Diritti

Usa: c’è un problema con l’affermazione di genere

Texas, Tennessee, Oklahoma, South Carolina: sono alcuni degli Stati repubblicani che limitano - o vietano - l’accesso delle persone transgender ai trattamenti sanitari
Credit: Karollyne Hubert/unsplash
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20 gennaio 2023 Aggiornato alle 10:00

Dopo un 2022 durissimo per i diritti della comunità Lgbtq+, gli Stati Uniti non sembrano voler cambiare rotta nel nuovo anno. Sono 11 gli Stati che già in queste prime settimane del 2023 hanno approvato proposte di legge per attaccare l’accesso ai trattamenti sanitari delle persone transgender, ed è verosimile aspettarsene altre nei prossimi mesi, in particolare negli Stati a maggioranza repubblicana. Nel mirino di queste leggi ci sono i trattamenti di affermazione di genere e coloro che li somministrano, in particolare a soggetti minori.

A febbraio dello scorso anno il Governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, sostenuto dal procuratore generale Ken Paxton, aveva dato l’ordine di trattare qualsiasi situazione di affermazione di genere di bambinə come abuso. Oggi il Texas vanta ben 3 progetti di legge che classificano le procedure di conferma di genere come una forma di abuso su minori.

Nella stessa direzione si è mosso il Tennessee, che solo pochi giorni fa ha dichiarato di voler proteggere la salute e il benessere deə minori vietando, in quanto dannosa, qualsiasi “procedura sanitaria che alteri l’equilibrio ormonale del soggetto, che ne rimuova gli organi genitali o che modifichi il suo aspetto con l’obiettivo di consentire al minore di identificarsi o vivere secondo un’identità non coerente con quella del sesso di nascita, o ogni trattamento volto ad attenuare un presunto malessere o una presunta angoscia dovuti a una discordanza tra il sesso del minore e la sua identità di genere”. Secondo il testo della legge, questi trattamenti porterebbero a sterilità irreversibile, ad aumentare il rischio di malattie e di - talvolta fatali - conseguenze psicologiche.

Toni allarmistici in netto contrasto con quanto sostenuto dalla World Professional Association for Transgender Health (Wpath), che a giugno 2022 ha rilasciato nuove linee guida basate sull’opinione di esperti e su evidenze scientifiche, abbassando a 14 anni l’età minima per iniziare trattamenti ormonali. Secondo l’associazione, eventuali rischi di effetti collaterali - insiti tra l’altro in qualsiasi tipo di trattamento farmacologico - sono molto minori rispetto alla sofferenza psicologica e al rischio di depressione e suicidio a cui andrebbero incontro ə giovani impossibilitatə ad accedere al trattamento. Inoltre, iniziare il trattamento in giovane età consente alle persone transgender di vivere il cambiamento durante la pubertà, nello stesso periodo deə loro coetaneə.

La Wpath raccomanda comunque una valutazione a tutto tondo di ogni singolo caso tenendo conto non solo dell’età dei soggetti, ma anche della loro maturità emotiva, del contesto in cui sono inseriti, del consenso della famiglia e della situazione psicologica.

Nonostante alcuni Stati a maggioranza democratica, come l’Illinois, la California e il Minnesota abbiano risposto con leggi che proteggono non solo le famiglie di minori trans - consentendo di perseguire i trattamenti in sicurezza all’interno dei loro confini - ma anche donne che vogliono abortire vietando interferenze di altri Stati, le iniziative repubblicane sono sempre più preoccupanti. In ballo infatti non c’è solo la libertà di autodeterminazione deə minori transgender, ma anche delle persone adulte.

L’Oklahoma, che si era già fatto notare l’anno scorso per il Save Women’s Sport Act - che escludeva donne trans dalle competizioni sportive femminili - e per aver costretto le persone transgender a utilizzare i bagni scolastici destinati al sesso assegnato alla nascita, ha vietato i trattamenti di affermazione di genere per le persone sotto i 26 anni, escludendo loro anche dalle procedure coperte dal programma Medicaid. Ha inoltre bloccato i fondi destinati a strutture che somministrano la procedura a minori di 21 anni.

Lo stesso ha fato il South Carolina, che ha introdotto l’obbligo di un certificato medico e di una valutazione psichiatrica per soggetti sotto i 21 anni. Secondo Cathy Renna, portavoce della National Lgbtq Task Force, il fiorire di proposte di legge dal taglio così escludente e repressivo è frutto del clima di odio alimentato durante l’amministrazione Trump.

«Ci sono politici, celebrità e persone normali nelle nostre comunità a cui è stato dato il permesso di venire allo scoperto e fare e dire cose pericolose senza pagarne le conseguenze - ha dichiarato all’agenzia di stampa Associated Press - Questo ha aperto il vaso di Pandora del sessismo, del razzismo, dell’omofobia, della transfobia e dell’antisemitismo».

«Se consideriamo gli ultimi anni - ha aggiunto facendo riferimento alla comunità Lgbtq+ - ci sentiamo sotto attacco come non ci succedeva da decenni».

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