Ambiente

Go rinnovabili, go!

Secondo il think thank Ember, nei primi sei mesi dell’anno eolico e solare hanno impedito l’aumento globale della produzione fossile del 4%. Evitandoci 230 milioni di tonnellate di CO2
Credit: Tran Le Tuan/ Pexels
Tempo di lettura 3 min lettura
7 ottobre 2022 Aggiornato alle 14:00

La buona notizia è che le rinnovabili impediscono la crescita del fossile, quella cattiva è che i combustibili fossili rimangono invariati e non calano, dato che anche a causa degli effetti della crisi del clima è ancora forte la loro dipendenza

Il think tank londinese Ember ha da poco pubblicato un report in cui afferma che a livello mondiale le energie rinnovabili, in particolare solare ed eolico, hanno soddisfatto tutto l’aumento della domanda globale di elettricità nella prima metà del 2022.

Questo significa che hanno impedito, di fatto, la crescita di carbone e gas.

L’aumento della produzione eolica e solare hanno infatti soddisfatto oltre il 75% della crescita della domanda nei primi sei mesi dell’anno, mentre al resto ha pensato l’idroelettrico, evitando così un possibile aumento del 4% nella generazione di combustibili fossili e, a livello economico, scongiurando 40 miliardi di dollari di costi del carburante e circa 230 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.

Commentando i risultati del report, che analizza i dati sull’elettricità di 75 Paesi che rappresentano il 90% della domanda globale di elettricità, Malgorzata Wiatros-Motyka, analista di Ember, sostiene che «il primo passo per porre fine alla morsa dei combustibili fossili costosi e inquinanti è costruire abbastanza energia pulita per soddisfare la crescente fame di elettricità nel mondo».

La domanda globale di elettricità è cresciuta di 389 terawattora (TWh) nella prima metà del 2022 e nel frattempo le rinnovabili sono aumentate di 416 TWh.

In alcune zone, come la Cina colpita da ondate di calore, alluvioni e crisi dell’idroelettrico, l’aumento della produzione eolica e solare da solo ha soddisfatto il 92% dell’aumento della domanda di elettricità, mentre negli Stati Uniti si arriva all’81% e in India al 23%.

Se l’aumento della produzione di combustibili fossili è rimasto pressoché invariato lo si deve dunque all’effetto della crescita delle rinnovabili, anche se il petrolio è leggermente cresciuto: senza la crescita delle energie pulite quelle inquinanti, anziché calare in nome della decarbonizzazione necessaria per il Pianeta, sarebbero infatti cresciute del 4%.

Chiaramente, a causa delle ondate di calore e i fenomeni meteo intensi che ridisegnano (così come la pandemia) la domanda di elettricità, in molti Paesi è stato necessario attingere dalle fonti fossili.

Per esempio, in India l’energia da combustibili fossili è aumentata del 9%, ma sarebbe stata del 12% senza la crescita dell’eolico e del solare.

In Cina la crescita delle fonti pulite ha consentito all’energia fossile di diminuire del 3%.

Negli Stati Uniti hanno rallentato l’aumento dell’energia da combustibili fossili dal 7% a solo l’1% mentre nell’Ue l’energia da combustibili fossili è aumentata del 6%, ma sarebbe stata del 16% senza la crescita dell’eolico e del solare.

Come chiosa l’analisi di Ember, «le emissioni globali del settore energetico stanno ancora spingendo i massimi storici quando invece dovrebbero diminuire molto rapidamente. E gli stessi combustibili fossili che ci spingono verso una crisi climatica stanno causando anche la crisi energetica globale. Ma abbiamo una soluzione: l’eolico e il solare sono autoctoni ed economici e stanno già riducendo rapidamente sia le bollette che le emissioni».

Leggi anche
Transizione energetica
di Giacomo Talignani 3 min lettura
Energia
di Giacomo Talignani 4 min lettura