Ambiente

Dove si studiano gli effetti del climate change sulle strade?

Il Centro Studi Cambiamenti Climatici va in trasferta in Marocco, per capire come la crisi ambientale danneggia le infrastrutture di trasporto. E in che modo intervenire
Credit: Jannes Jacobs
Tempo di lettura 3 min lettura
8 aprile 2023 Aggiornato alle 17:00

Trasferta in Marocco per il Centro Studi Cambiamenti Climatici (CCSC), nato dalla collaborazione tra la società Greenway Group Srl ed Ecogest SpA, che ha come scopo quello di monitorare gli impatti dei cambiamenti climatici sulle infrastrutture di trasporto. Al centro della missione proprio lo studio del territorio, con un sopralluogo operativo lungo le tratte autostradali dello stato nordafricano, in particolare quella da Fes al confine algerino, avviato su invito dell’Autoroutes du Maroc.

Invito del quale il fondatore del CCSC nonché azionista di Ecogest, Valerio Molinari, si è detto onorato. «Questo invito – ha spiegato Molinari – ci pone all’avanguardia anche nell’area del Nord Africa in materia di innovazione e prevenzione degli effetti del cambiamento climatico sulle infrastrutture di trasporto. Ancora una volta le Autoroutes du Maroc si caratterizzano come una delle realtà più attente alle innovazioni, ma anche allo studio del cambiamento climatico e dei suoi effetti, in un’area particolarmente sottoposta a condizioni di stress meteorologico intenso negli ultimi anni».

Proprio un recente studio del centro ha analizzato gli scenari presenti e futuri e i danni economici che si rischiano nelle infrastrutture di trasporto a causa del cambiamento climatico, computati in 2 miliardi entro il 2050, visti i numeri registrati sinora.

Secondo lo studio gli anni dal 2015 al 2021 sono stati i più caldi mai registrati così come il contenuto di calore oceanico globale da 0 a 700 metri di profondità che è stato a sua volta il più alto al mondo nel periodo 2018-2022. In più, il ghiaccio marino artico, tra il 1979-1988 e il 2010-2019 è diminuito di circa il 40%, mentre dal 1993-2021 si è registrato un innalzamento del livello medio globale del mare di 9 centimetri.

Da qui l’importanza del monitoraggio degli effetti del cambiamento climatico e della missione che porta il Centro studi in Marocco.

La valutazione sarà effettuata anche tramite l’utilizzo di tecniche naturalistiche avanzate, come il software Kassandra che consente di progettare gli interventi di manutenzione considerando non solo lo stato dell’infrastruttura, ma anche ciò che la circonda (insediamenti, ambiente, altre opere umane) e tenendo conto di fattori come eventi meteo estremi, rischio idraulico, dissesto idrogeologico. Il software permetterà, dunque, di individuare eventuali criticità relative all’indice di resilienza rispetto agli effetti del cambiamento climatico, consentendo poi di proporre soluzioni innovative in materia di monitoraggio dei luoghi.

Soluzioni tanto più necessarie considerando che, come spiega Valerio Molinari «molti dei problemi infrastrutturali che stiamo riscontrando nel nostro Paese sono legati a progetti che si basano su normative che non tengono conto degli effetti rapidi dei cambiamenti climatici, che spesso danneggiano il manto stradale, causano danni a ponti e viadotti e producono danni strutturali».

Così l’esportazione dello studio del centro anche all’estero consentirà di intervenire immediatamente nel caso di rilevazioni critiche, affinché si affermi questo modus operandi a livello globale e – come nel programma citato da Molinari – si evitino danni nelle infrastrutture di trasporto.

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