Economia

Come sono collegate ecologia e sanità?

Lo racconta il report del Consiglio Superiore di Sanità, illustrando il concetto di politica dei co-benefici. Uno strumento per contrastare la crisi climatica e, insieme, prevenire le malattie
Credit: Anna Shvets/ Pexels
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23 gennaio 2023 Aggiornato alle 08:00

Essere coscienti che ogni nostra azione possa contribuire o meno alla crisi climatica in atto, è un primo passo.

Partecipare attivamente al cambiamento, il secondo.

Partecipare vuol dire prendere parte con la propria presenza, con la propria adesione, recando un effettivo contributo al compiersi dellattività stessa.

Dal momento in cui i temi ambientali e l’obiettivo della transizione energetica sono divenuti esigenza, il coinvolgimento del singolo è indispensabile.

Nel frattempo, le istituzioni stanno tentando di tenere alta la guardia. Infatti, il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (Ipcc) ha presentato una serie di fenomeni legati al cambiamento climatico. Uno su tutti, il legame tra ambiente e salute.

A riguardo, il Consiglio Superiore di Sanità, guidato dal Presidente Franco Locatelli, ha pubblicato in rapporto Politica dei co-benefici sanitari della mitigazione del cambiamento climatico”.

Secondo questultimo, il cambiamento climatico nel nostro Paese influisce direttamente sulla salute degli italiani.

Il rapporto spiega che le ondate di calore comportano un carico quantificabile di mortalità in Italia ogni estate. Un dato? Almeno il 2-3% dei decessi totali osservati nel 2015 è stato attribuito all’esposizione al calore. In aggiunta, dichiara che luso continuo di combustibili fossili contribuisce ulteriormente alle elevate concentrazioni di inquinamento atmosferico, portando l’Italia nel 2019 ad avere il secondo più alto numero in Ue di morti attribuibili all’esposizione a Pm 2,5, classificazione numerica data alle polveri sottili in base alle dimensioni medie delle loro particelle.

Secondo il Consiglio, esiste uno strumento efficace in grado di alleviare la crisi ambientale e allo stesso tempo prevenire le malattie. Si tratta della cosiddetta politica dei co-benefici e mira a ottenere, appunto, un doppio esito positivo, sia ambientale che sanitario.

Avere a mente e approfondire gli effetti del cambiamento climatico sulla salute è quindi determinante per la scelta delle azioni da compiere. E singolarmente, la riduzione delle malattie croniche avverrebbe attraverso misure prese non in ambito sanitario, ma a esempio a livello di trasporti, o anche agricolo e alimentare. Gli esiti attesi? Una riduzione del 30-40% delle possibilità di contrarre malattie croniche.

Uno dei principali obiettivi in questa direzione è la riduzione dei gas serra. Nonostante in Italia le emissioni siano diminuite da 519 a 418 milioni di tonnellate di CO2 tra il 1990 e il 2019, per arrivare a un decremento totale del 19.5%, bisognerebbe ridurre i gas serra di 17 MtCO2 eq (milioni di tonnellate) per anno dal 2020. Tale obiettivo lo hanno posto le istituzioni europee, in modo tale da raggiungere il 55% in meno di emissioni nel 2030.

E il nostro Paese? LItalia fatica a raggiungere tali traguardi, avendo ridotto di solo 1 Mt (milione di tonnellate) per anno dal 2015 al 2019. Motivo per cui c’è ancora molto su cui lavorare. Unaccelerazione verso la riduzione delle emissioni di gas serra può non solo evitare le peggiori ipotesi del cambiamento climatico, dunque, ma anche esercitare un effetto benefico per la salute degli italiani.

La partecipazione al cambiamento appare determinante anche solo attraverso la sollecitazione dei singoli su questi temi. Poiché una misura presa a livello ambientale, è una misura presa per il benessere di ognuno e delle generazioni future.

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