Diritti

M5S: diritti riproduttivi cercasi

Inauguriamo oggi la Valutazione dei programmi elettorali a tema diritti con i Cinque Stelle: bene su molti punti, ma non manca qualche brutto scivolone
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, durante l'iniziativa elettorale per la presentazione del programma e dei candidati del M5S a Roma, il 9 settembre 2022.
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, durante l'iniziativa elettorale per la presentazione del programma e dei candidati del M5S a Roma, il 9 settembre 2022. Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
19 settembre 2022 Aggiornato alle 07:00

Il partito “ecumenico”, che negli ultimi 5 anni ha governato prima con la Lega poi col PD, votando leggi e provvedimenti lontanissimi tra loro (dai decreti sicurezza di Salvini al reddito di cittadinanza, per fare due esempi), per le elezioni del 25 settembre sembra voler puntare all’elettorato di sinistra. Molti dei punti del programma, soprattutto in materia di diritti, sono infatti vicini non solo a quelli del Partito Democratico ma anche a quelli degli altri partiti della sinistra, da Alleanza Verdi e Sinistra Italiana a Unione Popolare.

Non a caso, l’invito ad allearsi col partito di Conte e creare un fonte unico dei progressisti era arrivata al PD e alle altre forze della sinistra a più riprese, soprattutto nelle ore concitate in cui sembrava che la coalizione di centrosinistra dovesse spostarsi decisamente più al centro grazie l’accordo con Calenda e Azione, che aveva da poco imbarcato le transfughe di Forza Italia Carfagna e Gelmini. Un invito rimandato al mittente: la colpa di aver fatto cadere Draghi – e la sua agenda – è imperdonabile per Letta, che ha lasciato correre da solo il MoVimento, che secondo gli ultimi sondaggi è il primo partito al Sud e ha superato la Lega a livello nazionale.

Il rifiuto di Letta, paradossalmente, sembra aver favorito i Cinque Stelle, permettendogli di presentarsi come “la vera sinistra”: il posizionamento non è, infatti, un segreto, tanto che lo stesso Conte ha dichiarato in più di un’occasione che «i progressisti siamo noi» e che «la sinistra genuina sarà costretta a votare M5S».

Quali sono, quindi, le proposte del MoVimento in materia di diritti e, soprattutto, quelle per cui era possibile trovare un consenso trasversale con i partiti della sinistra?

Nel programma – più scarno ed essenziale di quello degli altri partiti – nel paragrafo intitolato Dalla parte dei diritti: per l’uguaglianza sostanziale tra gli esseri umani e la parità tra i generi si legge che il M5S vuole «passare da un sistema corporativo fondato sui privilegi e sulle rendite a un sistema che offra a tutte e tutti le stesse opportunità. Se i diritti non sono accessibili a tutti ed esercitabili da tutti allora sono privilegi».

Diritti LGBTQI+

Il programma del M5S non spreca molte parole né retorica, ma dice in poche battute e in maniera estremamente sintetica quali sono le proposte in materia di diritti LGBTQI+: «matrimonio egualitario e legge contro l’omotransfobia». Due punti, due analogie con il programma del PD che, come vedremo nell’approfondimento dedicato al partito di Letta, si impegna proprio su questi due fronti.

Il MoVimento, in aggiunta, chiarisce che deve essere introdotta l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole. A oggi, l’Italia è uno degli ultimi Stati membri nell’Unione europea in cui questa materia non è obbligatoria per legge: oltre a noi, solo Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania non l’hanno introdotta.

Fine vita e legalizzazione della Cannabis

Nessun riferimento al fine vita nel programma del M5S, che propone invece la «regolamentazione della produzione della Cannabis per uso personale, al fine di contrastare il business della criminalità organizzata e superare le criticità connesse alla produzione limitata di cannabis per uso terapeutico». Anche questi due punti che entrano nella scia della Proposta di legge sull’autoproduzione di cannabis arrivata in Parlamento (e lì rimasta) solo due mesi fa e che, anche in questo caso, come vedremo ricalcano pari pari quelli del programma del Partito Democratico. Partito con cui, ricordiamolo, il MoVimento di Conte ha governato dall’agosto nel 2020, senza che venissero fatti passi avanti significativi in questa direzione.

Donne, parità e violenza di genere

Parità salariale, equiparazione dei tempi di congedo, sgravi fiscali per chi assume donne in gravidanza o disoccupate, rafforzamento del fondo per l’imprenditoria femminile: il M5S vuole garantire alle donne «un piena partecipazione alla crescita del paese e al suo sviluppo democratico» attraverso una serie di misure che ne consentano non solo l’ingresso ma anche la permanenza e la parità nel mondo del lavoro.

Non solo: il MoVimento propone la pensione anticipata per le “mamme lavoratrici” una misura, questa, che lo avvicina invece alla Lega di Salvini, che, come vedremo analizzando il programma, vuole abbassare di un anno l’età pensionabile per ogni figlio.

Nessuna menzione di aborto o diritti riproduttivi. Ampio spazio (almeno a livello di battute, di solito stringate all’essenziale), trova invece il tema della violenza di genere: il M5S propone il potenziamento delle misure di contrasto «attraverso la formazione degli operatori, l’obbligatorietà e l’implementazione dei braccialetti elettronici e percorsi di recupero per i soggetti maltrattanti».

Immigrazione e cittadinanza

Non ci sono menzioni nemmeno riguardo alle politiche migratorie che il MoVimento attuerebbe in caso venisse eletto: un punto che sarebbe stato invece importante sciogliere, visto che il leader Giuseppe Conte è stato il Primo Ministro che ha sostenuto i Decreti Sicurezza voluti da Salvini con tanto di conferenza stampa, sorrisi e cartelli in favor di telecamere, salvo poi criticarli duramente appena un anno dopo.

Chiaro ed essenziale, invece, il punto relativo alla cittadinanza: sì allo ius scholae «per riconoscere la cittadinanza al minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso, qualora abbia completato regolarmente uno o più cicli di studi». Anche in questo caso, la vicinanza con il programma del Partito Democratico è inequivocabile, anche se lo ius scholae sembra essere il punto di partenza minimo condiviso da tutti i partiti eccetto la coalizione di centrodestra.

Diritto alla casa

Il M5S si impegna anche «perché tutti abbiano un tetto»: propone quindi un piano di edilizia residenziale pubblica «con riqualificazione degli edifici esistenti senza consumo di suolo» – una proposta simile la fanno anche i Dem – a cui aggiunge un «mutuo salva casa» e un «affitto salva casa» per «permettere alle persone sovraindebitate, con l’immobile oggetto di procedure esecutive, di riacquistarlo tramite mutui a lungo termine, agevolati dallo Stato o di rimanere in affitto nella propria abitazione con la possibilità in futuro di poterla riacquistare».

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