Futuro

Internet: un terzo del mondo non è connesso

Secondo il rapporto dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni dell’Onu, nonostante i dati in miglioramento, troppe persone rimangono in una “oscurità digitale”. Soprattutto le donne
Credit: Pier Monzon/Pexels
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
12 dicembre 2022 Aggiornato alle 18:00

Nel 2022 circa un terzo della popolazione mondiale, pari a 2,7 miliardi di persone, non ha ancora accesso a internet. A rilevarlo è il rapporto annuale Facts and Figures dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu), l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite per le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Un dato in miglioramento rispetto al 2021 (+6,1%), anche in ragione della generale diminuzione del costo dei servizi. Internet è diventato più accessibile in tutte le regioni del mondo e tra tutti i gruppi di reddito, evidenzia lo studio, ma il costo «resta un ostacolo importante per l’accesso a internet, soprattutto nelle economie a basso reddito».

«Dobbiamo mantenere l’accessibilità di internet nella giusta direzione anche mentre la recessione globale incide sempre di più sulle prospettive economiche di molti Paesi», ha affermato Houlin Zhao, segretario generale dell’Itu. Ma a insinuarsi nel divario digitale è anche quello di genere.

Nel 2022 ad avere accesso a internet è il 63% delle donne a fronte del 69% degli uomini, vale a dire 259 milioni di persone in meno. Il divario di genere è maggiore nelle nazioni a basso reddito, dove a essere online è il 21% delle donne rispetto al 32% degli uomini, una cifra che non è migliorata dal 2019.

In generale, le regioni con il più alto utilizzo di internet hanno anche i punteggi di parità di genere più alti. Fanno eccezione i piccoli Stati insulari in via di sviluppo (Sids). «Mentre la connettività universale resta lontana – afferma il rapporto – queste isole hanno raggiunto la piena parità di genere».

A raggiungere il target della connettività universale – che l’Itu ha fissato a una penetrazione dell’utilizzo di internet del 95% – sono i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni nelle economie ad alto e medio reddito, mentre in quelle a basso reddito a utilizzare internet è il 39% dei giovani contro il 23% del resto della popolazione.

In Europa a essere online è il 98% dei giovani contro l’86% delle altre fasce anagrafiche (inclusi gli utenti under 15). Percentuali che a livello globale si attestano rispettivamente al 75% (+4%) e al 65% (+8%), con un divario generazionale di 10 punti percentuali in calo rispetto al 14% registrato nel 2020.

«L’accesso a internet sta aumentando, ma non così rapidamente e in modo uniforme in tutto il mondo come dovrebbe», ha affermato Doreen Bogdan-Martin, direttore dell’Ufficio per lo sviluppo delle telecomunicazioni dell’Itu. «Troppe persone vivono ancora nell’oscurità digitale. La nostra sfida globale è quella di impegnare le risorse che consentirebbero a tutti di trarre vantaggio in modo significativo dall’essere connessi».

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