Culture

Il Governo vuole cancellare 18App?

Con un emendamento la maggioranza prova a eliminare il bonus cultura destinato ai giovani. I fondi saranno utilizzati per altre iniziative, tra cui Carnevali e la rievocazione storica de La Girandola a Roma
Credit: nrd/unsplash
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
9 dicembre 2022 Aggiornato alle 16:15

L’annuncio è arrivato ieri a Più libri più liberi, la Fiera dell’Editoria romana in programma dal 7 all’11 dicembre al centro La Nuvola (Eur). La maggioranza ha deciso di introdurre un emendamento che, di fatto, abolisce 18App, il bonus cultura di 500€ destinato ai diciottenni, per finanziare una serie di misure – indicate nello stesso emendamento che ne sancisce la cancellazione – utilizzando proprio i fondi risparmiati eliminando l’iniziativa introdotta dal Governo Renzi nel 2016 e copiata con successo da molti altri Paesi.

Strumenti analoghi sono, infatti, operativi in Francia e Spagna, Moldova e Ucraina; una misura simile è appena stata approvata in Germania, mentre Portogallo, Uk e Finlandia si avviano verso l’approvazione e numerosi Paesi extra-Ue la stanno valutando.

In Italia, invece, si decide di fare marcia indietro. L’emendamento, infatti, modifica l’articolo 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234, I cui commi 357 e 358 sono abrogati. Cosa dicono questi commi?

Il numero 357 recita: “Al fine di promuovere lo sviluppo della cultura e la conoscenza del patrimonio culturale, a tutti i residenti nel territorio nazionale in possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità, è assegnata, nell’anno del compimento del diciottesimo anno e nel rispetto del limite massimo di spesa di 230 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, una Carta elettronica, utilizzabile per acquistare biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche e spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici anche in formato digitale, musica registrata, prodotti dell’editoria audiovisiva, titoli di accesso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali nonché per sostenere i costi relativi a corsi di musica, di teatro o di lingua straniera”.

Si tratta, appunto, del comma che istituisce la cosiddetta 18App, che viene depennato con un colpo di penna o un canc sulla tastiera, eliminando in un istante la possibilità di chi compie la maggiore età di accedere a un fondo pensato per essere fruito esclusivamente in ambito culturale.

I soldi risparmiati verranno utilizzati per sovvenzionare una serie di iniziative, elencate proprio nell’emendamento che spazza via il bonus cultura per i più giovani. Quali?

Tra iniziative indubbiamente meritorie come Un fondo per il libro destinato al “sostegno agli operatori del settore dell’editoria, del libro e delle librerie” e un incremento del budget per il Fondo Nazionale dello Spettacolo – che cambia nome in Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo – ne spuntano altre che, sebbene abbiano una loro indubbia rilevanza culturale, appaiono ridimensionate di fronte alla cancellazione tout court dei fondi destinati ai neo-diciottenni.

Sono autorizzate, a esempio “la spesa di 5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023 per il finanziamento dei carnevali storici con una riconoscibile identità culturale”, la spesa di 2 milioni di euro per l’anno 2023 e di 2 milioni di euro per l’anno 2024 per “celebrare la vita, le scoperte e l’opera di Guglielmo Marconi nella ricorrenza dei centocinquanta anni dalla sua nascita”, la spesa di 1 milione di euro “al fine di sostenere il settore dei festival, dei cori e delle bande musicali” e la spesa di 300.000 euro “per il sostegno delle attività di rievocazione storica de La Girandola di Roma”.Come ha ricordato la giornalista e autrice Flavia Amabile in un tweet, tra i firmatari dell’emendamento c’è Federico Mollicone, presidente del Comitato Promotore La Girandola.

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