel complesso ex-Ansaldo, uno dei progetti di riqualificazione urbana più significativi in Europa.

I corridoi, che un tempo ospitavano la produzione di locomotive e carrozze ferroviarie e tranviarie, per due giorni hanno accolto le numerose esperienze di circolarità di moda e design presenti in città, dando spazio e visibilità anche alle piccole realtà che, come dice lo slogan riducono, recuperano, riciclano.

L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con Nema - hub per lo sviluppo della manifattura urbana in città - nell’ambito del progetto europeo Centrinno e del Piano Aria e Clima: il primo ha come obiettivo principale la rigenerazione delle aree urbane storiche e dei siti culturali in hub di imprenditorialità e di integrazione sociale e culturale, il secondo è il piano strategico del Comune per la riduzione dell’inquinamento atmosferico a tutela della salute e dell’ambiente.

La due giorni ha dato spazio a 40 talk in 8 sessioni tematiche, tra cui quelle dedicate al circular fashion, all’insegnamento della circolarità per rimodellare i tessuti di scarto, alle idee e ai progetti volti a raccogliere, riparare e riutilizzare quello che, troppo spesso, viene gettato.

Non sono mancati i numerosi laboratori interattivi per mettersi alla prova, dedicati “a chi progetta e fa impresa”, a chi vuole “imparare facendo”, attraverso laboratori di upcycling, artigianato e riparazione, ma anche a bambine e bambini, per “giocare con la circolarità”. Tutte attività gratuite e aperte a tutti, dai più grandi ai più piccini, per toccare con mano le esperienze milanesi e imparare qualcosa di nuovo da chi ha saputo reinventarsi e mettere a disposizione soluzioni e innovazioni per moda e design sostenibili.

E quando Milano chiama, la sua anima circolare risponde: alla open call hanno risposto oltre 80 realtà attive in città, tra startup, associazioni di quartiere, grandi marchi e piccole imprese, università, scuole e accademie.

C’è Melting Poet, la creatura nata dalle mani gentili di Nicoletta Cicalò, che prima lavorava nella comunicazione e ora dà nuova vita a tutto ciò che trova, realizzando dei “bijoux narrativi” che espone nel suo laboratorio sul Naviglio Grande.

Tra un anello con una pastiglia della tosse incastonata in un nido di fili dorati e un paio di orecchini nati dai resti della Paulonia, un fiore a campana che, una volta secco, diventa così resistente che nell’Ottocento veniva utilizzato per conservare le porcellane preziose, la signora Cicalò realizza a mano pezzi unici “con una storia da raccontare”.

Poi ci sono gli skateboard colorati di Ecoskate, l’associazione sportiva dilettantistica che realizza le tavole con tappi di plastica riciclati al 100% e promuove progetti scolastici per sensibilizzare le giovani generazioni sui temi cari a Milano Circolare. Solitamente, soprattutto per le tavole dei professionisti, “si utilizzano 7 strati di acero canadese, noto per la sua grande resistenza”, tenendo presente che la vita media di uno skateboard “è di circa un anno”, spiega l’associazione.

I colori dei tappi fusi per realizzare le tavole si mischiano nello stampo creato ad hoc da uno stampista professionista e danno vita a qualcosa di unico. Anche ilVespaio realizza oggetti a partire dai tappi di plastica, come la panchina multicolor che sembra dipinta dalle pennellate di Vincent Van Gogh.

Ma ci sono soluzioni per tutto, anche per le pulizie in casa: i detergenti e gli sgrassatori di Poolito, con il memorabile slogan “Non chiamarci impegnati, chiamaci concentrati”, riducono l’impatto ambientale di ciò che riguarda tutti, nessuno escluso. Con prodotti innovativi concentrati in pastiglie che si sciolgono nell’acqua, come Douchy per le superfici del bagno, e Sglossy per i vetri, rigorosamente confezionati in packaging di carta coloratissimi, “usiamo un approccio scientificamente top ma anche una buona dose di ironia, che non è necessario prendersi sul serio per essere seri”, spiegano. Da un’idea di Alessandra Bestetti, laureata in Fisica a Milano e con un PhD in Chimica a Melbourne, che ha fondato la sua startup a fine 2019: “Giusto in tempo per la pandemia”.

E dell’impatto ambientale del settore ittico, chi se ne preoccupa? Cono Studio, che ha realizzato la “Cassetta amica del mare” in grado di ridurre il proprio ingombro limitando l’inquinamento causato dal trasporto a vuoto. “Quando impilata, ruotandola si 180°, si ottiene una significativa riduzione dell’ingombro per il trasporto”. Con questo sistema realizzato con un approccio di Design Thinking, in un container entra il 40% di cassette in più. E sono in BioFoam, un innovativo materiale espanso 100% biodegradabile e riciclabile derivato da materiali vegetali.

Ma Milano Circolare punta anche, e soprattutto, sulla moda: si tratta di un settore tra i più inquinanti al mondo, con più del 70% dei tessuti prodotti per creare capi che finisce in discarica o viene incenerito. Solo l’1% viene riciclato. Secondo lo studio Circular Threads sulla relazione tra industria del tessile ed economia circolare, sono le startup a riconoscere maggiormente il valore dell’economia circolare e delle pratiche circolari, ma meno del 40% delle 67 aziende che hanno risposto al questionario sulla percezione sull’economia circolare riconoscono che questa sia fonte di vantaggio competitivo.

A Milano Circolare, in rappresentanza di questo settore, c’erano la Naba, la più grande accademia d’arte privata in Italia, l’Istituto superiore Caterina da Siena, che mostra le creazioni delle giovani promesse della moda che hanno dato vita a vestiti innovativi e contemporanei con scarti e materie prime non utilizzate. Come l’abito principesco realizzato con i sacchi della spazzatura e la rete arancione che circonda i cantieri.

Ma anche Spazio3R, “il laboratorio rivolto alle donne in situazioni di vulnerabilità per aiutarle a ricucire i tasselli della propria vita per un pieno inserimento sociale e lavorativo”. Donne italiane e straniere “unite dal filo della sartoria interpretata in un’ottica di sostenibilità”.

Da citare, le creazioni di Nicoletta Fasani, che produce abiti trasformabili e componibili «per avere meno capi nell’armadio, ognuno con più utilizzi differenti», spiega alla Svolta Fasani, che dà il nome alle sue creature: “Nikki” è un abito a rettangolo che prevede più modi per indossarlo.

Poi c’è reCIRCLE, che con i suoi contenitori riutilizzabili viola, che prevedono più di 300 utilizzi, cerca di rivoluzionare il mondo del take away, riducendo al minimo l’usa e getta. O ancora Re-fè, il progetto di design per facilitare il riciclo delle capsule di caffè in alluminio grazie a un apri-capsule che permette la separazione dei due elementi. Perché “ogni anno vengono prodotti 576.000.000 kg di rifiuti di capsule di caffè, pari al peso di 60.000 camion”: anche le pause caffè hanno un peso. E infine Circularity, la società Benefit che ha ideato la prima piattaforma di economia circolare per valorizzare gli scarti di produzione delle aziende secondo la logica della simbiosi industriale.

Dal viaggio nella Milano Circolare è tutto.

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