Giuseppe Conte di Padre Pio
- Indice dei contenuti
- Gli inizi
- Le prime battaglie
- L'ascesa politica fino a oggi
Si è presentato agli italiani come “l’avvocato del popolo” alla guida del governo del cambiamento, poi è andato al governo con il Pd ed è stato definito dall’allora segretario dem Nicola Zingaretti “il principale punto di riferimento dello schieramento progressista”. Oggi gioca da solo e punta a far tornare il suo Movimento Cinque Stelle ai fasti d un tempo. O perlomeno alle percentuali.
Giuseppe Conte è probabilmente il personaggio più camaleontico nell’attuale scenario politico italiano. Dopo essere stato dato da tutti come finito, ora guida un M5S redivivo e in netta ripresa nei sondaggi. La sua storia è tutt’altro che lineare e merita di essere ripercorsa.
Gli inizi
Fino al 2018 il nome di Giuseppe Conte è sostanzialmente sconosciuto al grande pubblico. Nato nel 1964 a Volturara Appula in provincia di Foggia, il futuro “avvocato del popolo” vive nel foggiano fino ai 18 anni coltivando il culto di Padre Pio (celebre la scena in cui mostrò una sua foto a Bruno Vespa durante Porta a Porta) e la passione per gli studi.
Terminati gli studi liceali, Conte parte per Roma per studiare giurisprudenza. È l’inizio di una carriera accademica che lo porterà a riempire il curriculum di master e perfezionamenti in giro per il mondo (Yale, Vienna, Sorbona, New York University).
I primi contatti con il mondo politico ci sono già nel 1988 quando è inserito nella commissione istituita a Palazzo Chigi per la riforma del codice civile. Si tratta però sempre di ruoli tecnici come quello da componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Conte lega anche il suo nome a quello di un potente avvocato, Guido Alpa, che molti giornali descrivono come punto di riferimento dell’attuale leader pentastellato.
Le prime battaglie
Per la vita del futuro uomo politico contano molto anche gli alunni che conosce a Firenze dove nel frattempo ha preso la cattedra. Alfonso Bonafede, futuro esponente dei Cinque stelle, è infatti suo assistente. Più tardi i due si ritroveranno nello stesso governo: Conte premier, Bonafede alla giustizia.
Fino all’esperienza del M5S, Conte è “un moderato con il cuore a sinistra”. Poi la folgorazione per i Cinque stelle. Inaspettata anche per i suoi alunni. “Non ce l’aspettavamo”, diranno al Corriere dopo aver visto le immagini del loro professore che festeggia al quartiere generale del MoVimento la sera del trionfo elettorale alle politiche del 2018.
Ma quei festeggiamenti sono il punto di svolta.
L’ascesa politica fino a oggi
Conte convince l’allora leader del Movimento Luigi Di Maio di essere la persona giusta per guidare il governo con la Lega. Ai cittadini si presenta come “l’avvocato del popolo”. In molti lo accusano di essere solo un burattino nelle mani di Di Maio e Salvini.
Oggi sono passati quattro anni e tutto è cambiato: Di Maio ha abbandonato i Cinque stelle e guida un partito dato all’1 per cento mentre Salvini è leader di una Lega superata a destra da Fratelli d’Italia, mentre Conte ha preso le redini del Movimento e ha avuto un ruolo cruciale in tutti e tre i governi della legislatura.
Il parvenu della politica ci ha preso gusto e punta a restare in gioco. Le elezioni del 25 settembre diranno fino a quando.