Futuro

Una nuova stagione di progetti

I sondaggi indicano che gli italiani non aspettano più la salvezza dalle promesse populiste. Il ceto politico deve dimostrare di sapersi adattare al nuovo clima. Ma le classi dirigenti del mondo economico e culturale l’hanno capito meglio
Credit: EPA/ STEPHANIE LECOCQ
Tempo di lettura 4 min lettura
16 dicembre 2022 Aggiornato alle 06:30

Il 65% degli italiani manifesta preoccupazioni per l’aumento dei prezzi, dice Ipsos: in vista del Natale reagisce arrangiandosi, tra una ricerca attenta di sconti e promozioni, o rivolgendosi a mercati di seconda mano, ma senza rinunciare all’aspettativa positiva del Natale.

Rabbia, disgusto, tristezza e paura sono stati i sentimenti più sentiti dagli italiani fino a settembre scorso, secondo Swg: ma la “speranza” da allora li ha superati. Intanto, il Censis mostra come gli italiani siano sempre più consapevoli di essere entrati in una fase storica densa di rischi profondissimi, ma reagiscono: il post-populismo individuato dal Censis segnala evidentemente il superamento di un atteggiamento di attesa per la soluzione facile ai problemi complessi che oggi si devono fronteggiare.

Queste impressioni campionarie e le conseguenti interpretazioni sociologiche possono suggerire ai responsabili della policy di affrontare il prossimo anno con maggiore attenzione ai progetti sensati, perdendo meno tempo con le schermaglie polemiche. Queste ultime hanno probabilmente stancato anche i loro campioni, a parte quelli che non sanno fare altro. Si direbbe che gli italiani cerchino soluzioni che stiano in piedi, non chimere. E l’occasione è certamente importante.

Il governo potrebbe avere un anno di lavoro relativamente tranquillo, se non si lascerà distrarre troppo dalle elezioni regionali. L’opposizione dovrà trovare i progetti ai quali applicarsi se vorrà tentare di procedere verso forme di azione unitaria e sintonizzarsi con i sentimenti degli elettori. La complessità del quadro globale è ormai ben compresa anche dai cittadini: non si aspettano ricette salvifiche ma azioni sensate. Il Pnrr, pur criticabile come ogni cosa, descrive il percorso che tutti possono tentare di agevolare.

La cartina di tornasole per comprendere quali sono le azioni innovative sintoniche con lo stato d’animo intravisto dagli studi sociologici citati è relativamente chiara: tutto ciò che disperde le energie in rivoli corporativi o tribali è meno importante di ciò che fa bene a tutti. Durante le campagne elettorali prevalgono le istanze del primo tipo; ma nella conduzione di una policy sensata prevalgono le seconde. Per la maggioranza, le questioni tribali, tipo l’innalzamento dei limiti al contante, indeboliscono; la strategia di coerenza con l’impostazione europea e atlantica, rafforza. Per l’opposizione, le divisioni, in correnti e partitini personali, indeboliscono; la strategia di convergenza, sui diritti e l’ineguaglianza, rafforza. È il post-populismo, dice il Censis.

Non sarà facile adattarsi per partiti che al populismo hanno affidato le loro fortune elettorali. Ma non sarà facile neppure per i loro avversari. Il quadro esterno non aiuterà: l’Europa deve ancora capire fin dove arriverà lo scandalo della corruzione venuta dal Qatar; la Germania deve capire come ridefinirsi di fronte al distacco dall’energia russa e al raffreddamento del commercio con la Cina; gli Usa sono ancora immersi in una politica concentrata più sul loro potere che sulla loro leadership.

La cultura e la capacità innovativa presente in una parte consistente della società italiana sarà chiamata a prendere decisioni importanti. Potrà scommettere su poche tendenze chiare: il Pnrr appunto ne descrive alcune, ma la maggior parte delle decisioni dovranno essere prese dalla classe dirigente delle imprese e delle organizzazioni sociali in base ai loro valori e alla loro capacità interpretativa.

Un’accresciuta esperienza internazionale, un po’ di soldi in più per il venture capital, una nuova consapevolezza delle migliori istituzioni che si occupano dei beni culturali, la moltiplicazione delle comunità energetiche, i progetti per l’energia pulita e l’economia circolare, la connessione un po’ più intensa tra ricerca e impresa sono i fatti che possono trasformarsi nelle le migliori leve per favorire lo spirito di innovazione in Italia.

La resilienza che è sempre stata uno dei punti di forza del Paese potrà essere d’aiuto per affrontare il prossimo anno. Chi viaggia tra le fabbriche di macchine industriali e nei territori della manifattura che esporta e innova, nei quartieri dell’artigianato di qualità e negli angoli di turismo risanato che qui e là si trovano in Italia si accorge che esistono energie indipendenti dalle policy e dagli scandali.

Esiste una passione per i progetti innovativi indipendente dal clima contingente. Non sono valori immortali, ma hanno una lunga durata. L’Italia può stupire ancora. Certo, la tentazione alle divisioni tra guelfi e ghibellini ha pure lunga durata. E resistere alle tentazioni non è il suo punto di forza.

Leggi anche
Economia
di Redazione 4 min lettura
Italia
di Redazione 5 min lettura