Bambini

Fortnite, la battaglia dei genitori: «Crea dipendenza»

Un giudice della Corte Suprema canadese ha autorizzato la causa contro lo sparatutto sviluppato da Epic Games. La società: «Accuse infondate, è possibile controllare il tempo di gioco dei figli»
Credit: Artem Podrez/pexe
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13 dicembre 2022 Aggiornato alle 15:00

Epic Games, lo sviluppatore del popolare videogioco sparatutto Fortnite, è stata citata in giudizio presso la Corte Suprema canadese da un gruppo di genitori convinti che il gioco crei dipendenza a danno dei propri figli. La causa era stata presentata a luglio di quest’anno da tre coppie di genitori del Quebec, secondo i quali i figli avrebbero rinunciato a dormire, mangiare o fare la doccia pur di non interrompere il gioco.

«Il tribunale conclude che vi è una questione seria da sostenere, supportata da sufficienti e specifiche accuse circa l’esistenza di rischi o addirittura pericoli derivanti dall’uso di Fortnite», ha stabilito il giudice Sylvain Lussier, che il 7 dicembre ha autorizzato l’azione legale.

«La corte ritiene che non ci siano prove in merito alle accuse secondo cui la dipendenza sarebbe stata progettata in modo intenzionale», ha aggiunto Lussier. «Ciò non esclude la possibilità che il gioco crei effettivamente dipendenza o che presumibilmente il suo creatore e distributore lo sappia».

L’avvocato dell’accusa Alessandra Esposito Chartrand ha paragonato la dipendenza dal survival game a quella della nicotina. «La nostra mozione è stata fortemente ispirata dalla mozione sul tabacco», ha dichiarato Chartrand, sostenendo che la responsabilità legale fosse «fondamentalmente la stessa».

«Il fatto che gli psichiatri americani abbiano richiesto ulteriori ricerche o che questa diagnosi non sia stata ancora ufficialmente riconosciuta in Quebec non rende le affermazioni in questione frivole o infondate – ha sottolineato Lussier –, l’effetto dannoso del tabacco non è stato riconosciuto o ammesso dall’oggi al domani».

Epic Games, dal canto suo, smentisce le accuse e si appella al parental control. «I genitori possono ricevere rapporti sul tempo di gioco che tengono traccia della quantità di tempo in cui il loro bambino gioca ogni settimana e richiedono il permesso dei genitori prima che vengano effettuati gli acquisti», ha affermato la società.

L’azienda è convinta che «le prove dimostreranno come questo caso è privo di merito». Nel 2020 Fortnite ha raggiunto oltre 350 milioni di utenti registrati, cifra che nel 2021 è salita a 400 milioni per un fatturato che nei suoi primi due anni (2018-2019) ha generato entrate per 9 miliardi di dollari. Oltre il 62% dei giocatori – di sesso maschile per il 72,4% – ha un’età compresa tra i 18 e i 24 anni.

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