Ambiente

Geotermia: regole più semplici per l’installazione delle sonde

Il nuovo decreto del Ministero della Transizione Ecologica snellisce alcune procedure e uniforma la regolamentazione sul territorio nazionale. Con un focus sui piccoli impianti
Lavoratori edili versano calcestruzzo per le linee geotermiche sotterranee per il progetto "Four", in Germania nel 2020
Lavoratori edili versano calcestruzzo per le linee geotermiche sotterranee per il progetto "Four", in Germania nel 2020 Credit: Arne Dedert/dpa
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13 ottobre 2022 Aggiornato alle 15:00

Un primo passo che i geologi - e non solo - attendevano da tempo. Un’indicazione necessaria per tentare di sbloccare un’altra fonte di energia rinnovabile, quella geotermica.

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha firmato il decreto Mite che permette di snellire alcune procedure e uniforma la regolamentazione nazionale in materia di installazione di sonde geotermiche, in particolare con indicazioni precise per i piccoli impianti.

Viene così disciplinata l’installazione delle sonde geotermiche in edilizia libera fino a 50 kW e 80 metri di profondità e una procedura abilitativa semplificata fino a 100 kW e 170 metri di profondità, in modo da uniformare le regole per tutto il territorio nazionale, eliminando quelle differenze che finora potevano portare a limitazioni. Inoltre il decreto introduce la possibilità di agevolare le spese di installazione delle sonde mediante il Superbonus 110%.

Quando parliamo di energia geotermica intendiamo quella immagazzinata sotto forma di calore sotto la crosta terrestre: è un’energia che non proviene da fonti fossili che, secondo Arcangelo Francesco Violo del Consiglio nazionale dei geologi, «in qualità di rinnovabile sta assumendo sempre maggiore importanza - dato che il ministro ha condiviso negli Stati Generali della Geotermia che si sono tenuti a Roma lo scorso giugno - costituendo un’ importante fonte energetica alternativa caratterizzata da continuità e programmabilità della produzione a elevata sostenibilità».

Secondo il Consiglio dei geologi il nuovo decreto è un punto «di svolta per tutto il settore della geotermia. Finora la grande maggioranza delle Regioni non aveva un riferimento preciso. Era, cioè, possibile installare gli impianti, ma in una situazione in cui si navigava al buio su come autorizzarli. Per questo, va anzitutto detto che il decreto del Mite è positivo perché rappresenta quel segnale che potrà finalmente avviare la filiera della geotermia e per farla diventare una risorsa fruibile per i cittadini», ha spiegato Violo al Sole 24 Ore.

Il presidente sottolinea inoltre che «per la bassa entalpia la filiera è già pronta ed è tutta italiana, sia a livello di esecuzione che di produzione (pompe e materiali) e può portare all’installazione di circa 100.000 utenze da realizzare ogni anno. Sono sempre poche ma sono un bel traguardo per dare inizio a una piccola rivoluzione dei nostri sistemi energetici e abbassare i costi delle bollette».

I geologi ricordano che dal loro punto di vista è però ora necessario un passo avanti per far capire che «la geotermia è un’energia green e a impatto zero che può essere ottenuta in maniera complementare alle altre rinnovabili».

A chiedere un ulteriore sforzo e un miglioramento sono anche l’Associazione Riscaldamento Senza Emissioni (Arse) e il Coordinamento Free – Fonti Rinnovabili e Efficienza Energetica, sostenendo che «purtroppo la semplificazione introdotta si limita a rendere agevole solo la realizzazione di impianti di piccole e piccolissime dimensioni escludendo i condomini, il settore terziario, le imprese e la maggior parte degli edifici della pubblica amministrazione. Stimiamo che la semplificazione introdotta nel decreto porterà benefici inferiori al 15-20% del potenziale conseguibile».

Di conseguenza, le associazioni ricordano che «quello della piccola geotermia è un settore poco conosciuto, ma di rilevante importanza, soprattutto in uno scenario di prezzi energetici oramai insostenibili. Uno studio elaborato da Elemens evidenzia come l’adozione diffusa della geotermia, abbinata alle pompe di calore di nuova generazione, consentirebbe di ridurre il consumo di gas per riscaldamento nelle abitazioni di almeno 5 miliardi di mc, le emissioni di CO2 equivalenti in atmosfera di circa 13 milioni di tonnellate all’anno e un risparmio per le famiglie italiane di circa 7 – 8 miliardi di euro all’anno agli attuali prezzi del gas naturale. Anche per questo auspichiamo che la norma possa essere migliorata per accelerare l’autonomia energetica del nostro Paese anche attraverso la diffusione di un modello di riscaldamento sostenibile e vantaggioso per famiglie e imprese, contribuendo a dare nel breve periodo una risposta concreta e strutturale alla crisi energetica».

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