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Le città più green dello Stivale

Secondo l’indagine Ecosistema Urbano condotta da Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 Ore, Bolzano è la città più virtuosa. Nella top ten anche una città del Sud
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
8 novembre 2022 Aggiornato alle 11:00

Dalla rete ciclabile strategica di Agrigento, a quella sostenibile realizzata dal comune di Genova, passando per la città di Prato, dove per la prima volta si sta coltivando una “giungla urbana” per convertire aree marginali e in disuso in spazi completamente verdi.

Sono tanti i progetti sostenibili fioriti nel corso di quest’anno, ma a essere incoronata l’indiscussa capitale green d’Italia è Bolzano. A dirlo è la classifica di Ecosistema Urbano 2022, il report che Legambiente annualmente redige in collaborazione con Ambiente Italia e il Sole 24 Ore sulle performance ambientali di 105 comuni. Una rimonta notevole, considerando che il capoluogo del Trentino Alto Adige solo la scorsa edizione si attestava al sesto posto.

Un’indagine, quella realizzata da Legambiente, che guarda a 18 parametri, inerenti a 6 aree tematiche differenti: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.

I dati pubblicati, relativi al 2021, delineano una situazione difficile per i capoluoghi di provincia italiani. Bolzano, che ottiene il punteggio di 79,02% , registra valori buoni nei tre parametri legati all’inquinamento atmosferico, tutti entro i limiti previsti dalla normativa. Tra i dati che emergono, raccolta differenziata dei rifiuti conquista un 66%, mentre registra un certo incremento anche l’uso del trasporto pubblico dove sale da 68 viaggi per abitante annui agli attuali 78 e cresce anche nel numero di chilometri-vettura per abitante annui, passando dai 37 della passata edizione ai 43 di quest’anno.

Per quanto riguarda le risorse idriche, Bolzano spreca meno di un terzo dell’acqua immessa in rete (29,6%, era al 31% lo scorso anno); aumentano il numero delle infrastrutture dedicate alla ciclabilità, dai 16,81 metri equivalenti ogni 100 abitanti della passata edizione ai 18,99; crescono i kW installati su edifici pubblici ogni 1000 abitanti passando dai 3,89 della scorsa edizione agli attuali 5,99.

Dopo Bolzano segue a pochi punti percentuale Trento con un 76,3%. Anche Belluno (73,7%) recupera varie posizioni e dall’ottavo raggiunge il terzo gradino del podio, seguita da Reggio Emilia (72,9%) e Cosenza (72,7%), unica città del sud a entrare anche quest’anno nella top ten della graduatoria. Poi, al sesto, al settimo e all’ottavo posto Treviso (72,7%), Pordenone (72,0%) e Forlì (70,3%), mentre al nono e al decimo La Spezia (67, 8%), Mantova (67,2%). Fanalini di coda dell’intera classifica, Alessandria (103esima), Palermo (104esima) e Catania (105esima), che da tempo arrancano e non riescono a invertire la rotta.

Le città metropolitane non presentano sorprese, riconfermando in linea di massima gli esiti delle scorse indagini: se alcune riescono comunque a risalire la china, per esempio Venezia (13esima) e Torino (65esima), altre importanti città, scivolano un po’ più in basso nella classifica: tra tutte, Firenze che scende al 43esimo posto, Milano al 38esimo, slittando di 8 posizioni, e Roma all’88esimo posto.

I pronostici non sbagliavano: ora che la ripresa delle attività post-pandemia è pienamente avviata, si verifica un decisivo aumento dei livelli di smog, soprattutto nelle aree urbane storicamente afflitte dal problema dell’inquinamento dell’aria. Per numero di auto rimaniamo tra i più alti d’Europa, mentre il trasporto pubblico tarda a migliorare. Allo stesso modo, risale la produzione di rifiuti - il valore medio arriva a 526 kg pro capite, quasi ai livelli pre-pandemia (erano 514 kg pro capite nel 2020 e, appunto, 530 nel 2019) - nonostante la raccolta differenziata stia migliorando, scavalcando la soglia media del 60%.

Qualche timido segnale positivo viene invece dalla mobilità sostenibile: aumentano le zone ciclabili (km di piste e infrastrutturazione) e prende piede la diffusione del solare (termico o fotovoltaico) installato su edifici pubblici con un valore medio che arriva ai 5,41 kW/1.000 abitanti. Per quanto riguarda le perdite idriche, rimangono all’incirca costanti le città dove più del 30% dell’acqua viene dispersa (passando da 53 del 2020 a 52 nel 2021), mentre il valore medio dell’acqua che viene dispersa si conferma al 36,0%. Nel 2021 sono sei le città virtuose (erano 5 nel 2020) che riescono a contenere le perdite entro il 15% (Livorno, Macerata, Mantova, Milano, Pavia e Pordenone).

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