Diritti

Africa: chi sostiene l’inclusione finanziaria?

Nel Paese circa 400 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, secondo l’Onu. Dati alla mano, Banca Etica e Caritas Africa hanno creato una partnership internazionale per contrastare la fragilità economica
Credit: © Lou Jones/ZUMA Wire
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10 novembre 2022 Aggiornato alle 12:00

I grandi sconvolgimenti degli ultimi tempi, come la pandemia da Covid-19, i cambiamenti climatici, l’inflazione, hanno condotto a fenomeni di fragilità economica. È necessario, a questo proposito, contrastare la povertà e potenziare le politiche per il futuro in un’ottica di collaborazione tra Paesi. In Africa, specialmente, le persone più esposte hanno bisogno di essere supportate tramite strategie di inclusione finanziaria e nuovi strumenti di sviluppo e resilienza.

Proprio per questo, una delegazione di Banca Etica, società che supporta l’economia reale e iniziative ad alto impatto socio-ambientale, ha partecipato alla conferenza dei Partners di Caritas Africa, che si sono dati appuntamento in Togo per un’assemblea da titolo Rethinking fraternal cooperation to better serve, accompany and defend the poor in Africa (Ripensare una cooperazione fraterna per servire, accompagnare e difendere i poveri in Africa).

Secondo gli studi dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), le persone considerate sotto la soglia di povertà in Africa sono circa 400 milioni; un dato costante negli anni e che rappresenta circa il 50% delle persone in questa situazione in tutto il mondo. D’altra parte, secondo un allarme lanciato a inizio 2022 da Oxfam – la confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale – in Africa 1 persona su 5 (282 milioni di abitanti) soffre di denutrizione; i più colpiti sono donne e bambini.

Nel caso dell’Italia, dall’ultimo rapporto della Caritas su povertà ed esclusione sociale dal titolo L’anello debole, relativo a ottobre 2022, emerge che nel 2021 i poveri assoluti sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini. È anche l’anno in cui la povertà assoluta conferma i massimi storici toccati nel 2020 (anno di inizio della pandemia). Le famiglie in tale situazione risultano 1 milione 960.000, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente).

Lo studio mette in luce che non esiste una sola povertà: ce ne sono diverse, acuite dagli effetti della crisi attuale e alle ripercussioni della guerra tra Russia e Ucraina. Nel 2021, segnala Caritas, quasi 2.800 Centri di Ascolto hanno effettuato oltre 1,5 milioni di interventi, per poco meno di 15 milioni di euro, con un aumento del 7,7% delle persone che hanno chiesto aiuto rispetto all’anno precedente. Nel 2022 i dati raccolti fino a oggi confermano questa tendenza.

In questo scenario, la cooperazione tra Paesi svolge un ruolo fondamentale; ecco perché alla conferenza che si è tenuta in Africa occidentale sul Golfo di Guinea, erano presenti alcune Caritas nazionali del Vecchio Continente (Scozia, Irlanda, Francia, Spagna e Italia) e africane (Senegal, Burkina, Togo, Ghana, Uganda, Rwanda, Congo, Kenya, Tanzania), le 4 Conferenze Episcopali Africane e il Catholic Relief Service dagli Stati Uniti. Soggetti diversi, ma accomunati da alcune matrici valoriali e obiettivi sociali condivisi. 3 giorni di incontri – che si sono svolti a Lomé, capitale del Paese – mirati a redigere il piano strategico dei partner per i prossimi 3 anni.

Oltre ai temi delle emergenze locali da affrontare, sono stati discussi i risultati raggiunti dal progetto Ethical microfinance, la creazione di una rete di microfinanza eticamente orientata in Africa, il cui percorso è in fase di consolidamento attraverso lo sforzo condiviso dei soggetti coinvolti. «La partnership con Caritas Africa e con le istituzioni di microfinanza che abbiamo incontrato evidenzia come la valorizzazione delle reti e la cooperazione tra i Paesi sia l’unica strada possibile per favorire e accompagnare concreti percorsi di inclusione socio-finanziaria», ha affermato Anna Fasano, Presidente di Banca Etica.

Attraverso attività di formazione e assistenza tecnica erogate dai professionisti di Banca Etica e Cresud – società del gruppo specializzata in microfinanza internazionale – il progetto sostiene 9 istituzioni di microfinanza appartenenti ad altrettante Caritas nazionali, che raggiungono circa 1 milione di persone in termini di inclusione finanziaria e sociale. E l’orizzonte di sviluppo dei servizi di consulenza e finanziari, oltre che della platea di beneficiari, è destinato a espandersi in futuro.

«Le attività previste si concluderanno nel marzo 2023 e, visti gli importanti risultati conseguiti, contiamo di proseguire – in partenariato con Caritas Italiana e Caritas Africa – le attività di formazione e di credito con un percorso specialistico sostenuto dal Gruppo Banca Etica, da Caritas Italiana e dalla Conferenza Episcopale Africana», ha spiegato Gabriele Giuglietti, Responsabile dell’Ufficio Sviluppo internazionale di Banca Etica e Presidente di Cresud.

In particolare, ha precisato Giuglietti, «Banca Etica ha già finanziato le attività delle istituzioni di microfinanza aderenti alla rete Caritas in Senegal, Togo, Burkina, Rwanda e Uganda per oltre 2 milioni di euro. Ma la prospettiva è raddoppiare nei prossimi mesi questo sforzo, raggiungendo anche Congo, Kenya e Tanzania». Durante la missione, l’istituto bancario ha inoltre incontrato due realtà della rete Microfinance African Institutions Network (Main): Wages, che si impegna a garantire bisogni socio-economici di circa 240.000 persone, e Assilassimé Solidarité, che offre servizi di microfinanza a oltre 80.000 donne.

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