Culture

18app: la cultura si sdoppia

Non più un solo bonus: ci saranno la “Carta del Merito” e la “Carta della cultura Giovani”, entrambe dal valore di 500€. La prima per i diplomati con 100/100, la seconda per i ragazzi con un Isee fino a 35.000€
Credit: Dibakar Roy
Tempo di lettura 4 min lettura
21 dicembre 2022 Aggiornato alle 20:00

Il bonus cultura da 500€, previsto per i neomaggiorenni e istituito nel 2017 dal governo Renzi, si prepara a cambiare volto, e non sarà più disponibile per tutti. La Commissione di bilancio della Camera ha, infatti, ottenuto il via libera per modificare 18App.

Secondo l’emendamento previsto dal Governo Meloni, non ci sarà più un unico bonus, ma, anzi, si sdoppierà in 2. I parametri per accedere a questi bonus saranno il merito e il reddito tramite Isee.

Il bonus per merito, o “Carta del Merito” sarà disponibile per i diciottenni che otterranno una votazione di 100/100 all’esame di maturità, con lo scopo di premiare il merito e l’impegno nello studio. Quello per reddito, invece, prenderà il nome di “Carta della cultura Giovani” e sarà riservato ai diciottenni appartenenti a nuclei familiari con Isee fino a 35.000 euro.

Entrambi i bonus valgono 500€ e sono cumulabili, ciò significa che uno studente o una studentessa meritevole e appartenente a una famiglia con Isee inferiore a 35.000 euro, avrà 1.000€ da spendere nell’anno successivo al compimento dei 18 anni.

Sull’esatto funzionamento dei bonus ancora non si sa molto, è previsto un incontro, organizzato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per i primi di gennaio, per stabilirne i dettagli. Sembra comunque che l’elenco dei servizi compresi nei 2 bonus non sarà molto distante dalla vecchia 18App, che comprendeva biglietti per rappresentazioni teatrali o cinematografiche, libri, spettacoli dal vivo come i concerti, biglietti per musei, mostre, gallerie, aree archeologiche, cd, dvd, corsi di teatro o di lingua straniera, abbonamenti a quotidiani e periodici.

Il ministro della Cultura si dice estremamente soddisfatto del lavoro svolto fino a ora, sostenendo che «mettere il merito al centro è un’operazione di riformismo conservatore, un cambio di paradigma che incentiva uno sviluppo armonico della società».

Quali altre differenze ci sono rispetto alla 18App istituita da Renzi? I fondi a disposizione. Prima erano disponibili 230 milioni di euro all’anno, adesso sono stati stanziati 190 milioni. Una scelta che ha fatto discutere, sollevando molte critiche da parte dell’opposizione, primo fra tutti Matteo Renzi. «Toglie i soldi ai diciottenni per darli ai presidenti di Serie A», queste le parole del leader di Italia Viva.

Il Presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone (FdI) ha voluto precisare che sono stati ridotti i fondi perché «sono effettivamente quelli utilizzati»; inoltre i soldi non spesi rimarranno comunque disponibili per il settore della cultura.

Critiche anche da parte del Pd, con Irene Manzi che si scaglia contro questo emendamento, accusando i partiti della maggioranza: «concepiscono l’accesso alla cultura come un premio e non come un diritto universale».

Le polemiche sono scoppiate anche al di fuori del mondo politico, Ricardo Franco Levi, presidente dell’Aie (Associazione italiana editori), ha espresso la sua preoccupazione: «Non solo la soglia Isee esclude una parte rilevante dei ragazzi, ma le complicatissime procedure necessarie ad accedere al provvedimento scoraggeranno anche tutti gli altri. Così si indebolisce una misura che ha raggiunto risultati di assoluto rilievo, conquistando alla lettura, da dati Istat, 183.000 giovani che l’avevano abbandonata negli anni precedenti la maturità».

Anche Federculture si schiera contro il provvedimento del Governo Meloni, sostenendo che con queste modifiche il bonus perderà il suo valore originario, ovvero quello di costituire un incentivo alla cultura e alla educazione, senza alcuna distinzione di ceto o scolarizzazione, diventando semplicemente uno strumento di premio o sostegno alla povertà.

Ma quali sono stati i motivi che hanno spinto il Governo ad apportare questi cambiamenti? Primo fra tutti, gli episodi, spesso frequenti, di acquisti di beni non presenti nell’elenco di 18App, poi le numerose dichiarazioni false. Ma l’obiettivo principale è quello di evitare truffe: c’è una vera e propria rete con adescatori di diciottenni, al fine di sfruttarne il bonus.

Si pensa anche a delle sanzioni per esercenti che dovessero prestarsi a eventuali truffe, per porre fine definitivamente alle frodi. Secondo un rapporto della Guardia di Finanza, infatti, nel triennio 2018-2020 si sarebbero verificate frodi per un valore totale di 17 milioni di euro.

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