Ambiente

Germania: in partenza la più grande flotta di treni a idrogeno

La Rmv si allontana dai combustibili fossili con 27 nuovi convogli silenziosi come veicoli elettrici, che faranno risparmiare fino a 19.000 tonnellate di CO2 ogni anno. È questo il futuro del trasporto pubblico?
Credit: Peter Steffen/dpa
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1 dicembre 2022 Aggiornato alle 15:30

Treni a idrogeno? Sì, hai capito bene. E no, non rappresentano una novità assoluta, ma è sicuramente significativo il traguardo raggiunto dalla Rhein-Main-Verkehrsverbund (Rmv), che ha annunciato che a partire dall’11 dicembre metterà su rotaia 27 treni alimentati completamente a idrogeno.

Sarà dunque la più grande flotta di treni a idrogeno al mondo e servirà il trasporto locale nella regione del Reno in Assia, coprendo l’intera area metropolitana di Francoforte. «Gli obiettivi climatici nel settore dei trasporti possono essere raggiunti solo se ci allontaniamo dai combustibili fossili» ha commentato il Prof. Knut Ringat, amministratore delegato di Rmv.

E continua: «i treni a idrogeno di Rmv sono silenziosi come i veicoli elettrici ed emettono vapore acqueo durante il viaggio, risparmiando circa 19.000 tonnellate di CO2 ogni anno». Inoltre, fa notare, l’idrogeno impiegato nell’alimentazione dei treni è un prodotto di scarto della Industriepark Höchst, e dunque già a disposizione per la flotta.

Obiettivo, una mobilità pubblica che non inquina. La progettazione e lo sviluppo dei treni Coradia iLint sono stati finanziati dal governo tedesco nell’ambito del Programma nazionale di innovazione per la tecnologia dell’idrogeno e delle celle a combustibile (Nip), e hanno fino a 1.000 chilometri di autonomia.

In questo senso, il governo tedesco ha stimato che il fabbisogno di idrogeno in Germania toccherà le 100 terawattora per anno nel 2030, un valore che rappresenta circa un quinto dell’intero consumo annuale di energia elettrica nel Paese, che si aggira intorno ai 580 terawattora.

E sugli obiettivi di sostenibilità energetica il Dr. Jörg Sandvoß, Ceo di DB Regio Ag e che possiede la rete Tanus ha le idee molto chiare: «Come la nostra casamadre Deutsche Bahn, anche noi vogliamo essere neutrali dal punto di vista climatico entro il 2040. L’idrogeno è una tecnologia chiave con cui possiamo ridurre ulteriormente le emissioni nel trasporto regionale e migliorare significativamente la protezione del clima».

Conclude: «La manutenzione dei treni a idrogeno nel nostro stabilimento di Francoforte Griesheim era già rivoluzionaria, all’avanguardia: il fatto che gestiremo anche la più grande flotta al mondo di treni a idrogeno con la nostra controllata “Start” in futuro ci rende molto orgogliosi».

Ma nulla è affidato al caso: Deutsche Bahn Cargo, che si occupa del trasporto-merci su rotaie in Germania, ha già pensato a un piano per trasportare lungo le linee ferroviarie grandi quantità di idrogeno liquido sfruttando una rete lunga 35.000 chilometri e i vagoni-cisterna.

Anche il Governo federale gioca le sue carte nella partita della sostenibilità. Proprio in questi giorni ha annunciato la costituzione entro la fine del 2022 di 2 nuovi fondi per un totale di 550 milioni di euro dedicati all’idrogeno e gestiti dall’Istituto di Credito per la Ricostruzione tedesco, Kreditanstalt für Wiederaufbau (Kfw).

Inoltre, il Ptx Development Fund, che ricadrà sotto la responsabilità del Ministero federale per la Cooperazione e lo sviluppo economico (Bmz) avrà un valore di 250 milioni di euro, mentre il Ptx Growth Fund, gestito dal Ministero dell’Economia e del Clima (Bmwk) avrà un valore di 300 milioni.

È dunque chiaro che le prossime mosse saranno giocate nella direzione dell’investimento in idrogeno e per l’accelerazione dello sviluppo di catene di valore su scala globale.

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