Ambiente

Pnrr: 8 traguardi sembrano troppo lontani

Secondo il rapporto dell’ASviS, il Piano di resilienza e la Legge di Bilancio 2022 non permetterebbero all’Italia di raggiungere i 17 Obiettivi dell’Agenza 2030 Onu. Otto, in particolare, sono i target a rischio
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5 aprile 2022 Aggiornato alle 09:00

L’analisi realizzata dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), e pubblicata il 31 marzo, ci propone un quadro di luci e ombre della Penisola, una riflessione integrale su come e quanto i provvedimenti del Pnrr e la Legge di Bilancio 2022 incidono sul percorso verso lo sviluppo sostenibile italiano.

Da una parte, il Piano nazionale di ripresa e resilienza presenta prospettive positive per il raggiungimento degli obiettivi legati a tre ambiti: giustizia, istituzioni e sanità. Per quanto riguarda quelli di imprese, infrastrutture e innovazione, istruzione, produzione e consumi la situazione è sufficiente sebbene migliorabile.

Negativa, invece, e su questo ci confronteremo, la valutazione riguardo a contrasto alla povertà, parità di genere, occupazione, crescita economica. Ma anche, e soprattutto, riguardo l’ambito ambientale: per l’ASviS, infatti, gli Obiettivi dell’Agenda 2030 su energia, acqua, protezione degli ecosistemi, lotta ai cambiamenti climatici non sono adeguatamente considerati da Pnrr e Legge di Bilancio.

«Il Next Generation Eu ha rappresentato per l’Italia un’occasione unica, e il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha fornito una risposta adeguata, corroborata anche dalla successiva Legge di Bilancio – hanno spiegato i presidenti dell’Asvis, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini – Ma l’Agenda della sostenibilità guida alcuni degli obiettivi del Pnrr ma non tutti».

Il Pnrr, da solo, non basta. «Dopo anni di disattenzione abbiamo scoperto la nostra eccessiva dipendenza dal gas, in particolare da quello russo. Siamo consapevoli di dover ridurre la dipendenza dalle energie fossili e di accelerare la transizione verso le rinnovabili e la riduzione dei consumi. Dobbiamo urgentemente compiere scelte capaci di mitigare la crisi climatica e adattarci ai cambiamenti della biosfera di cui ogni giorno si vedono gli effetti negativi, guardando al benessere delle future generazioni».

Ma vediamo ora nel dettaglio gli 8 obiettivi per i quali, secondo l’Asvis, il Pnrr non apporta un contributo sufficiente. Sono: sconfiggere la povertà (1), parità di genere (5), acqua pulita e servizi igienico sanitari (6), energia pulita e accessibile (7), lavoro dignitoso e crescita economica (8), lotta contro il cambiamento climatico (13) e vita sott’acqua (14) e vita sulla Terra (15).

Riguardo il primo obiettivo, Asvis ha specificato che l’unica misura del Pnrr direttamente legata a questa problematica è la garanzia di un alloggio a circa 25.000 persone senza fissa dimora, pari al 20% di quanto stimato con l’ultimo censimento della popolazione. Per la parità di genere, il Piano nazionale di ripresa e resilienza non affronta il problema del calo della natalità. Sull’acqua pulita e i servizi igienico sanitari, il Pnrr non si integra «con alcun piano complementare» per affrontare le sfide derivanti dalla carenza di questa risorsa. L’Asvis ha inoltre sottolineato le criticità dei sistemi di distribuzione che, nel 2018, hanno disperso il 40% dell’acqua, a fronte di un obiettivo del 10%.

Riguardo l’energia pulita e accessibile, l’Asvis ha proposto, anche a fronte delle criticità attuali dovute al conflitto ucraino, di esentare dal pagamento degli oneri di rete e dei consumi la fascia più povera della popolazione per quanto riguarda acqua, elettricità e gas. «Serve un sistema di governance multilivello per affrontare la povertà energetica, da attuare con il coinvolgimento di regioni e comuni, privilegiando le comunità energetiche entro le quali si possono ristabilire pratiche solidaristiche a favore delle famiglie e delle imprese».

Il Pnrr «non indica obiettivi per le energie rinnovabili e lo stoccaggio energetico resta privo di budget specifici, eccezion fatta per l’idrogeno, che però non è una risorsa necessariamente green. Per l’efficienza energetica, l’Italia punta sui certificati bianchi e l’Ecobonus 110%, le cui prestazioni energetiche, però, sono in dubbio».

Circa l’obiettivo 8, il Pnrr non affronta in modo sistemico il tema della piena occupazione. «Il Piano non impatterà in modo significativo sulla disoccupazione giovanile, nonostante la situazione dell’Italia sia tra le peggiori in Europa». Basti pensare che i Neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano né studiano, nel 2020 erano oltre il 23%: l’obiettivo Ue è quello di scendere al 9% al 2030. Per questo, secondo l’Asvis, per raggiungere il 78% del tasso di occupazione al 2030 previsto dall’Ue, «è inoltre urgente predisporre una strategia nazionale per l’occupazione».

Riguardo l’obiettivo sulla lotta ai cambiamenti climatici, le misure presenti nel Pnrr sono state giudicate insufficienti perché non rafforzano la resilienza e la capacità di adattamento ai rischi legati al clima e ai disastri naturali. Secondo l’Asvis, un’altra criticità è la mancanza di una riforma della fiscalità che assicuri l’eliminazione dei Sussidi ambientalmente dannosi (Sad), adotti una carbon tax e una border tax ma anche di un riferimento all’eliminazione graduale del carbone, e alla chiusura del mercato dei veicoli endotermici.

Sulla vita nell’acqua «mancano azioni per contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia europea per la biodiversità per il mare, come la protezione di almeno il 30% delle aree marine costiere di cui almeno il 10% a rigorosa protezione e l’azzeramento del sovrasfruttamento degli stock ittici entro il 2030». Ma nel Pnrr mancano anche le indicazioni della nuova Strategia europea per la biodiversità, venendo proposti solo investimenti frammentari. «Non si tiene conto dell’obiettivo di proteggere il 30% del territorio nazionale, né quello di azzerare il consumo di suolo, lavorando in direzione di un ripristino degli ecosistemi terrestri degradati».

Qual è la soluzione cui guardare? Secondo l’Asvis sono diverse. Innanzitutto, aggiornare la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile, poi costruire il Sistema multilivello di strategie e agende per lo sviluppo sostenibile. Ma anche chiarire la definizione dei ruoli istituzionali nell’attuazione dell’Agenda 2030, predisporre una Legge annuale per lo sviluppo sostenibile e inserire nella Relazione illustrativa di tutte le proposte di legge, gli atti ministeriali e regionali una valutazione preliminare sull’impatto atteso sui 17 obiettivi.

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