Bambini

I talebani, gli studenti “cattivi” che hanno paura delle studentesse

Come tanti anni fa, in Afghanistan alle ragazze è vietato andare a scuola, uscire di casa senza burqa e lavorare. Ormai le bambine possono solo fare le elementari. Poi resteranno a casa
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8 ottobre 2022 Aggiornato alle 09:00

«Svegliati, è ora di andare a scuola!». Chi non ha mai voluto cacciare la testa sotto un cuscino come uno struzzo sentendo questa frase?

Ecco, se vivi in Afghanistan e sei una ragazza, è probabilmente la frase che sogni di ascoltare tutte le mattine. Ma poi ti svegli, ti ricordi che sei una ragazza e vivi in Afghanistan, e non vai da nessuna parte.

L’Afghanistan è un paese dell’Asia con i campi di papavero sopra e il petrolio sotto. È un Paese con una storia molto complicata, una storia nella quale, tanti anni fa, hanno ficcato il naso due grandi Paesi dai rapporti complicati, la Russia e gli Stati Uniti. E hanno reso tutto ancora più complicato.

Tanti anni fa, l’Afghanistan era guidato dai talebani, un gruppo religioso armato con delle idee molto rigide. Quando c’erano loro al comando, le donne dovevano mettersi il burqa, che è un velo lungo che nasconde il corpo e il viso. Non potevano studiare, lavorare, guidare. Non avevano più il permesso di fare niente per conto loro.

Vent’anni fa sono stati cacciati dagli Stati Uniti e si sono nascosti sulle montagne. Il tempo è passato e gli Stati Uniti sono andati via, dicendo che ormai non avevano più niente da fare in Afghanistan. Detto fatto, i talebani sono scesi dalle montagne e si sono ripresi il potere come sanno fare loro, con le maniere forti.

Come tanti anni prima, alle ragazze è stato vietato di andare a scuola, di uscire di casa senza burqa e di lavorare. Ormai le bambine afghane possono solo fare le elementari. Poi resteranno a casa. Si sposeranno tanto, troppo presto (già adesso 1 ragazza afghana su 3 si sposa prima di aver compiuto 18 anni) e dovranno obbedire ai loro mariti. Questo è quello che i talebani vogliono per le donne.

Alcune scuole e università private cercano di resistere e di offrire corsi per le ragazze. Alcune studiano di nascosto. Tante hanno provato a scappare per continuare a studiare.

La parola “talebano” viene da talib, e talib vuol dire proprio “studente”, studente delle scuole coraniche, che sono scuole religiose. Ai talebani però le studentesse piacciono così poco che, oltre a vietar loro di andare a scuola, fanno anche degli attentati in quei pochi posti dove le ragazze riescono ancora a imparare. E quando le ragazze si ribellano, mandano la polizia a punirle.

Non poter andare a scuola ha tante conseguenze, tutte brutte, per tutti. Ci sono dei lavori che si possono fare solo studiando e se non c’è abbastanza gente per farli, è un problema generale. Dottori e dottoresse, infermieri e infermiere: se ne togli la metà, siamo nei guai il doppio!

Studiare permette poi di fare lavori che ti fanno guadagnare dei soldini e permettono a tutto il paese di guadagnare dei soldini. Adesso che in Afghanistan le ragazze non possono studiare e le donne non possono lavorare, è tutto il Paese che s’impoverirà.

Studiando, poi, si impara a capire il mondo e a interrogarlo. Si impara a cambiare se stessi e le cose. Ad adattarsi quando si può e a ribellarsi quando si deve.

I nostri Paesi, dove tutti e tutte possono andare a scuola, dovrebbero fare di più per le ragazze afghane. Dovrebbero trovare un modo per accoglierle come hanno saputo fare con chi stava scappando dalla guerra in Ucraina.

Ci guadagnerebbero anche loro, perché la testa che studia illumina tutto intorno a sé, e un paese che accoglie è un paese che non rimane mai al buio.

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